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Martedì, 23 Aprile 2024
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Visite domiciliari senza protezioni, i pediatri lamentano: "Siamo a rischio"

La Fimp dell'Emilia-Romagna chiede di accelerare le procedure e di uniformare le misure sanitarie, che ad oggi vedono discrepanze a seconda delle Ausl dei viari territori

Non si ferma il coro di protesta dei pediatri in Emilia-Romagna, alle prese col coronavirus da una parte e con la mancanza di protezioni dall'altra. Al punto che in alcuni casi "sono stati invitati a visitare a domicilio bambini conviventi con persone in quarantena, senza protezioni". A denunciarlo è Alessandro Ballestrazzi, segretario regionale della Fimp, che esorta la Regione Emilia-Romagna a "snellire le procedure per la consegna dei dispositivi di qualità adeguata e in quantità sufficiente, laddove la consegna di un solo kit per medico appare del tutto insufficiente". 

Ad oggi, insiste Ballestrazzi, "non si può fare a meno di rimarcare come la dotazione di mezzi di protezione individuale, cioè mascherine evolute, occhiali protettivi, guanti e camici a perdere, sia assolutamente insufficiente quando non assente, costringendo i pediatri a dotarsi in modo autonomo dei dispositivi, peraltro introvabili dappertutto". Una lacuna che, nonostante l'impegno assicurato dalla Regione, "richiederà diversi giorni per essere superata". Inoltre, denuncia ancora il numero uno Fimp, "in questi giorni si assiste a comportamenti differenziati a seconda delle diverse Ausl, comportamenti che generano difficoltà e dubbi in chi tutti i giorni si trova ad affrontare l'emergenza". Il segretario regionale spiega infatti che "si sono verificati casi in cui i pediatri sono stati invitati a visitare a domicilio bambini ammalati e conviventi di adulti già in quarantena, senza avere a disposizione i dispositivi per la tutela della propria salute e per evitare di essere veicolo di infezione".

Dal canto loro, i pediatri in Emilia-Romagna si sono attivati "fin da subito per adottare misure di contenimento a partire dai propri ambulatori", per esempio con la "riduzione degli accessi non urgenti, la suddivisione in orari dedicati a seconda della tipologia di visita", la consegna alle famiglie di un decalogo condiviso a livello nazionale e la disponibilità al triage telefonico. Da questo punto di vista, afferma Ballestrazzi, "la Fimp ha collaborato fattivamente con le autorità sanitarie e in particolare con l'assessorato alla Sanità per implementare in modo condiviso tutte le misure necessarie". 

Il segretario ribadisce quindi "l'impegno dei pediatri emiliano-romagnoli a profondere ogni energia per fronteggiare, di concerto con gli altri operatori e con le autorità sanitarie, la grave emergenza che tutto il paese sta vivendo in questi giorni", ma ricordando che, essendo "tutti i giorni in prima linea, sono categoria a rischio, così come gli altri operatori della sanità".

(DIRE)
 

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