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Il Pettirosso di Modena nel film "Torneranno i prati". Un viaggio nella prima guerra mondiale

Torna protagonista di un film la volpina che aveva ricoperto un ruolo nella storia del film del regista altopianese Paolo Fracaro "Rasetle l'Altopiano Nascosto", questa volta l'ambiente è Asiagio e il film è "Torneranno i prati"

Ancora una volta il Pettirosso va davanti ad una cinepresa, ancora una volta sul set di un film, ancora una volta sull'Altopiano di Asiago, che li ha visti già presenti nell'ultima pellicola del grande maestro Ermanno Olmi, pietra miliare del cinema italiano, lo splendido film "Torneranno i prati". Questa volta non si è girato a mezzanotte su quattro metri di neve ma di giorno in mezzo ad una natura veramente bella, teatro della terribile guerra del 15-18.

Anche qui è stata chiamata la volpina che ha ricoperto un ruolo abbastanza importante nella storia del film del regista altopianese Paolo Fracaro, già autore di alcuni documentari tra cui l'ultimo - del 2016 - intitolato "Rasetle l'Altopiano Nascosto". Senza svelare l'intera storia, ancora segretissima come il titolo, si tratta di un comunque  di una donna anziana che ricorda di quando era una bambina, sempre alla scoperta di quello che riserva lo spettacolo della natura ma contornata dai tragici eventi del primo conflitto mondiale, che suo malgrado hanno reso famoso l'Altipiano di Asiago. E non ha mancato di stupire tutti noi la bravura e la serietà della giovanissima attrice che ricorpre il ruolo della bambina protagonista dei ricordi: basti pensare che durante le pause non stava davanti a un Tablet o a uno Smartphone, ma leggeva un libro mentre addentava una mela.

E la nostra volpina star anche questa volta ha dato il meglio di sè: ha fatto il suo percorso nella brughiera su di un muretto; è corsa in mezzo ai Non ti scordar di me, fino all'enorme albero dove si concludeva il suo percorso. I colori della natura risaltava sotto alla pioggerella che ad intermittenza dava spazio al sole: tutto molto suggestivo. L'atmosfera del posto di dove ci trovavamo era quasi mistica, ai piedi dell' Ortigara, dove tra il 10 giugno ed il 25 del 2017 morirono in pochissimi chilometri più di 33.000 soldati, 22.000 nei soli primi tre giorni, tra entrambe le parti: dimenticare quei fatti sarebbe un grande errore perchè potrebbero sempre ripetersi. Soldati che erano poco più che bambini, i ragazzi del '99, che a un centinaio d'anni di distanza forse valeva la pena celebrare con una bella prova di esame se fosse stata inserita negli scritti di quei ragazzi che oggi hanno la stessa età ma fortunatamente non devono impugnare una baionetta.

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