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La Regione si muove contro lo scoiattolo grigio, approvato il piano di eradicazione

La specie invasiva è considerata un rischio per l'ecosistema locale

Lo scoiattolo grigio, considerato a livello internazionale una delle 100 specie invasive più dannose al mondo, mette in ansia anche l'Emilia-Romagna. Dalla provincia di Piacenza, infatti, sono arrivate le prime segnalazioni della presenza di questo animale, originario del Nord America.

E così la Regione ha subito approntato un piano per il rilevamento precoce e l'eradicazione rapida della specie, approvato nei giorni scorsi dalla Giunta Bonaccini nelle more del piano nazionale (di cui ad oggi c'è solo una bozza, formulata l'anno scorso). Ad oggi in Italia è censita la presenza dello scoiattolo grigio in Piemonte, Liguria e Lombardia, ma anche in Emilia-Romagna si teme "un imminente ingresso della specie sul territorio regionale e la possibilità che la stessa possa espandersi lungo l'asta fluviale del Po, con la conseguente prevedibile colonizzazione, in breve tempo, dell'intero territorio emiliano-romagnolo".

Ma perchè questo piccolo roditore fa tanta paura? A quanto pare, al di là del tenero aspetto, la specie può "produrre importanti impatti negativi sia sugli ecosistemi colonizzati sia sulle attività antropiche", si legge nella delibera della Giunta Bonaccini. Sulla vegetazione, ad esempio, e in particolare nei boschi, lo scoiattolo grigio scorteccia gli alberi che, di conseguenza, sono "maggiormente suscettibili di attacco da parte di malattie e parassiti". Per quanto riguarda le produzioni agricole, invece, attacca in particolare "i noccioleti, di cui consuma le nocciole prima della loro completa maturazione e fino ad esaurimento della disponibilità, dopo circa quattro mesi, provvedendo nel frattempo a sottrarre una quota significativa di semi che immagazzina nel terreno o in cavità negli alberi per un uso successivo nei mesi tardo autunnali e invernali quando le risorse alimentari scarseggiano".

Lo scoiattolo grigio nordamericano è un pericolo anche per la specie europea, di cui "determina l'estinzione delle popolazioni locali grazie a una maggior efficienza nello sfruttamento delle risorse ed in alcuni casi anche mediante meccanismi parassitologici". Non solo. Questo animaletto può anche "predare uova e nidi di uccelli e competere con specie forestali autoctone per l'uso di cavità arboree". Il monitoraggio messo in campo dalla Regione Emilia-Romagna si concentrerà, in questa prima fase, nei territori al confine con le provincie di Lodi, Cremona e Rovigo, in particolare nella zona del Delta del Po (che è area protetta). L'intervento dovrà essere attivato "anche a seguito di una sola segnalazione, verificata da tecnici esperti, di uno o più esemplari della specie". In caso di avvistamento, nella zona saranno piazzate delle fototrappole per delimitare l'area e segnalare eventuali "corridoi di espansione della specie".

Dopo i primi 10 giorni di monitoraggio, individuata l'area di maggior presenza della specie, saranno attivate le vere e proprie modalità di cattura con gabbie-trappola dotate di esche alimentari, innescate per cicli consecutivi di tre o quattro giorni alternati a periodi di pausa di due settimane, in modo da "far abituare gli animali alla loro presenza". Di ogni animale catturato dovrà essere annotato sesso, peso, stato riproduttivo e lunghezza del piede posteriore. Tutti gli scoiattoli grigi intrappolati saranno subito soppressi in loco utilizzando CO2, mentre le carcasse dovranno essere interrate ad almeno 50 centimetri di profondità in un terreno adeguato. Altre specie di animali eventualmente catturate saranno invece subito liberate sul posto.

(DIRE)

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