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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Polo bibliotecario modenese, rinnovata la convenzione

Il Consiglio comunale ha approvato all’unanimità la delibera presentata dall’assessore Bortolamasi. Una rete integrata di oltre novanta biblioteche sul territorio provinciale

Il Consiglio comunale di Modena ha approvato all’unanimità il rinnovo della convenzione per la gestione del Polo bibliotecario modenese, la rete, parte del Servizio bibliotecario nazionale, che riunisce oltre novanta biblioteche sul territorio della provincia di Modena, diverse per appartenenza istituzionale e tipologia, tra comunali, universitarie, scolastiche, private, di pubblica lettura, storiche e specialistiche, e che offre un catalogo complessivo di oltre tre milioni 250 mila testi. Il provvedimento, che conferma il Comune di Modena come ente gestore del Polo bibliotecario, è stato presentato nella seduta consiliare di giovedì 27 ottobre dall’assessore alla Cultura Andrea Bortolamasi che ne ha evidenziato l’obiettivo di ottimizzazione delle risorse, di cooperazione e di condivisione di esperienze e progetti.

La convenzione, che rinnova quella già operativa dal 2020 e ha una durata triennale, è sottoscritta dal Comune di Modena e da Gallerie Estensi - Biblioteca Estense Universitaria, Regione Emilia Romagna, Università di Modena e Reggio Emilia, Fondazione Collegio San Carlo, Fondazione di Modena e dai Sistemi Bibliotecari Territoriali dell’Unione Comuni Modenesi Area Nord, dell’Unione di Comuni Terre di Castelli, dell’Unione Terre d’argine, di Castelfranco-Nonantola, del Frignano e di Sassuolo.

Oggetto sono la gestione, il potenziamento e la valorizzazione della rete bibliotecaria provinciale, puntando soprattutto su collaborazione e cooperazione per garantire, in particolare, la catalogazione partecipata e il collegamento al Servizio Bibliotecario Nazionale; l’accesso ai servizi di Sebina Next e alle banche dati di supporto all’attività di catalogazione; la consulenza biblioteconomica e l’attivazione di progetti comuni come, tra gli altri, “Nati per leggere”; l’attuazione di corsi di formazione e aggiornamento per gli operatori, in collaborazione con UniMoRe.

Grazie all’appartenenza alla rete, inoltre, le singole biblioteche possono godere dei vantaggi di una visibilità maggiore a livello provinciale e nazionale dei patrimoni che possiedono, di omogeneità nell’erogazione dei servizi, anche on line, al pubblico; di una gestione partecipata dei portali BiblioMo e BiblioMoKids nei quali si raccolgono la vetrina delle iniziative, suggerimenti di lettura, novità librarie e molte altre informazioni utili agli utenti.

Tra i servizi offerti ci sono, ancora, la Wiki di Polo, strumento di supporto online a tutti i bibliotecari che offre tutorial, linee guida e procedure per la gestione del servizio con Sebina Next, indicazioni per la catalogazione e un’area dedicata alla formazione e la piattaforma digitale EmiLib che, soprattutto a partire dal periodo della pandemia, ha visto raddoppiare gli utenti. Lo sviluppo del digitale e le Digital Humanities, con tutte le sfide che comportano, sono anche al centro delle riflessioni per il futuro.

Nel dibattito che ha preceduto l’approvazione, Giovanni Bertoldi (Lega Modena) ha sottolineato “la centralità delle biblioteche” dicendosi, però, “perplesso sulla gestione durante il covid: si è sbagliato a limitare accessi e servizi in un momento in cui adulti e bambini avevano tempo a casa per dedicarsi alla lettura. In questo periodo ci siamo persi molti lettori che vanno recuperati”.

La gestione durante la pandemia è stata, invece, “buona” per Enrica Manenti (M5s) che ha confermato l’apprezzamento per il lavoro del Polo sollecitando “attenzione e cura per tutte le biblioteche del territorio, comprese quelle periferiche e i punti di lettura. Quello che forse manca è un tavolo politico oltre che tecnico per un confronto delle politiche”.

Elisa Rossini (Fratelli d’Italia) ha espresso perplessità per la gestione durante il covid: “Le richieste di prestito sono calate – ha affermato – e credo che la rigidità nel gestire la situazione durante l’emergenza sanitaria, con una limitazione e una scarsa disponibilità al prestito, possa avere avuto conseguenze”. Per la consigliera non è sufficiente spiegare il calo “con il passaggio al digitale di alcuni lettori. Se perdono il prestito, le biblioteche perdono parte della loro funzione”.

Per il Pd, Irene Guadagnini ha sottolineato che, nonostante i tempi di bilanci difficili, “resistiamo all’idea che la cultura sia superflua e alla tentazione di disinvestire, e lo facciamo perché siamo convinti che l’accesso al sapere pubblico e gratuito sia base e fondamento di una società equa e giusta”.

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