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Giovedì, 30 Novembre 2023
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Demografia, in provincia di Modena il peggior tasso di crescita naturale degli ultimi 20 anni

Saldo negativo tra nascite e morti, "persi" 3mila residenti. Non nascono più bambini in Appennino e in varie zone della Bassa. L'invecchiamento della popolazione è sempre più significativa e pone molte sfide

La popolazione residente in Provincia di Modena risulta pari a 701.751 unità e nel corso del 2022, in provincia di Modena si sono contati 5.110 nati e 8.113 morti, che hanno dato luogo ad un saldo naturale pari a meno 3.003 unità, confermando la tendenza negativa registrata degli ultimi anni. Il calo della natalità e della capacità di rigenerazione naturale della popolazione sono il risultato del perdurare della crisi economica, di una tendenza generale osservata a livello nazionale e in ultima istanza, delle conseguenze della pandemia del coronavirus.

Sono i dati emersi dalle note congiunturali pubblicate dalla Provincia di Modena, sugli andamenti statistici del territorio, consultabili sul sito della Provincia.

Il tasso di natalità scende velocemente

Il tasso di natalità, pari a 7,3 nati ogni 1.000 abitanti (superiore sia al dato regionale che a quello nazionale e migliore rispetto al 7,0‰ rilevato nel 2020) e il tasso di mortalità, pari a 11,6 morti ogni 1.000 abitanti (inferiore sia al tasso regionale che a quello nazionale e migliore rispetto al 12,0‰ rilevato nel 2020) danno luogo, per il 2022, al tasso di crescita naturale (-4,3‰) tra i peggiori degli ultimi venti anni (secondo solo a quello osservato nel 2020), che tuttavia risulta migliore rispetto a quello regionale (-5,7‰) e nazionale (-5,4‰).

La provincia di Modena, sin dal 1978, si è caratterizzata per una forte denatalità ed un parallelo invecchiamento della popolazione (innalzamento della speranza di vita alla nascita e riduzione relativa dei livelli di mortalità). A partire dal 1995 il fenomeno di ripresa della natalità, riscontrato anche nel resto dell’Italia, è culminato tra il 2004 e il 2011, anni in cui il saldo naturale è stato di segno positivo, inducendo tra i demografi la speranza che si fosse arrivati ad un punto di svolta e che l’andamento delle componenti demografiche (flussi naturali e migratori, livelli di nuzialità e di fecondità) conducesse a un possibile riequilibrio demografico su base naturale: si erano sommati gli effetti della “super-fecondità” della popolazione straniera immigrata e del contributo residuo alla natalità dei baby boomers ancora in età feconda. Poi questi elementi sono venuti meno e la decrescita e tornata preponderante.

Al 1 gennaio 2023 la consistenza della popolazione in età centrale (25-40 anni), che concorre positivamente alla natalità, pur rimanendo considerevole, si è ridotta progressivamente rispetto agli anni passati , tornando sui livelli assoluti rilevati nei primi anni ’70 (-14,3% rispetto al 1.1.2013, -20.561 unità, di cui –12.132 donne, -16,9%) essa è alimentata, sostanzialmente, dai flussi di immigrati prevalentemente stranieri (il contributo straniero alla popolazione in età centrale passa dal 22,3% dell’1.1.2013 al 22,6% 9 del 1.1.2023, in calo rispetto al 1.1.2022). Le generazioni del baby-boom, nate tra il 1960 e il 1966, sono già uscite da tempo dalla classe 25-40 anni

L’elevata propensione a procreare dei cittadini stranieri residenti in provincia (nel 2022 tasso di natalità è pari al 13,4 nati ogni 1.000 residenti stranieri), spiega il 24,3% del totale delle nascite del 2022. Occorre, tuttavia, sottolineare che negli ultimi anni, pur in presenza di un consolidamento della popolazione straniera residente, si è assistito ad una progressiva diminuzione del tasso di natalità dei cittadini stranieri (nel 2013 era pari a 19,8 nati ogni 1.000 residenti stranieri).

Le considerazioni e le sfide della politica

Per il presidente della Provincia di Modena Fabio Braglia "la provincia di Modena, sin dal 1978, si è caratterizzata per una forte denatalità ed un parallelo invecchiamento della popolazione, dovuto anche all’innalzamento della speranza di vita alla nascita e alla riduzione relativa dei livelli di mortalità. Rispetto al dato nazionale e regionale, la nostra provincia registra un rapporto tra nascite e morti inferiore alle medie, nonostante ciò, tuttavia, occorre investire tempestivamente in politiche di sostegno concreto alla natalità, per invertire quella tendenza all’invecchiamento della popolazione italiana che già oggi rappresenta un elemento di forte preoccupazione".

Considerazioni che Braglia fa proprie e che sono contenute anche nel report demografico stesso, in cui si legge: "La crisi economica degli ultimi anni (a partire dal 2009), mai risolta, ma anzi rilanciata sia da eventi imprevedibili, come la pandemia da Covid-19, sia da un assetto economico-politico instabile a tutti i livelli (nazionale ed internazionale), ha agito in senso sfavorevole sui fattori propulsivi considerati (flussi migratori 2 e corrispondenti flussi naturali) e ha contribuito ad arrestare quel processo virtuoso che si era innescato. Ciò ha determinato una popolazione fortemente squilibrata nella sua struttura per età, che ha ostacolato le naturali capacità rigenerative interne alla popolazione: una popolazione è in equilibrio demografico se al suo interno è in grado di riprodurre, generazione dopo generazione, la propria consistenza e la diminuzione delle classi di popolazione in età fertile inevitabilmente conduce ad una conseguente e oggettiva compressione delle natalità".

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