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Poste Italiane: continua la protesta per carenza di personale, situazione critica in Appennino

Prosegue la mobilitazione degli operatori postali messa in campo dal sindacato Slc/Cgil, dopo le riduzioni del personale. Indetto uno sciopero per il 1° marzo

Continua la mobilitazione degli operatori postali messa in campo dal sindacato Slc/Cgil nella nostra provincia, con blocco degli straordinari e con una giornata intera di sciopero proclamata per il 1° marzo.

“L’elemento cruciale della nostra vertenza-affermano i sindacati- è la cronica carenza di personale più volte denunciata che impedisce la corretta copertura delle postazioni di sportello, causando assembramenti e disagi ovunque vi sia un ufficio postale aperto.”

Nella provincia di Modena, secondo quanto rilevato, il personale addetto alla sportelleria si sta progressivamente riducendo,  portando sovraccarico di lavoro per chi resta e che si vede costretto a coprire il lavoro delle decine di postazioni chiuse in tutta la provincia.

Queste le cause, secondo i sindacati, che mettono a rischio molti presidii di uffici postali di piccole comunità, soprattutto della montagna, coinvolti in piani di razionalizzazioni, che garantiscono l’apertura al pubblico solo in alcuni giorni alla settimana.

“La scelta di coinvolgere nel piano razionalizzazioni uffici di piccoli centri di montagna-proseguono le sigle- è illogico e va contro l’impegno aziendale di dare presenza continua e capillare anche nelle zone meno abitate del paese.  Nell’ultima settimana stiamo assistendo ad un’altra protesta nel Comune di Montecreto dove il servizio dell’ufficio postale è stato razionalizzato, cioè ridotto alla metà delle aperture, ovvero 3 giorni di apertura su 6 e dove i cittadini rivendicano un servizio pubblico postale quotidiano e quindi il potenziamento dello stesso per far fronte al disagio di recarsi in Uffici Postali di prossimità come Sestola o Castellaro nel Frignano nei giorni in cui Montecreto risulta chiuso al pubblico. Soprattutto anche alla luce del fatto che pare chiuda anche l’unico sportello bancario.

Questo non è servizio pubblico e non c’entra nulla con il codice etico di cui Poste tanto si vanta.”

Questa situazione per i sindacati penalizzerebbe lo sviluppo e scoraggia l’insediamento in Appennino.

Nei mesi scorsi la Cgil e il sindacato pensionati Spi/cgil hanno presentato, nell'ambito della staffetta telematica "Resto/Vado a vivere in Montagna" le loro proposte per la valorizzazione del nostro Appennino da cui è emerso che la rarefazione di servizi per cittadini e imprese rappresenta uno dei limiti per lo sviluppo e favoriscono lo spopolamento.

“Le scelte di Poste e quelle ventilate dagli istituti bancari peggiorano ulteriormente limitando la presenza di servizi importanti per la vita sociale ed economica di questi territori. Il disagio dei cittadini è poi accentuato dai limiti posti dal perdurare del digital divide e dai collegamenti.

Per questo pensiamo che le ipotesi di ridimensionamento di questi servizi vadano rigettate e chiediamo con convinzione che le valutazioni non abbiano come solo riferimento aspetti numerici e di volumi di attività (in base ai quali i territori demograficamente più deboli e lontani sarebbero sempre penalizzati) e, certi di interpretare le esigenze dei cittadini di Montecreto, chiediamo per questo obiettivo alle Istituzioni, in particolare al Sindaco, di essere al nostro fianco e al fianco dei cittadini, per difendere e migliorare la qualità della vita in Appennino.”

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