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Parte il progetto/concorso “PretenDiamo Legalità" per educare i giovani alla legalità

Al via anche a Modena il progetto/concorso “PretenDiamo Legalità”, realizzato dalla Polizia di Stato in collaborazione con il MIUR

Il progetto/concorso “PretenDiamo Legalità”, promosso dalla Polizia di Stato, in collaborazione con il MIUR, giunto alla 5^ edizione, ha l’obiettivo di educare i giovani alla legalità, attraverso la diffusione della cultura dei valori civili quali il rispetto delle regole, la solidarietà e l’inclusione, che rappresentano fondamentali punti di riferimento per la crescita dei cittadini di domani e per la costruzione di una società giusta ed equa.

Il progetto si sviluppa attraverso momenti di confronto tra personale qualificato della Questura, dei Commissariati di PS e delle Specialità della Polizia di Stato e gli studenti delle scuole di ogni ordine e grado della provincia di Modena, che hanno aderito all’iniziativa.

Nel corso degli incontri, che continueranno per tutto il mese di marzo, verranno affrontate svariate tematiche: dai concetti di “Cittadinanza attiva e Costituzione”, all’uso consapevole dei mezzi di comunicazione virtuale ed ai rischi connessi alla navigazione in internet; dagli effetti dannosi dell’uso e dell’abuso di sostanze alcoliche e stupefacenti alle implicazioni sotto il profilo della legalità, che ne possono derivare; dal fenomeno delle devianze giovanili ai comportamenti trasgressivi o illeciti posti in essere anche inconsapevolmente; dall’educazione stradale all’educazione alla sicurezza ferroviaria.

A conclusione del ciclo di incontri, gli alunni dovranno realizzare un elaborato sui temi trattati. I lavori verranno premiati a livello provinciale e, i migliori, saranno valutati nell’ambito di una selezione nazionale.

I primi incontri con le scuole 

Giovedì mattina si sono tenuti i primi tre incontri, cui hanno partecipato gli alunni della Scuola primaria “G. Rodari” di Pozza di Maranello, della Scuola secondaria di 1° grado “Frassoni” di Finale Emilia e dell’ITI “L. Da Vinci” di Carpi. A portare il messaggio di legalità, che vede format diversificati e mirati a seconda dell’età dei destinatari e dei contesti, sono stati i dirigenti Vice Questori Maria Rita Cardillo della Questura, Emanuela Ori e Paola Convertino rispettivamente dirigenti dei Commissariati di Mirandola e Carpi, affiancati da personale specializzato della Polizia Scientifica e della Polizia Ferroviaria.

Ieri è stata la volta degli studenti degli IIS “A. Ferrari” di Maranello e “G. Marconi” di Pavullo nel Frignano, dove il V.Q. Fabio Pecoraro dirigente del commissariato di Sassuolo, il Comm. Capo Maria Rosaria Giannotta della Questura e personale della Polizia Stradale hanno approfondito i concetti di legalità e rispetto delle regole ed i principi generali sull’educazione stradale.

Durante gli incontri gli studenti sono apparsi molto interessati agli argomenti trattati, interagendo su temi che riguardano il loro quotidiano, molti di loro sono peraltro pendolari e si confrontano ogni giorno con contesti di trasporto ferroviario e stradale.  

Centrali i temi del bullismo, cyberbullismo e delle dinamiche che la cronaca ci restituisce con sempre maggiore frequenza delle aggregazioni giovanili violente. Si è voluto chiarire, in particolare, quali di quei comportamenti sono qualificati dalla Legge come veri e propri reati, sottolinearne il disvalore e richiamare l’attenzione sulle conseguenti sanzioni penali. Non sempre i ragazzi si rendono conto che chi commette un fatto di reato, anche se minore, a partire dai 14 anni è direttamente perseguito dal codice penale. Sotto quell’età, pur non essendo imputabile, viene comunque segnalato alla Procura per i minorenni per l’avvio dei correlati progetti educativi, mentre i danni causati vanno in ogni caso risarciti dalla famiglia.

Gli studenti sono stati informati su quali sono gli strumenti di tutela e di intervento a favore delle vittime di bullismo, che non devono mai sentirsi sole, le prevaricazioni vanno denunciate e non subite passivamente. Proprio per questo si è parlato dell’importanza di parlare con un adulto, un familiare, un insegnante, un amico e, appena possibile, con la Polizia di Stato quando si è vittima o testimoni di episodi di bullismo, cyberbullismo o maltrattamenti in famiglia.

La cultura della legalità e del rispetto reciproco passano sempre per la cultura della prevenzione: parlarne, confrontarsi liberamente insieme, finalmente in presenza, è un grande arricchimento reciproco, per cui la Polizia di Stato ringrazia i dirigenti scolastici e i docenti sensibili che hanno voluto aderire al progetto.

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