Prevenzione contro le droghe al "Fanti" di Carpi grazie alla Comunità di San Patrignano
Formarsi a fare prevenzione, concluso il progetto di UnionCamere che ha coinvolto più soggetti per accompagnare i ragazzi su un tema estremamente delicato
Imparare a fare attività di prevenzione contro le droghe e allo stesso tempo a organizzare eventi, assemblee e dibattiti. Gli studenti del liceo scientifico “Manfredo Fanti” di Carpi hanno portato a termine il progetto “T.O.P Tutor per l’Orientamento e la Prevenzione”, reso possibile grazie al lavoro congiunto tra Comunità San Patrignano, Unioncamere Emilia-Romagna e Ufficio Scolastico Regionale, attraverso il coinvolgimento delle Camere di commercio competenti per ogni provincia coinvolta.
A rendere possibile per gli studenti il raggiungimento di questo risultato sono stati i due anni di formazione teorica e pratica ricevuta. Il progetto ideato da San Patrignano con il duplice obiettivo di arricchire il percorso didattico degli studenti con competenze spendibili nel loro futuro professionale e di contribuire alla prevenzione di dipendenze e disturbi comportamentali tra la popolazione scolastica, è stato articolato in diverse fasi. Un primo momento ha previsto una fase di formazione teorica sul tema del disagio giovanile e sulle possibilità di intervento. Successivamente, i ragazzi sono stati introdotti alla costruzione di un’attività di prevenzione attraverso una visita e un workshop presso San Patrignano, durante i quali hanno potuto partecipare a un incontro condotto dai ragazzi del gruppo di prevenzione della comunità, per poi soffermarsi su tutti i passaggi pratici necessari alla creazione e buona riuscita dell’evento e sulle tecniche di conduzione di un dibattito.
“La Camera di Commercio di Modena ha fin dall’inizio creduto nell’efficacia delle proposte di PCTO fatte dalla Comunità San Patrignano, decidendo di promuovere e finanziare progetti di prevenzione rivolti alle scuole – spiega Giuseppe Molinari, Presidente Camera di commercio di Modena - Posso dunque affermare di essere fiero del cammino svolto in questi ultimi 5 anni e dei risultati raggiunti dagli studenti coinvolti. Spero che queste attività possano continuare anche in futuro perché non si può smettere di fare prevenzione”.
Un percorso denso di contenuti e abilità, che già al termine del primo anno aveva portato gli studenti a confrontarsi con l’organizzazione e l’esecuzione di un incontro rivolto ad altre classe del proprio istituto, diventando veri e propri protagonisti del progetto e tutor per la prevenzione. Il grado di responsabilità e autonomia richiesto agli studenti dal progetto ha rappresentato per ognuno di loro una sfida importante. Se infatti da un lato è risultato un elemento di forte motivazione, dall’altro è stato un banco di prova. “E’ stato un piacere vedere con quale passione e intraprendenza gli alunni si siano messi in gioco all’interno di questo progetto – spiega Silvia Mengoli, responsabile del progetto di prevenzione WeFree della comunità – E’ davvero incredibile constatare anno dopo anno la portata di un’attività di formazione come questa”.
Un ulteriore momento di crescita è stato rappresentato dalla conduzione degli eventi, durante i quali i ragazzi hanno dovuto parlare ai loro coetanei raccontando anche una parte di sé e delle proprie fragilità. Dopo la proiezione di un filmato con la testimonianza di uno dei ragazzi della comunità, sono infatti stati gli stessi studenti che, raccontando le loro esperienze, spiegano che tutti hanno delle vulnerabilità e non bisogna aver alcun timore nel chiedere aiuto quando necessario. A scaturirne sono dibattiti di grande intensità, che grazie a un format molto interattivo, permettono di incontrarsi in un clima di condivisione ed empatia in cui è possibile aiutarsi l’un l’altro. “I ragazzi – spiega Lorella Bellodi, docente del Liceo scientifico Fanti di Carpi - riescono ad avere sui loro compagni un impatto fortissimo: parlano la stessa lingua, usano lo stesso codice. Si capiscono e stringono un patto di fiducia. Le loro parole hanno molta più autorevolezza di quelle di un insegnante e per questo possono veicolare messaggi di prevenzione in maniera molto efficace”.