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Pronto soccorso al telefono. Il progetto di teleconsulto per pazienti Covid

Migliorare l’assistenza dei pazienti al domicilio e intervenire precocemente sul peggioramento delle condizioni cliniche. Nasce il progetto di teleconsulto provinciale tra i Medici di medicina generale e il Pronto soccorso. Un ponte tra territorio e ospedali

Ha preso il via un nuovo progetto interaziendale di monitoraggio integrato e di teleconsulto provinciale tra Medici di medicina generale e Dipartimento di emergenza urgenza. Un progetto che consente di migliorare ulteriormente la gestione dei pazienti al domicilio, intervenendo precocemente.

Il protocollo, attivato nei giorni scorsi e già operativo su tutto il territorio provinciale, consente ai Medici di medicina generale di contattare il Pronto Soccorso per confrontarsi in maniera diretta sulle condizioni di persone covid positive o sospette che si trovano al domicilio.  Sono infatti circa duemila  le persone covid positive, sul territorio modenese, e seguite al domicilio dal proprio Medico di medicina generale, in collaborazione con il servizio di Sorveglianza attiva del Dipartimento di Sanità Pubblica.

È noto quanto la velocità del trattamento impatti sulla risposta alle cure sia in termini di efficacia che di possibile durata della degenza dei pazienti. Per evitare quindi una frammentazione della risposta ed il crearsi di pericolose sacche di pazienti in possibile evoluzione è stato istituito un percorso che integra il monitoraggio proattivo dei Medici di medicina generale verso i loro assistiti e l’attività del Pronto Soccorso, con l’obiettivo di fornire sia un teleconsulto ai professionisti impegnati sul territorio sia la possibilità di un accesso concordato al PS per effettuare gli eventuali accertamenti necessari, evitando così gli accessi impropri.

“Questo progetto – spiegano il dottor Geminiano Bandiera e il dottor Antonio Luciani, rispettivamente Direttori del Pronto Soccorso dell’Ospedale Civile e del Policlinico di Modena – vuole costituire un ponte tra gli ospedali e il territorio. Abbiamo voluto mettere a disposizione dei Medici di Medicina Generale un filo diretto che ci consenta non solo di intercettare potenziali casi positivi nelle prossime fasi dell’epidemia, ma anche di monitorare i pazienti seguiti dal territorio che, in caso di esigenze diagnostiche e di rivalutazione, possono accedere al Pronto Soccorso, su appuntamento preso dal Medico di Medicina Generale, in tutta sicurezza tramite specifici percorsi dedicati.”

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Come funziona il progetto

I pazienti covid-19 sospetti o accertati, già in qualche modo intercettati dal sistema territoriale, sono assistiti dal Medico di famiglia che effettua il monitoraggio telefonico in integrazione con il Servizio di Igiene Pubblica su pazienti covid positivi e/o sospetti. Attraverso il monitoraggio attivo delle loro condizioni cliniche, il Medico può intercettare i casi a più elevato rischio di evoluzione verso le complicanze dell’infezione da covid, con particolare riferimento alla insufficienza respiratoria acuta e, qualora riscontrasse elementi di particolare preoccupazione, può contattare i colleghi del Pronto Soccorso di riferimento per la sua area distrettuale per confrontarsi, condividere il percorso diagnostico terapeutico oppure concordare un accesso al PS in tempi rapidi per un approfondimento diagnostico o l’eventuale ricovero.

Lo stesso percorso può essere seguito dai medici delle USCA (Unità speciali di continuità assistenziale) che, chiamati a visitare un paziente al domicilio in accordo con il Medico di medicina generale, riscontrassero la necessità di un confronto telefonico. Infine, un terzo aspetto recentemente evidenziato riguarda i cittadini che sono seguiti negli ambulatori di Porta Aperta: anche i medici di Porta Aperta, che restano punto di riferimento per queste persone, potranno fare diretto riferimento al percorso del PS.

Dal canto proprio il medico di PS condivide con il collega Medico di medicina generale l’eventuale ricovero o il rientro al domicilio, valutando insieme a lui l’opportunità di una terapia e di successivi controlli.

“La pandemia ha pesantemente coinvolto la provincia di Modena impattando duramente sul sistema sanitario anche a livello locale – dichiara il dottor Stefano Toscani, Direttore del Dipartimento interaziendale di Emergenza-urgenza –. Nonostante questo la risposta è stata pronta e ha permesso di superare le prime fasi dell’emergenza. Ci troviamo ora in una seconda fase estremamente delicata: il sistema ha intercettato una fetta importante dei pazienti più gravi e isolato al domicilio quelli meno gravi, garantendo loro un monitoraggio il più possibile puntuale, grazie anche a questi nuovi progetti. Il nostro compito è fare di tutto per assicurare la piena integrazione tra tutti i soggetti coinvolti per migliorare il più possibile l’assistenza ai pazienti del nostro territorio”.

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