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Punto Nascita di Mirandola, la Commissione chiede la chiusura nel 2023. La Regione va avanti

La Giunta Regionale chiede al Ministero la deroga per mantenere in vita le strutture di Mirandola, Cento e Faenza. Ma L'Ausl di Modena evidenzia i costi e le difficoltà gestionali, auspicando lo stop al 31 dicembre

La Giunta regionale dell'Emilia ha potuto analizzare e deliberare in merito al lavoro svolto dalla Commissione consultiva tecnico-scientifica sul percorso nascita, un insieme di tecnici che ha il compito di monitorare la situazione dei Punti Nascita più critici del nostro territorio, che non si adeguano (almeno in parte) agli standard previsti a livello nazionale. In particolare parliamo dei Punti di Mirandola, Cento (FE) e Faenza (RA). La Commissione ha fornito il quadro della situazione e svolto le proprie osservazioni, a seguito delle quali la Giunta ha assunto la propria decisione.

Decisione che si concretizza nel "attivare con immediatezza le procedure previste dal DM 11.11.2015 per la richiesta di deroga al requisito dei 500 parti/anno per il mantenimento dell’attività, relativamente ai punti nascita di Cento (FE), Mirandola (MO) e Faenza (RA)". Il altre parole, la Regione ha chiesto che queste strutture possano continuare ad operare garantendo il servizio sul territorio anche per il 2023, impegnandosi ad adeguare gli standard operativi laddove fosse necessario.

Tuttavia, la Commissione consultiva si è espressa contrariamente per quanto riguarda Mirandola. Un aspetto da non sottovalutare. Nella relazione si legge infatti che la Commissione "si esprime contro la richiesta di deroga dei PN di Mirandola e Cento successiva alla data del 31.12.2022”.

Tra le principali criticità messe in evidenza per il Punto della Bassa modenese vi sono i costi di gestione: si è passato dai 1.740.000 euro del 2021 alla previsione di 2.084.600 per l'anno in corso e all'ulteriore aumento a 2.441.600 per l'anno 2023. "Si evidenzia l’importante incremento dei costi, in considerazione delle note difficoltà a reperire i professionisti in possesso delle competenze necessarie, infatti, già nel corso del 2022 è stata avviata una collaborazione con la Cooperativa Novamedica, tale soluzione ha comportato un importante incremento dei costi del personale medico. Tra le strategie da adottare per garantire al punto nascita di Mirandola le necessarie competenze professionali, si potrebbe ricorrere alle equipe (mediche e ostetriche) afferenti ai Punti nascita di Carpi, Sassuolo e Policlinico di Modena. Questo consentirebbe di creare un pool integrato di professionisti che operando su più sedi e nell’ottica dell’interscambiabilità, consentirebbe di mantenere i livelli di competenza necessari a garantire continuità e sicurezza, presso una sede che si caratterizzerà per un numero di parti ridotto", scrive la Commissione, abbozzando anche possibili soluzioni. 

L'Ausl di Modena, dal canto suo, è intervenuta per ribadire che allo stato attuale delle cose il Punto Nascita di Mirandola non chiuderà: "Come già evidenziato in più occasioni, pur in un contesto di oggettiva carenza di personale medico di ginecologia che investe tutto il Paese, l’Ausl ha infatti messo in campo un importante e continuo sforzo per il reperimento di professionisti, dando corso a tutte le tipologie di reclutamento possibili, proprio per continuare a garantire un adeguato livello di attività e sicurezza dei suoi Punti Nascita".

Le richieste della politica

Il caso è stato messo in evidenza da Antonio Platis e Mauro Neri di Forza Italia: "Chiediamo alla politica di compattarsi e di convocare immediatamente tutti i consigli comunali, quello provinciale e la CTSS per deliberare la propria contrarietà a questa proposta scellerata della Commissione Nascite. Con questo parere dei vertici sanitari è verosimile che nessun ministero possa esprimersi contro e concedere una deroga per quanto l’atto della Commissione Nascite è, a nostro avviso, parziale, raffazzonato, con costi abnormi assolutamente non rendicontati e privo delle valutazioni sulla mobilita' passiva già denunciata ieri da Forza Italia. Serve un mandato politico forte per ribadire l'essenzialità del punto nascite del Santa Maria Bianca. Chiediamo venga immediatamente integrata la richiesta di deroga. L'Ausl – attaccano Platis e Neri - deve piantarla di cercare di risparmiare quattrini sempre sulle spalle degli abitanti dell'Area Nord. I buchi della sanità sono altrove".

Nei giorni precedenti anche la Lega aveva chiesto lumi alla Regione sulle procedure in atto, con il consigliere mirandolese Guglielmo Golinelli che aveva attaccato: "La strategia è sempre la medesima: si riducono i servizi, le categorie e le casistiche di partorienti, per poi dire che non ci sono i numeri, o che tenere aperto il Punto nascite è rischioso. È da aprile che il Comune di Mirandola attende una risposta alla lettera formale inviata alla regione chiedendo lo stato dell’arte relativo alla deroga sul punto nascite, risposta mai arrivata. Le voci insistenti sulla volontà di chiudere il punto nascite e le mancate risposte sono la prova che è tutto fondato. La Lega non ci sta a vedere depauperato ulteriormente il territorio di servizi e si opporrà in tutte le sedi”.

Lo stesso Partito Democratico era intervenuto con le consigliere Palma Costi e Francesca Maletti, chiedendo un rafforzamento del Punto Nascita e non solo: "Chiediamo di sostenere attivamente la nuova Direzione ASL di Modena affinché siano adeguati i parametri di personale”. Inoltre,  per le dem va ottimizzato il Punto nascita, che un primario, ma “ha mancanze importanti di personale, che rischiano di far aumentare processi di mobilità passiva verso strutture della vicina Lombardia” la quale sta rafforzando il vicino Punto nascita di Pieve di Coriano. Infine, la giunta dica se intende sostenere “come più volte asserito in occasioni pubbliche, il ripristino dei posti letto di cardiologia al fine di dare piena e adeguata funzionalità alla Cardiologia di Mirandola già oggi rafforzata sul piano ambulatoriale e di raccordo con i servizi distrettuali”. Durante l’emergenza pandemica, ricorda la consigliera pd, i posti letto vennero spostati a Carpi.

Secondo Costi, “la risoluzione di queste emergenze deve comunque andare di pari passo con il rafforzamento complessivo dell’Ospedale come da programmi concordati tra Istituzioni ed Azienda: superamento delle aree omogenee, indizione dei bandi per i primariati previsti e ancora non attivati, revisione dei posti letto, individuazione del personale medico ed infermieristico e delle attrezzature necessarie, progettazione unitaria della struttura ospedaliera, raccordo con i servizi territoriali”.

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