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Rapina al Parco Ducale, i tre minori problematici erano già stati allontanati dalla comunità

Refrattari a interventi educativi, ora tocca all’autorità giudiziaria. “Ma non generalizziamo: percorsi positivi per molti altri”. Sindaco risponde a interrogazione di Giacobazzi (FI)

“I minori stranieri arrestati per rapina erano stati allontanati dalle comunità di accoglienza per minori già dall’estate perché, nonostante tutti gli interventi educativi attuati nei loro confronti, avevano una condotta incompatibile e pericolosa anche per gli altri ragazzi. Non bisogna però generalizzare: tanti sono invece i minori accolti che stanno seguendo percorsi positivi e massimi gli sforzi di chi lavora con professionalità a favore dei minori stranieri non accompagnati. L’auspicio è piuttosto che gli interventi che la giustizia minorile può mettere in atto, possano essere un'occasione reale di riabilitazione e riparazione, perché per governare processi e fenomeni complessi, per tenere insieme diritti e doveri, c’è sempre bisogno che anche lo Stato svolga fino in fondo il suo compito”.

Lo ha affermato il sindaco Gian Carlo Muzzarelli rispondendo giovedì 29 ottobre all’interrogazione di Piergiulio Giacobazzi di Forza Italia in merito “all’arresto di minori stranieri al parco ducale”. Il consigliere aveva chiesto, tra l’altro, a quale comunità di accoglienza appartenessero i ragazzi e informazioni rispetto a orari e regole delle strutture, a chi spettasse il controllo, se l’assenza di notte venga segnalata agli organismi competenti e come s’intenda accertare eventuali responsabilità; se sia regolare che il Parco Ducale sia aperto la sera e di notte.

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Dopo aver rinnovato la solidarietà alla vittima e ringraziato la Polizia per il rapido intervento, il sindaco ha definito l’episodio: “grave e preoccupante, perché riconducibile a fenomeni più ampi e complessi da gestire, per altro commesso da ragazzi per i quali interventi educativi e di sostegno si sono rivelati inefficaci ad un’integrazione sana, tanto da indurre all’allontanamento dalla comunità”. E non si trattava solo di condotte aggressive o violente, ma che rischiavano di influenzare negativamente altri minori fragili accolti. Non potendo per legge venire meno all'obbligo di collocamento, l'Amministrazione comunale ha individuato quindi strutture alternative ai contesti comunitari, in attesa che l'Autorità giudiziaria svolgesse le attività di competenza. La grave condotta era stata infatti segnalata alla Procura e all'attenzione degli organi giudiziari è stato anche portato il flusso anomalo di minori tunisini con criticità nella presa in carico per il grave rischio di devianza.

Il terzo ragazzo arrestato, appena maggiorenne, non era invece nemmeno conosciuto dal servizio minori stranieri non accompagnati.

Rispondendo ai quesiti il sindaco ha poi riassunto le regole vigenti nelle comunità di accoglienza minori: orario di rientro serale, impossibilità di norma di trascorrere fuori la notte, segnalazione al servizio sociale e alle forze dell’ordine in caso di ritardo o mancato rientro. Regole che vengono spiegate e condivise, ma per garantirne il rispetto la struttura può usare solo con strumenti educativi, non può attuare metodi coercitivi né ricorrere alla forza. Le trasgressioni sono quindi gestite con strumenti educativi, come il divieto di uscire per alcuni giorni, più impegno in attività domestiche, regole più stringente nell'uso del cellulare.

Il sindaco ha poi sottolineato che “non pare che sull’episodio in questione possano sussistere eventuali responsabilità, anche interne: l'Amministrazione ha sempre agito nel rispetto della normativa e con gli strumenti che la Legge conferisce; agendo in rete con le istituzioni competenti: Autorità giudiziaria, minorile e ordinaria, Forze dell'ordine, Sert. Ai ragazzi sono stati forniti tutti gli strumenti per iniziare un percorso di integrazione, tuttavia si è alla fine arrivati a un provvedimento che costituisce l’estrema ratio: attualmente solo 3 su 103 i minori sono allontanati dalle comunità di accoglienza.

Per quanto riguarda l’area dei Giardini Ducali (dove nel corso dell’anno si sono svolti 98 servizi di controllo della Polizia locale, la metà in base a segnalazioni) è anche oggetto di controlli quotidiani nell’ambito del servizio antidegrado della Zona 1 attivo nella zona Stazione dei Treni e piazzale Natale Bruni; altri controlli sono organizzati dalle forze dell’ordine nell’ambito del Tavolo Tecnico della Questura. Apertura e chiusura dei cancelli sono affidate dal Comune all’agenzia per la vigilanza notturna Coopservice. Nel periodo a cui si riferisce l’episodio la chiusura era alle 23.30 e l’apertura alle 6.30; quel sabato notte, però, l’assenza imprevista della guardia ha provocato un ritardo nel servizio curato da un sostituto al termine di altre attività di vigilanza, per cui la chiusura dei tre cancelli è iniziata solo dopo le 2 di notte. Quando la guardia è giunta in corso Canalgrande, era già presente la Polizia. Una volta chiariti tutti gli elementi di responsabilità, l’amministrazione comunale si riserva di valutare eventuali sanzioni.

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