Mappatura del contagio, Unimore avvia un progetto finanziato dall'Agenzia Spaziale Europea
Il territorio della provincia di Reggio Emilia sarà studiato con tecnologie satellitari per determinare fattori di rischio e tendenze evolutive nel medio-lungo periodo di COVID-19
Il bando europeo dal titolo “Spazio in risposta all'epidemia di COVID-19”, lanciato in collaborazione con il Ministero italiano per l'innovazione tecnologica e la digitalizzazione e la Presidenza del Consiglio dei Ministri e col supporto dell'Agenzia spaziale italiana, era un invito rivolto ad aziende a forte tasso di innovazione tecnologica a presentare le loro idee per la distribuzione e la dimostrazione di servizi per rispondere all'emergenza che l'Europa, e in particolare l'Italia, sta affrontando a causa della diffusione del coronavirus, facilitando l'emergere di progetti dedicati all'implementazione e alla dimostrazione di servizi pre-operativi che affrontano i temi della sanità o dell'istruzione.
Unimore, attraverso i suoi igienisti Prof. Marco Vinceti e Dott. Tommaso Filippini del DBMN, lavorerà in consorzio con una start-up innovativa di Milano per la gestione di dati ambientali, TerrAria, leader del progetto in quanto piccola/media impresa ai sensi del bando ESA, ed una start-up di gestione di immagini satellitari ad altissima definizione e di georeferenziazione, Studiomapp di Ravenna.
Compito del Consorzio e del progetto EPICO19 è valutare come le risorse satellitari del sistema Copernicus di ESA e della sua rete di satelliti Sentinel possano contribuire a studiare, contenere e prevedere l’evoluzione attuale e futura della infezione da SARS-CoV-2 e della patologia COVID-19 ad essa associata, con particolare riferimento all’uso delle immagini satellitari per lo studio dei flussi di traffico e della mobilità e distanziamento individuale, la fotografia satellitare ad altissima risoluzione, la georeferenziazione attraverso il sistema europeo Galileo, e l’analisi delle emissioni di contaminanti da traffico veicolare e trarre vantaggio da una intensa attività di ricerca contro il COVID-19 sviluppatasi in questi mesi all’interno dell’Ateneo, grazie alle collaborazioni con la Sezione di Fisiologia del DBMN, Prof. Jonathan Mapelli e Prof. Giuseppe Pagnoni, con la Clinica di Malattie Infettive dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena e segnatamente con la sua Direttrice Prof.ssa Cristina Mussini e col Prof. Giovanni Guaraldi, con l’Ingegneria Ambientale-Sanitaria del DIEF–Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari”, Prof.ssa Grazia Ghermandi e Prof. Sergio Teggi, col DISMI-Dipartimento di Scienze e Metodi dell’Ingegneria, Prof.ssa Rita Gamberini e Prof. Marco Mamei, ed infine con istituzioni estere quali la Scuola di Sanità Pubblica dell’Università di Boston (USA), Prof. Kenneth Rothman, ed il Dipartimento di Salute Globale dell’Istituto Karolinska di Stoccolma (Svezia), Prof. Nicola Orsini.
“Per la realizzazione del progetto EPICO19 – aggiunge il Prof. Marco Vinceti di Unimore – rafforzeremo altresì la stretta collaborazione in ambito scientifico già esistente con l'Azienda Sanitaria Locale di Reggio Emilia, che si è resa disponibile a testare sul territorio reggiano il
La collaborazione dell’AUSL di Reggio Emilia al progetto prevede lo stretto coinvolgimento della sua Unità di Epidemiologia, diretta dal Dott. Paolo Giorgi Rossi e molto attiva nella ricerca epidemiologica nei confronti del COVID-19, e del Dipartimento farmaceutico, diretto dalla Dott.ssa Federica Gradellini.
“Questo prestigioso finanziamento – commenta il Direttore del DBMN di Unimore Prof. Michele Zoli - è il riconoscimento della grande qualità e innovatività del gruppo del prof. Vinceti e dimostra come sia possibile coniugare, ai massimi livelli, eccellente ricerca di base, utilizzo delle tecnologie più avanzate e soluzioni di grande portata per la società”