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Trombosi polmonari da Covid-19, individuato a Modena il meccanismo di attivazione

L’elevata concentrazione dei megacariociti polmonari associata agli alti livelli sistemici di interleuchina 6 è la causa che innesca la trombosi nei pazienti Covid. Lo studio dell’AOU di Modena pubblicato su Platelets

“Ancora una volta la sanità regionale è protagonista della ricerca a livello internazionale – si è complimentato l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini – e Grazie al lavoro dei ricercatori modenesi, la nostra Regione non ha solo ottenuto un altro primato scientifico, ma ha contribuito ad aumentare la conoscenza dei meccanismi con cui agisce il Coronavirus. Un altro risultato importante che va ad arricchire il lavoro della comunità scientifica internazionale, impegnata quotidianamente nella lotta quotidiana contro questo subdolo nemico”.

“Voglio fare i complimenti al Team di ricercatori guidato dal dottor Roncati – ha commentato il Direttore Generale, dottor Claudio Vagnini – che in questi ultimi mesi è riuscito a centrare due importanti risultati scientifici, quello sulle vasculiti di giugno e questo sulle trombosi, che ci consentono di conoscere meglio questa terribile malattia e che hanno grandi ripercussioni terapeutiche. Risultati che sono frutto della decisiva collaborazione con UNIMORE e con l’Azienda USL e che, quindi, dimostrano ancora una volta l’ottimo funzionamento della rete provinciale”.

“Siamo orgogliosi di questi risultati scientifici del gruppo multidisciplinare dell’AOU e dell’AUSL di Modena e del nostro Ateneo – ha commentato il Rettore Unimore, professor Carlo Adolfo Porro – che permettono di approfondire i meccanismi alla base di alcune gravi conseguenze dell’infezione da SARS-CoV-2. L’impegno corale di tanti gruppi di ricerca pone la nostra realtà tra quelle più dinamiche nella lotta contro il virus a livello nazionale e internazionale. Sono anche lieto di sottolineare, nell’ambito di questa grande orchestra scientifica e assistenziale, il contributo del Centro Interdipartimentale Grandi Strumenti, un fiore all’occhiello nel supporto alla ricerca interdisciplinare”.

Un ringraziamento particolare al Centro Interdipartimentale Grandi Strumenti di UNIMORE. Oltre alla dottoressa Ligabue, al dottor Gennari, al dottor Trenti ed al professor Maiorana, hanno partecipato allo studio: dottor Vincenzo Nasillo (Emolinfopatologia), dottoressa Beatrice Lusenti (Emolinfopatologia), dottor Luca Fabbiani (Anatomia Patologica), dottoressa Claudia Malagoli (Anatomia Patologica), dottoressa Graziana Gallo (Anatomia Patologica), dottoressa Silvia Giovanella (Nefropatologia), dottor Massimo Lupi (Anatomia Patologica), dottoressa Tiziana Salviato (Anatomia Patologica), dottoressa Ambra Paolini (Emolinfopatologia) e dottor Matteo Costantini (Anatomia Patologica).

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