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Tumori ereditari della mammella e dell’ovaio, il Policlinico studia le complicanze riproduttive

Importante finanziamento per L'Azienda Ospedaliero-Universitaria e Unimore. Quattro giovani ricercatori del Policlinico studieranno le 330 pazienti per 3 anni

La qualità della vita riproduttiva delle pazienti affette dal tumore ereditario della mammella o dell’ovaio è al centro di un progetto che coinvolge quattro giovani ricercatori– tutti under 40 – dell’AOU di Modena e di Unimore: la dott.ssa Angela Tossdell’Oncologia è Principal Investigator del progetto, al quale partecipano la dottoressa Elena Barbieridell’Oncologia, il dottor Giovanni Grandie la dottoressa Giovanna Sighinolfidella Ginecologia. Il progetto, che si intitola “QUALITY OF (REPRODUCTIVE) LIFE IN YOUNG WOMEN AT INCREASED RISK FOR HEREDITARY BREAST AND/OR OVARIAN CANCER” è stato finanziato con 208.700 euro dai fondi stanziati dal Ministero della Salute per la Ricerca Finalizzata 2018,Bando Giovani Ricercatori. Lo studio durerà tre anni e arruolerà almeno 330 pazienti. 

Il progetto ha l’obiettivo di creare un percorso multidisciplinare che si fa carico delle complicanze della vita endocrino-riproduttiva delle donne portatrici di mutazioni genetiche che incrementano i rischi di tumori della mammella e dell’ovaio. In particolare, il progetto si sviluppa su 3 filoni: uno rivolto alla valutazione e preservazione della fertilità, uno dedicato alla gestione delle complicanze legate alla menopausa precocee l’ultimo volto alla gestione delle ripercussioni della chirurgia mammaria sull’immagine corporeae la sessualità di queste donne.

“Siamo orgogliosi e soddisfatti di questo traguardo– ha commentato la dottoressa Angela Tossoncologa che si occupa di tumori femminili - Oltre a vivere con la consapevolezza di avere maggiori rischi di sviluppare un tumore, le nostre pazienti incontrano maggiori difficoltà a trovare una gravidanza. Inoltre, a causa di interventi preventivi o trattamenti oncologici spesso sviluppano una menopausa precoce e vedono modificare la propria immagine corporea e la propria capacità di relazionarsi col partner. Oltre alla gestione del rischio oncologico, tutti questi aspetti che peggiorano la qualità della loro vita devono essere affrontati e risolti. L’ottenimento di questo finanziamento ci consentirà di sviluppare questi temi e di offrire alle nostre pazienti un’assistenza sempre migliore e completa.”

“Il finanziamento ottenuto ci permetterà di incrementare l’offerta assistenziale per le giovani donne ad alto rischio eredo-familiare per tumore della mammella e dell’ovaio, oltre ad aprire nuove conoscenze in questo ambito. Sono pertanto felice di essere parte di questo gruppo e di poter offrire il mio contributo a favore di queste donne e degli avanzamenti in ambito scientifico”è il commento della Dott.ssa Elena Barbieridell’Oncologia.

Il progetto coinvolgerà le pazienti che afferiscono alla Struttura Semplice di Genetica Oncologica Dipartimento Oncologia ed Ematologia dell’AOUdiretta dalla dottoressaLaura Cortesiche ha aggiunto: “Più di 20 anni fa, grazie a un’idea del prof Massimo Federico, abbiamo iniziato ad occuparci di donne con rischio eredo-familiare per i tumori della mammella e dell’ovaio. Da allora, insieme ai colleghi della Ginecologia, della Radiologia e della Chirurgia Senologica, ci facciamo carico della gestione del loro rischio oncologico tramite programmi di sorveglianza personalizzati e tramite la proposta di chirurgie profilattiche ovariche e mammarie. Questo finanziamento contribuirà ad ampliare sempre maggiormente l’offerta di assistenza alle nostre pazienti, studiando la modalità migliore per migliorare anche la loro qualità di vita.” 

“Già da diversi anni eseguiamo consulenze alle pazienti con tumore della mammella sul tema dell’impatto delle terapie oncologiche sulla fertilità; queste giovani donne sono entusiaste del servizio, spesso la paura di non poter diventare mamme in futuro pesa quanto quella per la patologia oncologica di base” commenta Giovanna Sighinolfi, ginecologa che lavora presso la Struttura Complessa di Ginecologia diretta dal prof. Fabio Facchinetti. “Sono contento di fare parte di questo progetto multidisciplinare con gli oncologi di monitoraggio per la diagnosi precoce del tumore dell’ovaio e gli interventi chirurgici profilattici, prima che si sviluppi il tumore, per mettere le mie competenze al servizio di queste pazienti che meritano un’assistenza a 360 gradi” dice Giovanni Grandi, anch’egli ginecologo. 

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