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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Nuovo contratto per 18mila dipendenti Coop, i sindacati verso la mobilitazione

Malumore per le posizioni della cooperativa, che a Modena conta quasi mille addetti. Filcams/Cgil: "Si scaricano sulle lavoratrici e sui lavoratori le difficoltà emerse negli ultimi anni". Il 27 aprile Attivo nazionale

Dopo 42 assemblee in presenza e l’ultima on line, si è concluso il percorso informativo nei punti vendita di Coop Alleanza 3.0 che ha visto la partecipazione di quasi 1.000 tra lavoratrici e lavoratori modenesi, alcuni dei quali somministrati da agenzie interinali. Tema della assemblee il rinnovo del contratto integrativo aziendale che, a 6 anni dalla fusione delle tre cooperative in Alleanza 3.0, riunirà sotto un’unica contrattazione nazionale tutti i circa 18.000 dipendenti della cooperativa.

"Una trattativa complicata, che ha visto da subito rigettare le proposte iniziali delle Organizzazioni sindacali che a Coop chiedevano, oltre ad una revisione delle premialità economiche e dei livelli di inquadramento da uniformare su tutto il territorio nazionale, una maggior attenzione alle condizioni di lavoro - spiega la Filcams Cgil - Non solo sicurezza, ma anche conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, meno turni spezzati, maggiori garanzie sull’orario di lavoro attraverso il consolidamento di ore aggiuntive per i part-time involontari e uno sguardo sulla sostenibilità ed il “lavoro green”, anche attraverso la proposta del “lavoratore a chilometro zero”. Un’idea da anni sostenuta dalle Rsu modenesi di Coop basata sulla logica di evitare lunghi ed inutili spostamenti per le lavoratrici ed i lavoratori che potrebbero spesso operare all’interno del proprio comune di residenza, vista la numerosa presenza di punti vendita in città e nella provincia".

Il sindacato è duro: "A queste logiche Coop Alleanza ha invece risposto chiedendo di poter ridurre la rappresentanza sindacale e quella dei rappresentanti alla sicurezza, oltre a rivendicare una maggiore flessibilità oraria, riduzione o cancellazione dei premi aziendali, nessuna garanzia sugli orari di lavoro e sui temi della conciliazione, oltre a richiedere una disponibilità maggiore di orari spezzati, turni di lavoro fino a 10 ore, aumento del nastro orario. Una condizione che, da subito, i sindacati Filcams/Cgil Fisascat/Cisl e Uiltucs/Uil hanno ritenuto irricevibile in modo unitario e che ha portato alla convocazione immediata delle assemblee su tutto il territorio nazionale, per informare le lavoratrici e i lavoratori sull’andamento della trattativa prima ancora che questa volgesse al termine della fase preliminare di presentazione delle proposte".

“Le proposte arrivate non solo sono sindacalmente irricevibili - dicono dalla Filcams Cgil di Modena - ma spostano l’asse della gestione delle vite dei lavoratoti in mano all’azienda. Il clima nelle assemblee non è stato sempre sereno, le persone che lavorano in Coop, già oggi, hanno evidenti problemi organizzativi e di conciliazione tempi di vita e tempi di lavoro, che innescano spesso anche problemi di relazioni con i propri responsabili. Quindi ai lavoratori e alle lavoratrici è evidente che l’indirizzo che la cooperativa vuole dare alla contrattazione è quella di avere una gestione integrale della loro esistenza, anche al di fuori dell’orario di lavoro. Le Organizzazioni sindacali intravedono il chiaro obiettivo di scaricare sulle lavoratrici e sui lavoratori le difficoltà emerse negli ultimi anni durante i quali, è cosa nota, Coop Alleanza ha attraversato, e ancora attraversa, situazioni delicate dovute a scelte commerciali e organizzative non sempre centrate".

Il sindacato prosegue fornendo un quadro a tinte fosche: "Parliamo di un’azienda che, solo nel territorio modenese, ha incentivato l’uscita di quasi duecento lavoratori tra sedi e punti vendita, continuando a redistribuire il carico di lavoro su chi restava al proprio posto. Dopo tutto questo, dopo due anni di pandemia durante i quali questi lavoratori non hanno mai arretrato continuando a garantire il servizio, superando le proprie personali paure per sé e per i propri cari, permettendo così al sistema paese di rimanere in piedi, quello che ci sentiamo proporre oggi è di mettergli le mani in tasca, togliendo loro il premio aziendale e di flessibilizzare l’orario di lavoro al massimo, anche attraverso percorsi di multiperiodalità (settimane in cui si può lavorare di più o di meno dell’orario contrattualmente previsto) con preavvisi ridottissimi impedendo l’organizzazione delle persone e delle loro famiglie, al di fuori del proprio orario di lavoro. Questo, nei fatti, significa voler avere la facoltà di decidere della vita delle persone anche quando sono al di fuori della propria attività lavorativa”.

La Filcams-Cgil nazionale ha ritenuto opportuno, al termine del percorso assembleare, convocare  Attivi nazionali dei delegati Coop, tra i quali quello di mercoledì 27 aprile a San Lazzaro di Savena che coinvolgerà l’Emilia-Romagna e la Lombardia e al quale parteciperà  la delegazione modenese con oltre 50 rappresentanti sindacali. Gli attivi serviranno a fare il punto sull’avanzamento della trattativa, a portare il clima di forte disappunto che si è respirato durante le assemblee territoriali e a dare un eventuale mandato a chi gestisce la trattativa al tavolo nazionale.

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