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Riserva di Biosfera Appennino Tosco-Emiliano: un patto per la sostenibilità

Una Riserva MaB è un luogo che l’UNESCO considera un esempio di sostenibilità per il mondo intero, un luogo in cui il rapporto tra uomo e natura si svolge in modo armonico

E’ stata presentata in Provincia l’Assemblea fondativa della riserva di Biosfera Mab Unesco dell’Appennino Tosco Emiliano del territorio modenese, che si terrà il prossimo 16 febbraio all’hotel Mazzieri delle Piane di Mocogno.

La riserva di Biosfera Appennino Tosco-Emiliano fa parte del Programma UNESCO “Man and the Biosphere” (MaB), nato nel 1971. Le “Riserve della Biosfera” (738 in 134 Paesi del mondo, di cui 20 in Italia) sono aree di ecosistemi terrestri, costieri e marini in cui, attraverso un’appropriata gestione del territorio, si associa la conservazione dell’ecosistema e la sua biodiversità con l’utilizzo sostenibile delle risorse naturali a beneficio delle comunità locali.

Una Riserva MaB è un luogo che l’UNESCO considera un esempio di sostenibilità per il mondo intero, un luogo in cui il rapporto tra uomo e natura si svolge in modo armonico.

La Riserva di Biosfera Appennino Tosco-Emiliano originaria è stata riconosciuta dall’UNESCO il 9 giugno 2015, in un territorio comprendente 34 comuni distribuiti su 5 province e 2 regioni: Parma, Reggio Emilia e Modena in Emilia-Romagna e Lucca e Massa Carrara in Toscana, per una superficie di circa 2.200 kmq. Da subito il coordinatore-gestore è stato individuato nel Parco nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano, soggetto titolare della proposta di istituzione della Riserva, che si è posta come un vero e proprio “patto di collaborazione territoriale” tra soggetti pubblici, privati ed economici.

Il 15 settembre 2021 il Consiglio internazionale UNESCO MaB ha approvato l’ampliamento della Riserva di Biosfera, che è passata così a 80 comuni, raddoppiando la sua estensione a 5.000 chilometri quadtrati, arrivando fino alle porte delle città di Reggio Emilia e Parma, includendo la prima collina e l’Appennino Modenese e Reggiano, raccogliendo più compiutamente, oltre il crinale, Lunigiana e Garfagnana, fino a lambire le Alpi Apuane e il mar Tirreno.

Un territorio che è giunto a ricomprendere ben 16 Aree protette e 40 Siti Rete Natura 2000, la maggior parte dei quali sono gestiti dall’Ente Parchi Emilia Centrale. Si tratta, in particolare, dei Parchi regionali del Frignano e dei Sassi di Roccamalatina; delle Riserve naturali regionali delle Salse di Nirano, della Rupe di Campotrera e di Sassoguidano e del Paesaggio naturale e seminaturale protetto Collina Reggiana-Terre di Matilde, oltre ai Siti della Rete Natura 2000.

Riserva di Biosfera Appennino Tosco-Emiliano, cosa comprende?

La Riserva di Biosfera Appennino Tosco-Emiliano comprende 80 comuni, con una estensione di 5.000 chilometri quadrati, dalle porte delle città di Reggio Emilia e Parma, includendo la prima collina e l’Appennino Modenese e Reggiano, raccogliendo più compiutamente, oltre il crinale, Lunigiana e Garfagnana, fino a lambire le Alpi Apuane e il mar Tirreno, comprendendo 16 Aree protette e 40 Siti Rete Natura 2000.

I 21 Comuni modenesi che ne fanno parte sono Castelvetro, Fanano, Fiorano, Fiumalbo, Frassinoro, Guiglia, Lama Mocogno, Maranello, Marano, Montecreto, Montefiorino, Montese, Palagano, Pavullo, Pievepelago, Polinago, Riolunato, Sassuolo, Serramazzoni, Sestola e Zocca.

Per il presidente della Provincia di Modena Fabio Braglia «questo riconoscimento dimostra il grande valore del nostro territorio, che grazie a questo riconoscimento potrà far conoscere ancora di più le proprie peculiarità e unicità. L’assemblea fondativa del Mab sarà l’occasione per condividere strategie e obiettivi comuni di valorizzazione che porteranno beneficio a tutto il sistema territoriale modenese».

Giovanni Battista Pasini, presidente dell’Ente Parchi Emilia Centrale, sottolinea che «dopo l’importante allargamento territoriale della Riserva di Biosfera ai territori montani e collinari modenesi, questa Assemblea vuole sancire il diffuso coinvolgimento da parte di tutti gli attori territoriali attorno a questa istituzione e confermarne la propria “mission”. Occorre far comprendere a tutti i cittadini quanto sia importante essere coinvolti in questo ambito, strategico per la valorizzazione del territorio nella direzione della salvaguardia ambientale e dello sviluppo economico sostenibile».

Per Claudia Piacentini, vicesindaca e assessora all’ambiente del Comune di Pavullo nel Frignano «il riconoscimento dell’allargamento della Riserva MaB Unesco al territorio modenese non è un punto di arrivo, ma fa parte di un percorso che tutti insieme dobbiamo proseguire. Vivere in una Riserva MAb è una grande opportunità e per prima cosa è bene che noi amministratori ne comprendiamo l’importanza, nella consapevolezza di essere parte di un circuito mondiale di luoghi di grande pregio, tenendo sempre ben presenti gli obiettivi di conservazione e di sviluppo del territorio, impegnandoci nel contempo, in un ottica di appartenenza, a farlo sapere agli abitanti».

Ugo Liberi, assessore all’ambiente e all’urbanistica del Comune di Sassuolo, infine sottolinea che «siamo stati contenti del fatto di aver potuto rientrare nella Riserva MaB Unesco con la parte collinare del nostro territorio, quell’area che fa da “cerniera” tra le aree pedecollinari più industrializzate e quelle collinari-montane più naturalistiche: una funzione “unificante” peculiare del territorio sassolese. Come amministrazione intendiamo renderci parte attiva all’interno della Riserva e abbiamo già in programma iniziative di valorizzazione dei percorsi ciclo-pedonali e dei prodotti tipici».

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