rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024
Attualità

Studenti divisi sul gradimento delle lezioni online, i risultati del sondaggio Unimore

Sono stati oltre 5mila gli studenti Unimore che hanno partecipato al questionario sull'"Università ai tempi del Covid-19". Alla soddisfazione per le lezioni online si affianca la sensazione di maggior carico, soprattutto per le studentesse, ed emerge l'irrinunciabilità degli spazi universitari

La grande maggioranza di iscritte e iscritti ad Unimore ha seguito con soddisfazione le lezioni a distanza proposte dall’Ateneo Unimore e in buon numero non ha dovuto cambiare le proprie condizioni di studio, ma un quarto degli studenti è confuso e insofferente per la didattica in remoto e quattro studenti su dieci sono disorientati, insoddisfatti dell'apprendimento e confusi su come uscire da questa situazione.

Queste le indicazioni che emergono da un'indagine online, la più estesa condotta finora in Italia tra gli universitari durante il periodo del lockdown, condotta sulle condizioni di vita e di studio degli studenti nel periodo 8 aprile – 2 maggio 2020. Alla rilevazione ha risposto il 20% della popolazione studentesca (5.341 studenti e studentesse): un tasso di partecipazione adeguato per cogliere come le iscritte e gli iscritti ad Unimore hanno reagito alla nuova modalità formativa “a distanza” imposta dalle misure restrittive adottate per la pandemia da coronavirus.

“L'indagine – spiega la Professoressa Margherita Russo del Dipartimento di Economia Marco Biagi, che ha ideato e coordinato il progetto - aveva come obiettivo quello di superare l'emergenza Covid-19 con maggiore consapevolezza, analizzando le condizioni di vita e di studio degli studenti e cercando gli strumenti più utili a una didattica inclusiva e a uno studio che contribuisca a dare ad ogni studente e a ogni studentessa la possibilità di procedere nel proprio percorso di studi e nel proprio percorso di vita nel migliore dei modi”.

All'indagine hanno risposto 5.341 studenti con risposte complete e 1.437 con risposte incomplete. Unimore (nelle sedi di Modena, Reggio Emilia e Mantova) - va precisato - ha goduto di un fattore protettivo rispetto ad altre realtà, dove la provenienza degli studenti è molto più variegata e questo ha fatto sì che nelle settimane del lockdown e, anche ora, il 73,4% dei rispondenti non ha dovuto cambiare radicalmente la propria situazione abitativa, perché residente con la famiglia di origine sul territorio regionale, e pertanto ha potuto integrare agilmente (1/3) la didattica in remoto nella attività di studio ordinaria con entusiasmo o anche solo per disciplina al fine di portare avanti il proprio percorso accademico.

“Tutto sommato, la vocazione territoriale dell’Ateneo – precisa la Professoressa Margherita Russo - ha eliminato un fattore di stress e disagio organizzativo che gli studenti hanno invece sperimentato quando hanno preferito rientrare nelle famiglie di origine in una regione più lontana. Per alcuni studenti l'emergenza, invece, ha aggravato condizioni già presenti, mentre per altri non sembra aver inciso in modo significativo sul loro percorso di studi”.

Se l’annullamento degli spostamenti logistici può aver fatto apprezzare i servizi online, è assolutamente da sottolineare come le studentesse e gli studenti lamentino il dover stare lontano da dipartimenti, biblioteche e aule studio e dalla socialità della vita universitaria. Il lockdown ha, infatti, reso evidente quanto le strutture universitarie siano un’infrastruttura indispensabile per la vita e l’apprendimento universitario. Non solo perché queste strutture rappresentano anche luoghi di aggregazione, di socialità e di confronto critico, ma soprattutto perché offrono ambienti confortevoli di studio, risorse materiali ed elettroniche (libri, e-book, riviste, enciclopedie) e livelli di connessione non sempre disponibili nella propria abitazione: il 3,3% di chi ha risposto all'indagine non ha un dispositivo elettronico per lo studio; il 2% ha solo uno smartphone per studiare o dispositivi obsoleti o ricevuti in prestito; quasi il 13% ha una connessione scarsa o pessima. Queste condizioni non consentono, quindi, di seguire le lezioni a distanza a tutti e tutte, o di seguirle in diretta o scaricare le registrazioni o i materiali didattici. Possono essere critiche anche le condizioni per lo svolgimento della prova d'esame in remoto. La grande maggioranza di studenti ha seguito le lezioni online con una soddisfazione media sufficiente, senza grandi differenze in termini di anno di corso.

Accanto alla soddisfazione, c’è però da rilevare la più netta sensazione di carico e di affaticamento. Passare molte ore davanti a un monitor per seguire le lezioni rende più pesante e faticoso prendere appunti e seguire con attenzione le lezioni, rispetto alla presenza in aula, anche per via della difficoltà a rimanere concentrati. Infatti, trovare la concentrazione giusta è più difficile nel caso di lezioni in remoto, soprattutto quando le condizioni degli spazi domestici costringono a una convivenza in un ambiente destinato anche ad altre attività.

Un terzo del totale dei partecipanti al questionario assegna un voto almeno sufficiente alla didattica online anche se rimpiange le relazioni sociali e lamenta difficoltà dello studio, mentre solo un terzo assegna un voto negativo all'online. Fa riflettere, tuttavia, che circa il 40% degli studenti che ha risposto al questionario abbia espresso problemi nell’organizzazione dello studio e tre quarti degli studenti abbiano reagito all'emergenza modificando il proprio modo di studiare. A conferma dell’importanza delle infrastrutture universitarie, sono proprio la chiusura delle biblioteche e l’assenza di interazione coi colleghi ad aver reso più difficoltosa l’organizzazione dello studio.

L’analisi ha restituito una differenza di genere molto significativa e per certi versi inattesa in questa fascia di età e condizione lavorativa. Se su molti indicatori della modalità e delle difficoltà esperite nello studio non c’è un gap di genere, le studentesse riportano un ulteriore elemento di aggravio nello studio: le loro difficoltà dipendono dalla condivisione dei ruoli di cura e gestione nella sfera domestica. Doversi occupare dei minori, degli anziani o di ammalati incide negativamente sulla capacità di gestione dei tempi di studio delle studentesse rispetto agli studenti, rimandando al tema della diseguale distribuzione dei carichi di lavoro nella sfera domestica ed extradomestica che evidentemente pesa anche sulle giovani studentesse.

“È ormai chiaro che l'uscita dall'emergenza sarà un processo graduale. Il punto di vista degli studenti e delle studentesse, che cogliamo da questa rilevazione, - conclude la Professoressa Margherita Russo di Unimore - sarà davvero prezioso per progettare le attività didattiche e i servizi agli studenti del prossimo anno, per offrire una didattica di qualità che risponda alle diverse esigenze e ai diversi contesti di studio. Ulteriori sviluppi dell'analisi potranno riguardare altri approfondimenti sulle specifiche modalità di didattica (a distanza e in presenza) e sulla valutazione delle condizioni di vita e di lavoro del personale docente e tecnico-amministrativo. L'idea di fondo è quella di leggere, attraverso la lente dell'emergenza Covid-19, le dimensioni essenziali per migliorare la qualità della didattica evidenziate dalla rilevazione empirica”.
 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Studenti divisi sul gradimento delle lezioni online, i risultati del sondaggio Unimore

ModenaToday è in caricamento