Sanità. “Tieni in forma il tuo cuore”, cliniche mobili nelle piazze e campagne informative sulle buone pratiche
Un mese dedicato al rischio cardiovascolare. L’assessore Donini: “La prevenzione non solo combatte le malattie ma migliora la qualità della vita e garantisce la sostenibilità del sistema sanitario”
Agli appuntamenti nelle piazze la Regione aggiunge anche una campagna informativa, che sarà declinata sia digitalmente che in opuscoli a disposizione del pubblico oltre che nelle sedi dell’iniziativa anche nei luoghi di cura, a partire dalle Case della salute, con alcune semplici regole per ridurre i rischi cardiovascolari.
Prima di tutto, è importante effettuare semplici controlli a cadenza regolare su pressione arteriosa, valore di glicemia, colesterolo LDL (il cosiddetto colesterolo “cattivo”) o un peso corporeo superiore a quello previsto in base a età a statura.
C’è poi il tema delle abitudini e dei comportamenti: oltre a evitare il fumo, sono importanti una dieta sana e uno stile di vita non sedentario. Per quanto riguarda l’alimentazione, i consigli della sanità regionale vanno dalla riduzione dell’uso del sale alla predilezione per pesce e carni bianche, passando per l’uso dell’olio extravergine e la moderazione del consumo di alcolici. Dal punto di vista del movimento, si va dall’esercizio fisico per 30 minuti almeno al giorno alle buone pratiche come preferire le scale all’ascensore o la bici all’auto per i piccoli spostamenti.
I dati sul fenomeno
Nel 2019 sono stati registrati in Emilia-Romagna più di 250.000 soggetti possessori di esenzione ticket per ipertensione arteriosa ma la patologia è molto più diffusa arrivando a colpire fino un terzo della popolazione; inoltre, più di 65.000 sono i portatori di cardiopatia ischemica e circa 20.000 i pazienti con scompenso cardiaco. Il 2% della popolazione poi soffre di fibrillazione atriale asintomatica, una turba del ritmo cardiaco spesso non diagnosticata.
In Italia la prevalenza di cittadini affetti da invalidità cardiovascolare è pari al 4,4 per mille (dati Istat). Il 23,5% della spesa farmaceutica italiana (pari all'1,34 del prodotto interno lordo), è destinata a farmaci per il sistema cardiovascolare (Relazione sullo stato di salute del Paese, 2000). In Italia, i costi diretti sanitari per le malattie cardiovascolari sono stati stimati pari a circa 16 miliardi di euro a cui si devono aggiungere oltre 5 miliardi sostenuti in termini di costi indiretti. A tutto questo si devono aggiungere i giorni di lavoro (e di produttività) persi dopo l'evento cardiovascolare: è stimato che mediamente nell'anno successivo ad un evento cardiaco acuto i pazienti cardiopatici perdono 59 giorni di lavoro per un costo stimato dall'Inps di circa 755 milioni di euro.