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Scoperte archeologiche nel modenese. Un sepolcreto basso-medievale nel cuore di Mirandola

Un controllo archeologico effettuato nel cantiere del nuovo Polo Culturale di Mirandola ha portato alla scoperta di una porzione di sepolcreto verosimilmente risalente all’età compresa fra l’anno 1000 e la scoperta dell’America

Durante i lavori di scavo previsti nell’ambito del progetto di ripristino post-terremoto e riqualificazione del complesso architettonico dell’ex convento di S. Francesco è stata intercettata la porzione di un sepolcreto, databile con tutta probabilità al Basso Medioevo, cioè all’epoca compresa convenzionalmente fra il 1000 e la scoperta dell’America.

La Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le provincie di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, in accordo col Comune di Mirandola, aveva già attivato nei mesi scorsi il controllo archeologico in corso d’opera sulle operazioni di scavo.

“Si tratta di un’importante scoperta – commenta il Sindaco Alberto Greco – che non pregiudicherà il proseguo dei lavori poichè il cantiere era stato diviso per aree. In questo modo gli interventi che non riguardano il sito oggetto di ispezione da parte di archeologi ed antropologi continueranno regolarmente. Di comune accordo con l’Assessore alla Cultura Marina Marchi e la Soprintendenza, abbiamo inoltre scelto di celebrare la scoperta inserendo una giornata dedicata alla visita di tale ritrovamento nel programma del “Memoria Festival”.

Gli archeologi della ditta ArcheoModena stanno mettendo in luce alcune sepolture databili in base alle indagini preliminari fra il XIV e il XVI secolo, rinvenute all’esterno del chiostro dell’ex convento. Si tratta di inumazioni infantili e di adulti, deposte in fosse scavate nel terreno: le sepolture, organizzate su più livelli sovrapposti, risultano tutte disposte in senso canonico, col capo posto ad ovest e rivolto verso est, idealmente volto verso il sole nascente, verso cioè la rinascita cristiana nell’aldilà.

La sepoltura più recente invece ha orientamento nord-sud ed è costituita da due inumati, deposti contemporaneamente, con caratteristiche ossee differenti rispetto agli altri corpi deposti. I defunti sono stati deposti senza alcun elemento di corredo funebre, come di consueto per le sepolture di quest’epoca: il rito cristiano infatti prevedeva che il defunto dovesse presentarsi dinnanzi a Dio privo di qualunque ornamento terreno. La stretta collaborazione tra archeologi e antropologi, attivata già durante la fase di scavo, consentirà un’analisi approfondita ed interdisciplinare del contesto, permettendo in particolare di analizzare e determinare con modalità scientifiche alcune caratteristiche dei defunti, come il sesso, l’età della morte, gli stili di vita e le principali patologie di cui erano eventualmente stati affetti.

L’ edificio del convento di San Francesco venne edificato nel corso del XIII secolo, annesso alla chiesa di S. Francesco, una delle prime chiese francescane costruite in Emilia dall'ordine dei Frati minori, la cui prima attestazione a Mirandola è del 1287. Uno studio storico e architettonico sul complesso di San Francesco è stato pubblicato nel 2016 da Maurizio Calzolari del gruppo studi della Bassa Modenese. Rispetto alle conoscenze fino ad oggi in nostro possesso, le indagini archeologiche in corso rappresentano una novità importante e degna di uno studio approfondito.

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