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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Covid e scorte di sangue, nessun allarme negli ospedali modenesi

Con le donazioni in crescita sia durante il lockdown che nei mesi estivi, nessun allarme per i nostri ospedali e disponibilità di sacche anche per le zone carenti d’Italia

In questi giorni sono frequenti gli appelli sulla stampa nazionale per le carenze di sangue che si stanno verificando, in particolare in alcune regioni, a seguito del calo delle donazioni durante l’emergenza Covid, tanto che in alcuni casi si parla di sospensione degli interventi chirurgici. In provincia di Modena questo allarme non esiste. Lo precisa Avis provinciale insieme al Servizio Trasfusionale del Policlinico, in base ai dati della raccolta di sangue e plasma nei mesi da marzo (inizio del lockdown) ad agosto.

In questo periodo le donazioni sono state 27.185, il 3,29% in più rispetto allo scorso anno, con un aumento in particolare dell’ 8,11% riferito ai mesi di giugno, luglio e agosto, solitamente critici per quanto riguarda l’affluenza di donatori. Dal dato complessivo delle donazioni va rilevato il netto aumento di quelle del plasma, che hanno raggiunto sempre da marzo ad agosto le 10.660 unità, con un incremento del 21,67%.

“Sia durante il lockdown che nei mesi estivi – dichiara il dr.Giovanni Ceccherelli responsabile del Servizio Medicina Trasfusionale modenese - grazie alla disponibilità dei donatori Avis le strutture sanitarie della nostra provincia non hanno avuto carenze né ritardi negli interventi per mancanza di sangue. Abbiamo anzi potuto mantenere le forniture previste al Centro Regionale Sangue e in questo caso, dall’inizio dell’anno alla fine di agosto abbiamo conferito 3.425 sacche di globuli rossi per aiutare altre regioni italiane nel mantenimento delle loro attività sanitarie”.

“Modena può contare su un sistema di raccolta solido e coordinato – aggiunge il presidente provinciale Avis Cristiano Terenziani – con una rete diffusa di punti prelievo nei nostri comuni che ci permette di gestire il flusso delle donazioni sia nei periodi di picco, che nelle emergenze, che nei momenti di “magra”. Una programmazione possibile grazie alla stretta collaborazione col Centro Trasfusionale e naturalmente con i nostri 30.000 donatori, che continuano a dimostrarsi responsabili e più forti di qualsiasi virus”.

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