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Attualità Sant'Agnese / Viale Trento Trieste

Un abuso edilizio di "interesse pubblico", il Garage Ferrari resta al suo posto

Lo ha deciso il Consiglio di Stato al termine di una lunga disputa giudiziaria tra un gruppo di residenti e il Comune di Modena. La carenza di parcheggi nella zona "salva" lo stabile oggi di proprietà del Comune che fu costruito eccedendo nei volumi

Ci sono voluti 36 anni per mettere la parola fine al contenzioso legale relativo al Garage Ferrari, il parcheggio multipiano di viale Trento Trieste che venne edificato dopo che il Comune di Modena autorizzò una variante urbanistica nel 1987. Un grande edificio in cemento armato che venne realizzato eccedendo nei volumi previsti dalla normativa urbanistica: un palese abuso edilizio, come accertato da diverse sentenze nel corso dei decenni, che tuttavia resterà al suo posto.

Il Consiglio di Stato, con sentenza pubblicata ieri, ha infatti respinto il ricorso che alcuni residenti hanno mosso ormai molti anni fa e che è passato attraverso vari gradi di giudizio.

La storia della controversia

Era il 2013 quanto il Tar dell'Emilia-Romagna bocciò il provvedimento del novembre 1994 con il quale il Comune di Modena aveva  disposto il rinnovo della concessione edilizia per la costruzione dell'immobile. Il Comune aveva quindi intimato alla società proprietaria B.A. Service s.r.l. un termine per procedere alla demolizione totale dell’edificio o, in alternativa, alla presentazione di una domanda di sanatoria. Passano altri 5 anni di ricorsi e B.A. Service nel 2018 riceve un termine di 90 giorni per procedere alla demolizione del fabbricato o per chiedere in alternativa il permesso di costruire in sanatoria.

Nell'estate del 2018 la Giunta Muzzarelli approva lo schema di protocollo di intesa con la B.A. Service, sottoscritto qualche giorno dopo, col quale quest’ultima si è impegnata a non presentare il progetto in sanatoria, affinché, una volta scaduto il termine per demolire, l’amministrazione acquisisse l’immobile al patrimonio comunale

Così in effetti avviene e dal 31/10/2018, accertata la mancata ottemperanza all’ordine di demolizione del fabbricato, il Garage passa a far parte del patrimonio comunale. Successivamente l'Amministrazione adottata la deliberazione 20/12/2018, n. 93 con la quale dichiara il prevalente interesse pubblico alla conservazione dell'edifico. Parcheggio che effettivamente viene concesso in gestione all'Automobile Club Modena per quanto riguarda la sosta dei veicoli, sulla base di una specifica convenzione con il Comune e con la partecipata CambiaMo spa, cui viene affidato il compito di studiare la riqualificazione dello stabile.

Da qui l'ennesimo ricorso del gruppo di residenti, che il Consiglio di Stato ha discusso a fine gennaio, esaminando esclusivamente l’impugnazione della delibera consiliare n. 93/2018, con la quale è stato dichiarato il prevalente interesse pubblico alla conservazione del Garage Ferrari.

La decisione del Consiglio di Stato

I giudici hanno rigettato il ricorso dei residenti validando quindi la delibera del 2018 con la quale si motiva l'interesse pubblico che sta dietro il mantenimento dell'immobile negli attuali volumi.

In particolare, il Comune aveva spiegato che nell'area in cui è situato il Garage, sull'asse di via Emilia Est appena fuori dal centro storico, "si rileva una notevole domanda di mobilità e di sosta" e che "le caratteristiche degli edifici, derivanti dagli standard costruttivi dell'epoca di realizzazione, offrono limitate possibilità di sosta in ambito privato, aumentando di necessità la pressione di sosta veicolare su strada". In più, in virtù del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS), la stessa Amministrazione Muzzarelli ha previsto per i prossimi anni "un'ulteriore riduzione dei parcheggi a favore di spazi di pubblica fruizione".

Alla luce di questi e di altri elementi, il Comune aveva stabilito quindi che "il Garage Ferrari rappresenta attualmente una risorsa rilevante sia con funzione di autorimessa, sia con modalità di sosta oraria".

Per il Consiglio di Stato, in conclusione, "siffatta motivazione deve ritenersi sufficiente a sorreggere la scelta compiuta, peraltro frutto di un potere ampiamente discrezionale, in quanto evidenzia bene quali siano le finalità, certamente di interesse pubblico, che l’amministrazione ha inteso perseguire. Difatti, risulta evidente la preponderanza dell’interesse generale a conservare l’immobile, per destinarlo a soddisfare conclamate e non smentite esigenze di spazi da adibire alla sosta dei veicoli, su quello al ripristino della legalità violata".

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