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Livelli di ozono già fuori norma, superato il limite di sforamenti a Modena e Sassuolo

Registrati sforamenti in tutta l’Emilia. Al 29 luglio sono 13 le stazioni che hanno superato il limite consentito. Legambiente: "Spingere su trasporto collettivo e mobilità elettrica per salute e clima"

Con l’arrivo dell’estate si torna a fare i conti con l’ozono, il dannoso inquinante che invade le nostre città minacciando la nostra salute. Sono infatti 13 le stazioni di monitoraggio in 6 provincie dell’Emilia – Romagna che hanno già superato il limite normativo annuale dei 25 giorni di superamento consentiti rispetto al valore obiettivo di 120 µg/m3 sulla media mobile delle 8 ore (dati aggiornati al 29 luglio 2021).  

Un quadro che dimostra che l’ozono troposferico è ancora troppo presente nell’aria che respiriamo e che probabilmente non facciamo abbastanza per contrastare la presenzadi questo inquinante secondario derivato, la cui causa estiva principale è  la mobilità.

Dal controllo delle stazioni di monitoraggio sono due le situazioni che presentano  dati allarmanti: la stazione situata a Parco Montecucco (PC) con 35 giornate di superamento del limite e picchi fino a 167 µg/m3 e quella di Gherardi (FE), che ha registrato 46 giornate di superamento e ha raggiunto picchi fino a 160 µg/m3.

Una nota positiva per quest’anno si riscontra nei picchi massimi raggiunti in termini di µg/m3, che si sono attestati finora ai 167 µg/m3, mentre nel 2020 in alcune stazioni le concentrazioni avevano superato la soglia di informazione di 180 µg/m3, definita come il "livello oltre il quale sussiste un rischio per la salute umana in caso di esposizione di breve durata per alcuni gruppi particolarmente sensibili della popolazione".

Le stazioni modenesi che hanno superat i limiti sono state quelle di Modena (parco Ferrari) con 32 giorni sopra la soglia e quella di Sassulo (parco Edilcarani) con 27 sforamenti.

Legambiente Emilia-Romagna commenta: "La situazione di inquinamento cronico della Pianura Padana – sia invernale che estivo – che minaccia la nostra salute ci impone radicali trasformazioni. In particolare è la mobilità con motori a combustione che incide in modo importante sulla produzione di Ozono e dunque occorre che su questo si acceleri il percorso di trasformazione verso un sistema di spostamenti più sostenibili rafforzando il trasporto ferroviario, quello pubblico locale e la mobilità elettrica. Nello specifico è la flotta pubblica che deve diventare 100% elettrica quanto prima, con le aziende di trasporto che devono dare il buon esempio, tramite un rapido adeguamento di tutte le gare verso l’acquisto di autobus senza motori a combustione".

"Attualmente, lo strumento per ridurre le emissioni degli inquinanti più critici (compreso l’ozono), esisterebbe.  La regione Emilia – Romagna ha stilato il PAIR 2020 (Piano Aria Integrato Regionale) che prevede una serie di provvedimenti e azioni utili al risanamento della qualità dell’aria e di rientrare nei valori limite fissati dalla direttiva europea 2008/50/CE;  purtroppo queste azioni devono trovare ancora piena attuazione ed efficacia - prosegue l'associazione - Ogni livello amministrativo può fare la sua parte con azioni diversificate: per esempio incentivando l’intermodalità e la presenza di più aree verdi, piste ciclabili e pedonali nelle città,  aumentando le risorse per il trasporto pubblico, con un parco autobus rinnovato, sostenendo ‘ecoincentivi’ per rottamare i veicoli commerciali leggeri più inquinanti e la promozione della mobilità elettrica, puntando anche a ridurre l’inquinamento prodotto dalle attività industriali e agricole".

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