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Si chiude La Bonissima che sorprende e soddisfa i palati dei numerosi visitatori

13esima edizione in archivio per la manifestazione che si conferma punto di riferimento, nel panorama della cultura alimentare modenese, nazionale ed internazionale. La piazza Patrimonio dell’Unesco, imbandita per tre giorni di specialità

La 13 esima edizione del festival del gusto e dei prodotti tipici modenesi è andata in archivio nel segno della soddisfazione. Molti, infatti i partecipanti - da chi la già conosceva già a quelli approdati la prima volta – che non hanno resistito e si sono fatti prender per la gola da tortellini, o maccheroni al pettine della bassa. E poi dal salame di San Felice, crescentine montanare o gnocco fritto; calzagatti, scaglie di parmigiano reggiano macchiato dall’aceto balsamico. Per chiudere tra croccante, bensone e tortelli fritti accompagnati dal lambrusco e i più tipici liquori modenesi. se non addirittura nella stria carpigiana, una delle novità di quest’anno.

 La Bonissima ha portato il suo carico di delizie, profumi e sapori, anche quest’anno in piazza Grande. Location – e dove se no, per esaltare al meglio ciò che di meglio il territorio produce? -  ideale e idonea che, come una tavola imbandita a festa ha proposto l’eccellenza dei prodotti della tradizione gastronomica ed agroalimentare nostrani. Accogliendo, tra il Duomo e il palazzo comunale, buongustai e amanti locali ed esteri (tanti gli stranieri) della nostra cucina tipica, sia tradizionale che innovativa e sperimentale, che hanno scoperto, assaporato, mangiato soprattutto, ma pure acquistato con tanta soddisfazione.

Anche quest’anno La Bonissima ha saputo trovare quell’equilibrio “di ingredienti perfetto” che al solito la contraddistingue. Conferme e novità hanno contribuito attraverso prodotti e produttori a consolidare la cultura alimentare ed enogastronomica modenese e le sue peculiarità, raffinate, di alta qualità. Come pure il mercato delle eccellenze, gli show-cooking, i laboratori del gusto e le degustazioni guidate andati sold out in tutti tre i giorni e le novità, declinate in tipicità più o meno note, ma pure in diversi casi riscoperte per essere proposte agli appassionati.

Cultura che però è passata anche attraverso i giovani allievi delle scuole che hanno scelto il palcoscenico de La Bonissima per sfidarsi con estro e creatività nella preparazione di piatti tipici rivisitati ma col timone ben saldo sulle nostre materie prime di assoluta qualità.

La Bonissima 2023

Tre giorni di manifestazione

Allestita come nelle grandi occasioni, piazza Grande si è presentata come la vetrina delle eccellenze agroalimentari e gastronomiche territoriali, con una trentina circa di produttori modenesi ed uno proveniente dalla Romagna alluvionata, da Conselice per la precisione, ospitato in segno di vicinanza e solidarietà. Si è trattato di vere e proprie specialità spesso difficili da trovare sugli scaffali dei negozi poiché la quantità limitata prodotta ne rende difficile il commercio. Direttamente da aziende agricole, pasticcerie, laboratori artigianali e piccoli produttori, sono stati acquistati per l’assaggio e il consumo sul posto: gnocco fritto, borlenghi preparati con prodotti semplici e un procedimento spettacolare, fe crescentine/tigelle. Quindi lasagne e i mitici calzagatti. E ancora, Parmigiano Reggiano, Aceto Balsamico, Prosciutto di Modena, Salame di San Felice, tortellini da cuocere e da passeggio, castagne e frittelle di castagne, per passare poi ai prodotti del bosco (funghi, tartufi, mirtilli) e alle prelibatezze dolci, cioccolato, praline, croccante e macaron, crostate, tortelli dolci, saba e savor. Ma anche ottima birra da birrifici artigianali della città e l’immancabile Lambrusco e Pignoletto.

Novità in piazza: la stria carpigiana, la Sassolina e i Maccheroni al pettine

Diverse e importanti le novità, che hanno trovato ne La Bonissima la tavola migliore dove essere conosciute, in un caso riscoperte e soprattutto gustata.

Anzitutto è stato l’anno della stria carpigiana. Molto apprezzata nella città dei Pio, per la semplicità e per quel gusto “di una volta” che ha, nel suo piccolo rappresenta un pezzo di storia della cultura gastronomica locale. La storia ci narra che la stria modenese, di cui una sua ricetta è riportata fra le schede della pubblicazione del 1969 di Massimo Albertini edita da Longanesi è presente un po’ in tutta la provincia. Tra queste si distingue quella carpigiana, prodotta in tutti i forni di Carpi e presente farcita in tutte le caffetterie della città dei Pio. Al di fuori della provincia modenese non è c’è traccia di un prodotto simile. Questa delizia per il palato è finita nel corso de La Bonissima sotto l’attento giudizio di esperti giurati buongustai, che ha assaggiato e valutato quella prodotta da una decina di forni di Carpi, fino a decretare come “Migliore” quella del forno De Caroli e venduta da Panetteria Berengario 54. La motivazione? “Aspetto con colore uniformemente equilibrato che denota un’ottima cottura. Considerata ottimale, leggermente croccante, in superficie è tenera, ma ben cotta all’interno. Dal sapore pieno ed equilibrato, grazie agli ingredienti sapientemente dosati.”  Ovviamente ha provveduto ad allietare il palato di tanti visitatori ed appassionati messisi in fila per l’occasione, mentre è diventata oggetto del laboratorio serale per imparare a farla.

Quindi è stata la volta della Sassolina, tradizionale insaccato noto a Sassuolo e sulle colline adiacenti, riportato alla luce dopo che rischiava di andare perduto per sempre, a causa della chiusura della macelleria che lo ha preparato per più di mezzo secolo. Una piatto a base di Sassolina ha sfidato un altro piatto col più noto Zampone modenese. A cimentarsi nella preparazione Massimo Malagoli, Assessore del Comune di Sassuolo, e la food blogger Lorella Giugni per lo Zampone. Il tripudio del pubblico ha incoronato il piatto con la Sassolina.

Da ultimo ma non meno importante l’esordio a La Bonissima dei Maccheroni al pettine, tipici della Bassa modenese, con un laboratorio di preparazioni. Non sono stati da meno anche quelli – inteso come laboratori – realizzati su pietanze note, ma che mai stancano e rinfocolano la tradizione modenese di tortellini in brodo, gnocco fritto, salame di cioccolato. Tutti con relative degustazioni: andati esauriti in ogni ordine di posto.

Degustazioni guidate e laboratori andati tutti in sold out. La tradizione e il “come si faceva una volta” un punto fermo per La Bonissima, non ha mancato poi di attrarre numerosi curiosi, grandi e piccoli, saltando all’occhio, ma pure al palato con diverse specialità. Tra questi le preparazioni del savor per il ripieno dei tortelli fritti, dei ciccioli nel paiolo sul fuoco e la pigiatura dell’uva coi piedi come un tempo.

Potevano mancare le food blogger? Ci sono state e quanto sono piaciute. Per loro, un contest condotto da Lorella Giugni in cui si sono cimentate nella realizzazione di loro piatti particolari, fatti unicamente con prodotti acquistati presso il mercato de la Bonissima. Una sfida ai fornelli che ha fatto divertire il pubblico riuscendo a dare consigli e informazioni utili sul cucinare. Tra ricette della tradizione e innovative.

La tradizione, inoltre, per restare in tema contest e laboratori è spiccata anche in altri due momenti segnati da una folta presenza di pubblico. Il primo, il laboratorio con degustazione di tortellini. Un vero e proprio workshop di cucina - condotto dallo chef Luca Severi della gastronomia/ristorante “Benvenuti da Leonida” di Carpi - dall’impasto alla stesura della sfoglia fino ad un finale con assaggi. Il secondo sul salame di cioccolato fatto sempre da Lorella Giugni.

Al “fine pasto” con una lezione sui liquori tipici modenesi, poi ha pensato Giovanna Freno dell’azienda Il Mallo, che vanta tre generazioni accomunate dall’arte di produrre liquori nel rispetto delle ricette di famiglia a partire dalla selezione delle materie prime.

Momenti istituzionali a La Bonissima e la nomina de “Il Re del Mercato 2023”

Oggi in occasione dell’ultimo giorno l’Assessore del Comune di Modena Carla Ludovica Ferrari ha incoronato, nell’atteso momento da appassionati gourmet e amanti dei prodotti tipici del territorio, “Il Re del Mercato” de La Bonissima 2023. Una nomina arrivata dopo che la Giuria degli esperti ha selezionato e valutato tra tutti quelli a La Bonissima, il prodotto migliore presente al mercato. E a salire sul palco per essere premiato da esperti Gourmet e dalle autorità cittadine è stato il produttore “Noce moscata di Villanova” di Modena. Con la sua innovativa idea di sorbetti alla zucca e alla a castagna. Da consumarsi freddo sprigiona in bocca i sapori intensi dell’autunno. Noce moscata è specializzata in prodotti dolci, pasta fatta in casa e gnocco al forno. Da quest’anno alla sua strepitosa produzione ha aggiunto anche i sorbetti.

Menzione speciale poi è andata alla Macelleria Fratelli Ratti di San Felice sul Panaro con il loro salame di San Felice sapido ma non salato dal gusto pieno ed equilibrato che rispecchia tutta la tradizione della bassa modenese. Prodotto questo che fa parte del paniere dei prodotti a marchio Tradizione e Sapori della Camera di Cammercio di Modena e che quindi segue nella lavorazione un preciso disciplinare a garanzia della sua qualità e rispetto della tradizione.Altra menzione speciale è invece andata al Caseificio San Lucio Montardone di Serramazzoni per il suo parmigiano reggiano dalla lunga stagionatura che riesce a mantenere il gusto pieno senza dare la prevalenza a sapori troppo salati.

Chiusura in bellezza e bontà soprattutto, per il fior fiore della tipicità modenese, il gnocco fritto. Al rigonfio e giocondo alimento che tutti conquista dal primo morso, La Bonissima ha voluto esser da cornice alla premiazione degli ambasciatori della “Coppia fumante” della Confraternita del Gnocco D’Oro. Il Gran Maestro della Confraternita Luca Bonacini ha svelato i meritevoli ambasciatori 2023. Questi sono il cuoco ed imprenditore Paolo Reggiani del ristorante i Laghi, l'imprenditore Marcello Palmieri de Il Salumificio Favola, la giornalista del Corriere della Sera Maria Vittoria Melchioni e il giornalista e scrittore Luca Cesari. Anche loro tra quelli che più hanno lavorato nei rispettivi ambiti per affermare le tradizioni emiliane e modenesi nel mondo, raccontando la Terra di Giuseppe Verdi, Luciano Pavarotti ed Enzo Ferrari.

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