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Giovedì, 18 Aprile 2024

Francesco Baraldi

Giornalista Modena

Stadio Braglia

Morire a 16 anni accoltellato al parco, una ferita al cuore di Modena

Un delitto che lascia allibiti e riapre la questione mai risolta della criminalità dilagante nell'area alle porte del centro storico. Oltre al tema dell'accoglienza dei minori soli

Uno scontro tra due distinti gruppi di stranieri: questa l'ipotesi al momento più accreditata - anche secondo alcuni testimoni - sulla quale i Carabinieri di Modena stanno lavorando con l'obiettivo di rintracciare i giovani protagonisti della rissa di ieri pomeriggio al Parco Novi Sad, costata la vita ad una ragazzo pakistano di appena 16 anni e lesioni molto gravi ad un connazionale 22enne, ricoverato in Terapia Intensiva. Potrebbero essere le telecamere che sorvegliano l'area verde a chiarire i dubbi degli inquirenti e agevolare l'identificazione degli aggressori, ce si sono dileguati lasciando diversi feriti a terra.

L'aggressione, al culmine di una lite, è avvenuta in pieno giorno nell'area interna del parco, dove un gruppo di panchine è ritrovo abituale di tanti giovani stranieri: tra questi anche gruppi di minori stranieri non accompagnati, ospiti del programma di accoglienza cittadino. Tra questi vi era anche il 16enne che ieri pomeriggio è deceduto sotto i colpi di un'arma da taglio. Una fine straziante e inconcepibile.

Tuttavia - ed è davvero doloroso dirlo - una tragedia che non è un fulmine a ciel sereno. Nell'episodio di ieri si sommano infatti una serie di fattori di criticità, che Modena non è stata in questi anni capace di superare, nonostante gli sforzi.

Pomeriggio di sangue al Novi Sad, deceduto un 16enne accoltellato. Atri due feriti

Il luogo del delitto non è certo casuale. Da ormai una decina di anni il parco Novi Sad è teatro di fatti di cronaca gravi: accoltellamenti, aggressioni a bottigliate, rapine, risse, tanti episodi di degrado urbano. Senza dimenticare lo spaccio di droga: la vecchia Piazza d'Armi è un mercato attivo 24 ore su 24, agevolato dalla vicinanza all'autostazione e ai poli scolastici. Denunce e arresti sono all'ordine del giorno: basta una mezza giornata di controlli mirati da parte delle forze dell'ordine - cosa che accade regolarmente per due volte a settimana, in media - per alzare le statistiche legate al narcotaffico cittadino.

In questo contesto si muovono e stazionano abitualmente diversi gruppi di giovani sia italiani che stranieri, ma sono soprattutto questi ultimi ad aver eletto la zona a luogo di ritrovo permanente, mescolandosi così agli spacciatori e - senza false ipocrisie - talvolta finendo per essere contagiati dal malaffare e diventarne parte.

Stupisce proprio in questo senso che un gruppo di minori stranieri non accompagnati, ospiti in una struttura non distante dal parco, si collocasse nel parco esponendosi a tutti i rischi del caso. Pur senza la pretesa di imbrigliare gli adolescenti e con la consapevolezza delle risorse limitate, sorgono spontanei alcuni dubbi sulla gestione del servizio di accoglienza e della sua capacità di realizzare una vera integrazione degli ospiti. La cronaca recente ci ha già consegnato inchieste e denunce per il coinvolgimento di questi ragazzi nelle attività di spaccio, come in zona Costellazioni. La progettualità a tratti virtuosa - come nel caso dell'inserimento lavorativo con la Scuola Edile - evidentemente non è tale da garantire una sorveglianza in grado di preservare il percorso di tutti questi giovani.

Un tema che si inserisce in quello di un disagio giovanile sempre più critico, che negli anni della pandemia si è acutizzato portando alla ribalta tanti fenomeni di microcriminalità. Un proliferare di atteggiamenti sempre più aggressivi da parte di adolescenti e ragazzi poco più grandi, che si è concretizzato nel fenomeno delle baby gang e viene acuito dalle divisioni autodeterminate in gruppi di etnie diverse. Ricordiamo le risse con bastoni fuori dalle scuole, le spedizioni punitive, i radi vandalici, persino i taglieggiamenti ai danni dei commercianti del centro storico.

Oggi, in maniera drammaticamente prorompente, Modena è costretta ad interrogarsi su tanti nodi della gestione della sicurezza, che è prima di tutto sicurezza e incolumità dei giovani stessi. 

E le domande devono riguardare anche le strategie di presidio e gestione del territorio, per le quali il Novi Sad è un esempio di scuola. Una riqualificazione radicale, con la realizzazione del parcheggio, la videosorveglianza pervasiva, le aree attrezzate, la realizzazione di tanti eventi aggregativi, dal mercato alle attività sportive fino ai weekend di street food. Una serie di interventi che tuttavia non sono stati da soli capaci di estirpare la delinquenza, contravvenendo a quello che è sempre stato il mantra dell'Amministrazione comunale sul tema del degrado del territorio. Il futuro non può essere il fitness accanto alle macchie di sangue di una scena del crimine.

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