Sanità regionale, i sindacati lanciano l'allarme: "Serve personale per garantire servizi"
"Grande preoccupazione" per la situazione della sanità in Emilia-Romagna è stata espressa dai sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil
Il tema della sanità pubblica del presente e del futuro è al centro di un dibattito giustificato da una serie di problematiche che rischiano di mettere in sera difficoltà il modello attuale. Basti pensare ai profondi buchi di bilancio delle Aziende Usl, alla ormai cronica difficoltà nel reperimento di personale in determinati luoghi o settori, il ricorso agli appalti esterni, la chiusura di alcuni servizi che fino a qualche anno fa erano dati per scontati e altro ancora.
Ul tema intervengono oggi i sindacati di settore di Cgil, Cisl e Uil regionali, che esprimono in una nota congiunta una fortissima preoccupazione: "Preoccupazione che nasce dalle mancate risposte alle nostre istanze per il riconoscimento delle risorse necessarie alla valorizzazione del personale e soprattutto rispetto alla garanzia della sicurezza e della qualità dei servizi del nostro SSR e dei diritti contrattuali dei dipendenti. Infatti sicurezza, qualità e diritti devono necessariamente prevedere, tra le priorità, la completa sostituzione del personale cessato per pensionamento o per dimissioni volontarie, le stabilizzazioni di tutti coloro che ne hanno i requisiti e i rinnovi dei contratti a tempo determinato. Al contrario, da mesi, nelle aziende sanitarie queste necessità non vengono garantite per produrre risparmi di bilancio su indicazione della Regione".
Le sigle chiedono di non tagliare le voci del personale: "Ferie accumulate insieme a migliaia di ore di straordinario, che rimangono patrimonio inalienabile dei dipendenti, impossibili da pagare e da recuperare fanno infatti il paio con tempi di attesa per le prestazioni specialistiche ambulatoriali e chirurgiche in aumento e tempi di permanenza nei pronto soccorso ormai diventati inaccettabili".
Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl analizzano anche i numeri: "Viene spesso sbandierato da parte dell’Assessorato alla Sanità, il saldo del personale assunto dal 2018 ad oggi, pari a +7300, ma la vera considerazione da fare è che se per 15 anni si è tagliato sulle assunzioni, in realtà chi è stato stabilizzato o assunto, viene impiegato per lo più a “rattoppare gli organici” e a ristabilire quella presenza di personale per garantire l’assistenza di qualità vanto… della nostra Regione. Assunzioni che sono state necessarie anche per garantire gli organici “integrativi” (che per i non addetti ai lavori sono coloro che sostituiscono malattie, ferie, permessi a vario titolo) che purtroppo oggi sono all’osso, o addirittura assenti; ad esempio nel 70% dei casi, le lunghe assenze, come le maternità o le malattie di lungo periodo, non vengono sostituite".
Altro dato da evidenziare, è che per mettere in pratica quanto previsto per la riorganizzazione della sanità territoriale, da Decreto Ministeriale 77/2022, si dovranno assumere nella nostra Regione: dai 1500 ai 2300 Infermieri di Comunità, per le Centrali Operative Territoriali 270 infermieri e circa 67 altre figure tra personale sanitario/amministrativo, per gli Ospedali di Comunità circa 639 infermieri – 426 OSS – 142 fisioterapisti, ed infine almeno 800 infermieri e 600 OSS oltre che psicologi e altre professionalità per trasformare le Case della Salute in case di Comunità. Quindi se servono più persone è lecito chiedersi per quale motivo la Regione sta bloccando il turn over? Non si potrà certo pensare di garantire servizi aggiuntivi e funzionalità di strutture finanziate dal PNRR riducendo gli organici, sapendo che chi prende in carico e cura le persone non sono i muri ma il personale".
Dopo diversi solleciti, finalmente, Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl sono state convocate il 7 marzo dall’Assessore Donini. Tuttavia, anche per scongiurare invii e risposte vaghe, le sigle dei lavoratori hanno deciso di riprendere un percorso vertenziale unitario e condiviso tra livelli territoriali e regionali.