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Mense scolastiche promosse dalle famiglie modenesi: "Buona qualità, ma si può fare di più"

Udicon ha intervistato i genitori per capire il grado di soddisfazione per i pasti scolastici. Ecco cosa è emerso

Com’è il cibo nelle mense scolastiche? C’è spazio per il bio e le alternative in caso di intolleranze? E ancora: c’è abbastanza frutta e verdura nei piatti? Nei mesi scorsi U.Di.Con. Emilia-Romagna ha avviato un sondaggio online per valutare la percezione dello stato di salute delle mense scolastiche in Emilia-Romagna, a cui hanno risposto più di mille cittadini. I risultati nei vari territori, Modena compresa, hanno consegnato all’associazione risposte molto simili, segno di come il tema sia molto sentito e, di fatto, equivalente nei risultati, provincia per provincia. Tra le famiglie che hanno aderito di più, ci sono quelle che hanno i figli alle scuole elementari (il 70,6 %), a seguire scuole materne (23,5%) e asili (5,90%). Il questionario poneva subito all’attenzione di mamme e papà la qualità del cibo: se da un lato la fetta più grande degli utenti modenesi ha risposto in maniera positiva, con la qualità percepita come ‘buona’ al 41,2%, dall’altro non sono da sottovalutare le restanti percentuali, con un preoccupante 17% che viene ritenuta insufficiente dai genitori e un 11.8% che definisce ‘scarsa’ la qualità dei pasti.  Da notare, anche, che non è stato scelto da nessuno il giudizio superiore al buono, pur essendo presente l’opzione nelle risposte del sondaggio online. Va meglio sul fronte delle intolleranze alimentari dei ragazzi: il 75% delle famiglie conferma che sono presenti alternative nel menu. 

Un altro punto fondamentale sul quale U.Di.Con. ha interrogato i genitori, è la questione ambientale: il cibo sano e i vegetali, sono fondamentali per la corretta crescita dei ragazzi. Il primo indicatore preso in considerazione nel questionario è la presenza di frutta e verdura nel menu dei ragazzi. I vegetali e la frutta sono quasi sempre inclusi (88,2%), c’è ancora tuttavia una piccola percentuale negativa, che andrebbe colmata il prima possibile (l’11,8% ha risposto negativamente). Non c’è invece unanimità per quanto riguarda la varietà dei cibi proposti. In questo caso, infatti, le opinioni sono contrastanti: per il 52,9% la scuola propone un menu differenziato, ma non è così per il 47,1%. Molte mense, per comodità (e risparmio), tendono ad avere sempre lo stesso menù con le stesse pietanze, ma l’opinione dei genitori a riguardo dimostra, quindi, come per quasi la metà di loro questa non sia una scelta soddisfacente.

E per gli alimenti bio e Km0? Il 53,3% delle famiglie risponde che sono inclusi nel menu, mentre per il 46,7% c’è una presenza insufficiente di queste tipologie di prodotti.

Il sondaggio si sofferma anche sull’importanza di conoscere la provenienza del cibo: il tema risulta importante per una larga fetta di genitori (66,7% vuole saperlo), ma c’è un’alta (e preoccupante) percentuale (il 20%) che indica un ‘no’ come risposta, e che quindi si disinteressa della provenienza del cibo nei piatti dei figli.

Infine, è stato chiesto agli utenti, a domanda aperta, le proposte per migliorare la qualità del servizio alimentare o delle mense scolastiche stesse. Ovviamente le risposte sono state variegate e molteplici, ma sono stati individuati 2 fili conduttori. Il primo è sicuramente il fattore economico: sono in tantissimi i genitori, infatti che percepiscono il costo del pasto per i ragazzi troppo alto per la qualità e le porzioni offerte. L’altro filone riguarda le preferenze dei ragazzi: spesso ostili nei confronti di frutta e verdura o a determinate pietanze presenti nel menù che si rifiutano di consumare. Fra le proposte dei genitori figurano l’eliminazione di questi cibi, in maniera tale da farli mangiare in ogni caso, oppure, nel caso di frutta e verdura, “passarle” o somministrarle sotto forma di composte, almeno per i più piccoli potrebbe essere una soluzione.

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