rotate-mobile
Attualità

Staffetta della Stella: la maratona si chiuderà a Betlemme

Torna l’iniziativa benefica in favore dell’ospedale pediatrico e dell’orfanotrofio della città della Natività. Da oggi fino al 15 ottobre coinvolgerà sportivi, campioni e non

Una maratona di sport e solidarietà lunga 3.720 chilometri, la distanza che separa Modena da Betlemme, quella della Staffetta della Stella, che prende il via oggi, sabato 10 settembre, in città per concludersi il 15 ottobre nella città della Natività.

Dopo il “trasferimento” in città negli ultimi due anni, a causa della pandemia, la Staffetta della Stella quest’anno vedrà infatti la sua tappa conclusiva a Betlemme, dove la delegazione modenese che da tempo ha costruito un ponte di beneficienza con questo luogo potrà toccare con mano i progetti sviluppati in questi anni.

L'iniziativa è stata presentata nel corso di una conferenza stampa questa mattina, sabato 10 settembre, a Palazzo Europa da Stefano Prampolini, di “Un ponte verso Betlemme”, Giorgio Amadessi presidente di “Rock No War”, insieme a Grazia Baracchi assessora allo Sport e Ludovica Carla Ferrari, assessora alla Promozione della città e turismo. Anche quest’anno l’iniziativa è patrocinata dal Comune di Modena e dalla Municipalità di Betlemme.

Se a ‘macinare’ gli ultimi tre chilometri sarà il gruppo di venti modenesi che volerà in Palestina, già da oggi, in occasione della partita Modena-Brescia che si disputa allo stadio Braglia, e domani, domenica 11 settembre, con il match Sassuolo-Udinese al Mapei Stadium, il territorio modenese è chiamato a contribuire alla staffetta simbolica, con i chilometri percorsi, e “benefica”, con le donazioni a cui tutti i cittadini possono partecipare attraverso versamenti su conto corrente. Le donazioni sono a favore del Caritas Baby Hospital e l'Hogar Nino Dios di Betlemme, ospedale pediatrico e orfanotrofio di Betlemme. La corsa dietro al pallone in questi due match (si stima verranno percorsi circa 100 chilometri per ciascuna partita) verrà conteggiata al fine del raggiungimento dell’obiettivo chilometrico e, anche per questa edizione, il Modena Calcio, insieme al Sassuolo Calcio e al Modena Volley sosterranno l’iniziativa.

Oltre ai campioni dello sport modenese, altri duecento atleti sono pronti a correre, indossati maglia dedicata all'evento e scarpette, per aiutare gli organizzatori a raggiungere il traguardo dei 3. 720 chilometri, ovvero la distanza che separa Modena da Betlemme. Nella Staffetta della Stella, sportivi e non, infatti percorreranno 10 o 50 chilometri di corsa e testimonieranno la loro partecipazione con una fotografia. La parte finale della maratona di circa tre chilometri, appunto, verrà percorsa il 15 ottobre a Betlemme, nel tratto dal Caritas Baby Hospital alla Basilica della Natività: sarà un segno tangibile di vicinanza al popolo palestinese segnato da anni di conflitto.

Le madrine di questa terza edizione della Staffetta della Stella, nata nel 2020 quando l’emergenza sanitaria ha costretto a sospendere l’ormai tradizionale Partita della Stella, saranno come lo scorso anno l’atleta paralimpica Rita Cuccuru, olimpionica maranellese di paratriathlon che la scorsa settimana è arrivata terza ai mondiali di Portogallo, e la ciclista Rachele Barbieri, di Serramazzoni, specialista su strada e su pista, nuova campionessa d’Europa dell’Omnium. Ad affiancarle nel raggiungimento dell’obiettivo, ci saranno diversi runners della Fratellanza che percorreranno di corsa 50 chilometri a testa: Martina Cornia, Giulia Cordazzo, Aurora Imperiale, l'emergente Alessandro Pasquinucci. E ancora i più esperti Alessandro Giacobazzi, Pasquale Selvarolo, vincitore delle ultime due corride di San Geminiano e Giovanni Filippi autore di una grande stagione sui 1500 metri. Prenderanno parte alla Staffetta anche le azzurre che vivono e si allenano a Modena Maria Chiara Cascavilla, Elisa Bortoli, Elisa Palmero, Christine Santi e le reduci dagli europei di Monaco di Baviera Ludovica Cavalli e Martina Merlo.

Fondamentale in questi anni il sostegno degli sponsor che continuano a credere nel progetto: Bper Banca, Mollificio Modenese, Aceto Balsamico del Duca, Consorzio Tutela Aceto Balsamico di Modena, Gep Informatica, Domus Assistenza, Cna, Confesercenti, Lapam Confartigianato, Confcommercio Modena, Hola Check, Cooperativa Sociale Scai - Residenza Stella, Caseificio 4 Madonne, Gruppo Assimoco, Confcooperative Modena, Tironi, Bulloneria Emiliana, Cantina di Carpi e Sorbara, Modena F.C, Sassuolo Calcio e Modena Volley.

È possibile fare donazioni per il Caritas Baby Hospital di Betlemme e l'Hogar Nino Dios sul conto corrente aperto presso Bper filiale di Formigine intestato a Rock No War – Un ponte verso Betlemme Iban IT18T0538766781000003081554.

L’obiettivo è raccogliere fondi 

È un legame forte quello tra Modena e Betlemme, che non si è mai fermato neanche in questi ultimi due anni segnati dalla pandemia, ma ha proseguito cambiando la modalità del progetto. Fino al 2019 infatti l’evento cardine del progetto era la Partita della Stella al PalaPanini, che in questi anni ha visto la presenza di decine di campioni dello sport. Nel 2020 e nel 2021, per non interrompere il progetto a causa delle limitazioni Covid, si è deciso di cambiare formula, passando alla Staffetta della Stella. L'obiettivo è però sempre lo stesso: raccogliere fondi a favore del Caritas Baby Hospital e dell’Hogar Ninos Dios di Betlemme, ospedale pediatrico e orfanotrofio che da anni offrono assistenza ai bambini palestinesi.

Il Caritas Baby Hospital di Betlemme è l’unica struttura ospedaliera pediatrica presente in territorio palestinese, situata accanto al muro di divisione fra la città della Natività e Gerusalemme, e accoglie bambini bisognosi di cure senza distinzione di religione o nazionalità. Privo di sovvenzioni governative, vive unicamente grazie a donazioni private. L’ospedale, che conta 40mila visite ogni anno e 82 posti letto, ospita e cura bambini per lo più colpiti da malattie gastrointestinali, dovute all’acqua non potabile nei campi profughi, cardio-respiratorie, conseguenza della mancanza di riscaldamento nei mesi invernali e malformazioni, frequenti a causa dell’unione in matrimonio di primi cugini. Dal 1952 questo luogo, situato a pochi passi dal muro che Israele ha costruito per dividersi dai territori palestinesi, ha salvato la vita di migliaia di bambini, che non avrebbero altro posto in cui essere curati in una situazione di continua difficoltà a causa del muro di cemento alto 9 metri e lungo più di 900 chilometri, dove al check point devono fermarsi anche le ambulanze.

Dal 2017 l'associazione “Un ponte verso Betlemme” ha deciso di donare parte dei fondi raccolti, oltre che all’ospedale pediatrico, anche all'orfanotrofio Hogar Nino Dios a pochi chilometri di distanza dal Baby Hospital. Anche questa struttura, gestita con amore dalle suore del Verbo Incarnato, vive di Provvidenza e senza alcun sostentamento pubblico. Nella Casa sono accolti in via permanente bambini e ragazzi che intraprendono anche un percorso assistenziale e riabilitativo. In un contesto già povero e caratterizzato da una situazione endemica di violenza e tensione come quello palestinese, i bambini disabili e affetti da malformazioni spesso vengono abbandonati dalle famiglie che vedono nell’handicap un disonore. Le madri non sanno come far fronte alle disabilità dei figli a causa della mancanza di una cultura dell’assistenza verso i più deboli e sfavoriti.

In questi due luoghi, negli ultimi dieci anni, sono arrivati 270mila euro, raccolti grazie alle iniziative organizzate a Modena dall’associazione “Un ponte verso Betlemme” e da Rock No War.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Staffetta della Stella: la maratona si chiuderà a Betlemme

ModenaToday è in caricamento