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Casse d'espansione del Panaro, strage di alberi lungo gli argini

I lavori a San Damaso hanno portato all'abbattimento di moltissimi alberi ad alto fusto. Proteste degli ambientalisti ed esposto ai Carabinieri Forestali

"Centinaia di alberi, anche secolari, tra i quali noci, abeti, carpini, pioppi, querce, aceri, sono stati abbattuti presso l’argine della cassa d’espansione del Fiume Panaro in località San Damaso di Modena dove giacciono accatastati a formare un cumulo di scheletri di legname di dimensioni impressionanti".

Così gli ambientalisti Sabina Piccini e Nino D'Eugenio descrivono quanto è possibile vedere percorrendo il percorso che attraversa le casse d'espansione del Panaro. Gli abbattimenti sono iniziati alcune settimane fa e riguardano tutta la fascia di pertinenza del manufatto: in sostanza, sono stati abbattuti tutti gli alberi e gli arbusti cresciuti nei decenni a ridosso degli argini.

Come mai? La ragione è da ricercarsi nell'evoluzione che le casse di espansione stanno attraversando. Dopo lunghi anni è finalmente iniziato il collaudo per rendere pienamente operativo lo strumento che dovrebbe servire a regolare le future piene del panaro, evitando o quantomeno rendendo meno probabili i disastri come quello avvenuto il 6 dicembre 20202 a Nonantola. L'abbattimento è purtroppo il rovescio della medaglia: la normativa impone infatti che questi manufatti vengano tenuti "sgombri" da alberi, le cui radici poterebbero minarne l'efficacia.

Di conseguenza, la commissione per il collaudo delle casse ha imposto ad AIPo l'azione di disboscamento che è ancora in corso.

Ma gli ambientalisti non ci stano: "Vorremmo capire le ragioni che hanno portato ad un tale accanimento nei confronti di magnifici alberi secolari. L'abbattimento è avvenuto nel periodo peggiore, quello in cui, sulle chiome degli alberi, iniziano a comparire i primi nidi. Il periodo di nidificazione inizia infatti dalla metà di marzo e prosegue fino ad agosto. La direttiva europea n. 2009/147/CE vieta assolutamente i tagli di rami e alberi nel periodo di nidificazione degli uccelli e la legge 157/1992 sulla protezione della fauna selvatica, all’art. 21 lettera O e all’art. 31, prevede pesanti sanzioni per la distruzione di uova e nidi. Accrescere il patrimonio boschivo è importante ma è altrettanto importante salvaguardare quello esistente. Alberi come quelli abbattuti non li vedremo mai più, e non sarà certo la sostituzione fosse anche con centinaia di alberelli a riparare il danno causato". La situazione è stata denunciata ai Carabinieri Forestali.

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