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Giro di vite, tamponi solo per chi ha sintomi medio-gravi o fattori di rischio

L'indicazione dell'Ausl a medici e pediatri per sgravare i laboratori ormai intasati. Mentre il Cts studia la mini-quarantena

Le difficoltà del sistema del tracciamento dei nuovi positivi, ormai prossimo al collasso, hanno obbligato le autorità ad un cambio di rotta. E' di ieri la notizia che la Regione ha indicato i test antigenici rapidi come condizione sufficiente per certificare il contagio da Covid: questo dovrebbe sgravare molto il percorso dei tamponi molecolari gestito dalle Ausl, facendo assorbire un buon numero di casi alla rete delle farmacie e dei laboratori privati.

Ma non è tutto. Nelle scorse ore, infatti, l'azienda Usl di Modena ha inviato comunicazione ai medici di famiglia e ai pediatri di libera scelta, indicando nuove modalità per le prescrizioni dei tamponi. Prescrizioni che negli ultimi giorni - indicativamente da metà dicembre - avevano raggiunto livelli tali da intasare gli hub e soprattutto da non essere smaltibili da parte dei laboratori di analisi.

Da qui una stretta molto significativa. L'indicazione è infatti quella di prescrivere il tampone soltanto a pazienti che manifestano sintomi medio-gravi, oppure persone con sintomi anche lievi ma che presentano fattori di rischio. Questo significa di fatto tagliare fuori gli asintomatici o chi ha sintomi influenzali lievi. Una decisione che inevitabilmente fa discutere i professionisti della sanità e che sarà oggetto di approfondimenti in queste ore per individuare un modus operandi comune da parte di medici e pediatri.

Cambiano le regole, per certificare l'infezione da Covid basterà il test rapido

Verso il sì a una mini quarantena: difficile la cancellazione

La palla è in mano al Cts. In pochi giorni il taglio della quarantena è passato dall'essere un'ipotesi campata per aria a uno scenario inevitabile. Gli scienziati del Cts cui fa riferimento il ministro della Salute Roberto Speranza di recente avevano detto un secco no a un accorciamento della quarantena ma ormai siamo in una fase diversa della lotta al Covid, e lo scenario con 100mila positivi al giorno ventilato per gennaio potrebbe concretizzarsi giù in uno di questi tre giorni finali del 2021. "Rimodulazione eventuale della quarantena dei contatti stretti che abbiano fatto il booster", questo il punto all’ordine del giorno del Cts, che si riunirà oggi mercoledì 29 dicembre alle 11. Si andrà molto oltre, resta da capire "quanto" oltre.

Non sarà comunque una decisione facile. "Proposte irricevibili" dice a Repubblica uno dei membri del Cts. Una bocciatura è ancora possibile. Non ci sono dati certi sui ricoveri a causa di Omicron e la variante Delta sta ancora circolando abbondantemente. Lanciare il messaggio di "liberi tutti" in una fase di crescita mai vista prima di contagi sarebbe un rischio: tanti positivi andrebbero in giro. "Sarebbe come cercare di spegnere un incendio lasciando tante fiammelle accese", dice sempre al quotidiano romano un altro esperto in materia.

C'è chi si spinge a definire quella che attende oggi Cts e governo come una delle scelte più complicate da inizio pandemia. Le regole attuali prevedono la quarantena dai 7 ai 10 giorni (a seconda dello stato vaccinale) anche per quei soggetti che hanno ricevuto 3 dosi di vaccino. Sarà senz'altro mantenuta una distinzione a seconda dello status vaccinale e probabilmente si terrà anche conto di chi ha ricevuto il booster, che potrebbe essere equiparato a chi ha ricevuto due dosi da meno di quattro mesi. Si potrebbe trovare una sintesi su una quarantena più breve e rimandare a gennaio l'eventuale cancellazione totale. Staremo a vedere.

E' questa la strada che si percorrerà secondo il Sole 24 Ore. Dopo il parere in tarda mattinata del Cts, il comitato tecnico scientifico del ministero della salute, in Consiglio il ministro Roberto Speranza presenterà una relazione e annuncerà un’ordinanza. E rimodulerà la quarantena per isolamento fiduciario a cinque giorni se non meno: "Resterà di dieci giorni il periodo di isolamento obbligatorio per i non vaccinati. Allo studio anche la possibile revisione dei criteri di definizione del contatto stretto che espone a un alto rischio".

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