Dieci anni dal sisma: "in momenti del genere le persone sono la prima cosa che cerchi"
Il crollo del Duomo di Mirandola, le tendopoli di Finale Emilia, la gentilezza dei Vigili del Fuoco: il terremoto d'Emilia raccontato attraverso i ricordi di Maria Sara, giovane universitaria che all'epoca aveva 15 anni
"Abbiamo lasciato casa nostra il mattino di domenica 20 maggio 2012, nel centro storico di Mirandola, in quella che sarebbe sin da subito diventata la 'zona rossa', per poi rientrare nei primi mesi del 2017, 4 anni dopo. Il ricordo più spaventoso che ho di quel giorno è il crollo di una parte del Duomo sulla piazza antistante dove eravamo radunati. Un boato molto forte, frutto di una seconda scossa, e il rumore delle macerie, anch'esso molto forte, che si schiantavano al suolo. Ma, paradossalmente, le cose che mi ricordo di più sono le cose belle che abbiamo vissuto e le persone che ci hanno aiutato".
A parlare è Maria Sara, oggi 25enne e che, all'epoca dei fatti, viveva a Mirandola e frequentava il primo anno di liceo in una scuola di Finale Emilia. Il 20 maggio la sua vita - come quella di tutti i cittadini della Bassa modenese - è rivoluzionata dalla prima forte scossa di terremoto. Ma ciò che ricorda maggiormente, oltre la paura, le macerie e lo shock di quel violento risveglio, è l'ondata di solidarietà, la rete di persone che senza indugio, chi per lavoro e chi spontaneamente, si sono adoperate per prestarle aiuto. Questi i momenti di quei giorni impressi nella memoria.
"Mi ricordo molto bene alcuni Vigili del Fuoco. Ce n'era uno che si chiamava Jonny e ci ha aiutato l'ultima volta che siamo entrati in casa a portare via ed imballare le ultime cose. Una volta finito il tutto, siamo usciti e sapevamo che sarebbe passato molto tempo prima di avere la possibilità di entrare nuovamente in quella casa. Le chiavi le aveva lui e, senza esitare, ce le ha passate affinchè fossimo noi a chiudere per l'ultima volta la porta di casa, la porta della nostra casa. E' stato un gesto molto bello, umano".
"Abbiamo sempre avuto casa pienissima di cose, hai presente quelle cose che a te piacciono ma che magari per altri sono inutili? Mi ricordo che un Vigile del Fuoco stava aiutando mia madre a svuotare una stanza e lei continuava a scusarsi per via di alcuni pezzi di legno che voleva portare via con sè e lui ricordo che era seduto su una sedia e le diceva 'fate bene, è giusto portare via queste cose, se non prendessi uno dei sassi di mia moglie mi caccerebbe via'. Mi ha fatto molto ridere".
"Oppure, era la fine di maggio e la scuola stava per finire, tanto che con il terremoto abbiamo concluso subito l'anno scolastico. Frequentavo il primo anno di liceo linguistico a Finale Emilia e dopo il terremoto ho bene impresse nella memoria le tendopoli. Molti studenti di mia madre - che è insegnante - erano lì nelle tendopoli e noi passavamo pomeriggi lì con loro, con le persone. In momenti del genere, le persone sono la prima cosa che cerchi, viene intuitivo stare con gli altri, aiutare gli altri".