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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Trasporto pubblico locale, "Più richiesta, ma meno risorse". Dubbi sui licenziamenti in Seta

Il trasporto pubblico locale (Tpl) vive una fase di profonde contraddizioni, da un lato la carenza di fondi strutturali dall’altro al necessità di rimodernamento del parco mezzi ma anche l'aumento dei costi di esercizio a partire dagli aumenti dei carburanti 

"A quasi tre anni di distanza dalla prima ondata di pandemia da Covid-19 il trasporto pubblico locale (Tpl) vive oggi una fase di profonde contraddizioni, unitamente ad una crisi di settore dovuta, da un lato alla cronica carenza di fondi strutturali (che non sono mai stati adeguati alle reali esigenze), dall’altro alla profonda necessità di rimodernamento del parco mezzi in una logica di mobilità sostenibile e non più rinviabile, visto che le nostre città sono sempre più inquinate e soffocate dal traffico. Infine, per il terrificante aumento dei costi di esercizio a partire dagli aumenti dei carburanti fuori controllo."

"Il quadro è dunque paradossale-  dichiara il sindacato Filt Cgil Modena- a fronte di una sempre maggiore e crescente domanda di trasporto pubblico locale nelle nostre città, unita anche al ripristino del pieno regime di sevizio dopo la crisi pandemica legata al Covid, le aziende del Tpl si trovano a fronteggiare una palese incapacità di tenuta economico-finanziaria.I costi di di esercizio sono aumentati in modo esponenziale, poiché dipendono in tantissima parte dai carburanti fossili incrementati anche del 100% a seguito della crisi bellica in Ucraina, mentre si è ancora ben lontani da un pieno recupero dell’utenza trasportata (con conseguenti minori introiti dalla vendita dei titoli di viaggio)."

Se non si interviene prontamente, il sindacato Filt Cgil ritiene che le aziende del trasporto pubblico locale si potranno ben presto trovare a dover fronteggiare potenziali rischi di default finanziario con pesanti ripercussioni sull’occupazione del settore che conta circa 115 mila addetti su base nazionale, di cui 1.100 nel bacino di Seta (Modena, Reggio Emilia, Piacenza), circa 750 addetti a Modena di cui 550 in Seta e i restanti nelle aziende sub concessionarie.

Sciopero nazionale Usb, possibili disagi anche a Modena per il trasporto pubblico

"Per non dire- prosegue il sindacato- delle altrettante potenzialmente gravi ripercussioni sulla tenuta del servizio, e non da ultimo sulla qualità dell’aria e della salute stessa dei cittadini, soprattutto in zone come la pianura padana, notoriamente più soggetta a fenomeni di concentramento dell’inquinamento da polveri sottili.

A tutto ciò è strettamente connessa l’altra grossa contraddizione del settore. Una problematica emersa prepotentemente con la pandemia è rappresentata infatti dalla estrema difficoltà di reperire in particolare autisti di autobus con conseguenze sulla regolarità e qualità del servizio e con altre conseguenze come il ricorso massivo allo straordinario."

"Nei 3 bacini di competenza di Seta - Modena, Reggio Emilia e Piacenza – si assiste sempre più frequentemente al fenomeno di dimissioni di lavoratori, spesso originari di altre regioni d’Italia, che dopo essere stati assunti in Seta a distanza di poche settimane si dimettono, accrescendo il problema di nuove assunzioni di autisti. Fenomeno delle dimissioni che in parte è legato alla percezione di insicurezza sul posto di lavoro per effetto delle aggressioni registrate nei mesi scorsi anche da parte degli utenti più giovani.Dunque, un’evidente crisi di attrattività sul piano lavorativo che rischia di determinare ripercussioni sulla qualità del servizio."

La Filt Cgil sta monitorando da tempo questo fenomeno che si è ancor più accentuato negli ultimi anni, con numeri mai visti di dimissioni volontarie da parte degli operatori del settore che vanno a cercare miglior fortuna o condizioni di lavoro ed economiche migliori in altri settori, quando addirittura non sono costretti a tornare nel loro territorio di origine per l’impossibilità di conciliare un lavoro connotato da grosse criticità ed estrema flessibilità strutturale unitamente a una non adeguata retribuzione, per quello che dovrebbe essere un pubblico servizio essenziale e di primaria importanza.

"Di fronte a questo momento di profonda criticità è necessario procedere al più presto con interventi strutturali, da parte delle istituzioni a partire dal Governo centrale (anche se la modifica del titolo dato al Ministero competente e la scomparsa della dicitura “mobilità sostenibile” già da il segno di un indirizzo che potrebbe andare in direzioni non pienamente auspicabili rispetto a quanto sopra dettagliato), ma anche da parte della Regione Emilia Romagna (competente sul tema) per prevedere le necessarie risorse aggiuntive per sostenere e rilanciare un settore a rischio di implosione, finanziaria e occupazionale."

"La Filt Cgil auspica che il Governo, insieme alla Conferenza nazionale delle regioni Italiane, alla stessa Anci che rappresenta i comuni italiani, alle rappresentanze datoriali delle aziende del Tpl, unitamente alle Agenzie della mobilità locali, ricerchino al più presto le migliori sinergie per interventi urgenti che non sono più rinviabili, a partire dall’indicizzare il Fondo Nazionale dei Trasporti all’inflazione e all’aumento dei costi del carburante. Senza perdersi in inutili ed estenuanti discussioni e rimpalli sulle competenze e le responsabilità dell’uno o dell’altro attore istituzionale."

Sul tema si esprime anche il  consigliere Luca Cuoghi (Fdi) che  in una interrogazione chiama in causa l’assessore allo Sviluppo economico Vincenzo Colla affermando di aver appreso che il sindacato Orsa ha indetto uno sciopero per il 2 dicembre prossimo. Il consigliere Fdi scrive che “gli ex dipendenti riferiscono come le motivazioni siano prettamente di natura qualitativa: orari di lavoro massacranti, turni giornalieri anche di 12/13 ore, stipendi non in linea con gli aumenti del costo della vita. Autisti anche anziani (non neoassunti) stanno quindi decidendo sempre più di lasciare l’azienda, a fronte di opportunità di lavoro più allettanti”.

Ogni anno, riporta Cuoghi, le dimissioni sono il 70% dei nuovi assunti. I nuovi assunti sono spesso giovani senza formazioni che devono essere affiancati dai lavoratori anziani, sui quali cade un doppio lavoro: “sopperire alle assenze date dai dimissionari (spesso certe corse vengono addirittura soppresse) e coadiuvare i nuovi nell’approccio alla professione”.

Seta opera dal 2012 e garantisce il Trasporto pubblico locale a Piacenza, Reggio Emilia e Modena. Oltre agli Enti locali, una quota è detenuta dalla privata HERM-Holding Emilia-Romagna Mobilità S.r.l. e da Tper S.p.A.

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