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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Ucraina, salgono a 750 i profughi nel modenese. Altri 200 in un giorno

Numeri in costante crescita. Attualmente però non occorre lo sforzo dei Centri di accoglienza straordinari

Aumentano a ritmo costante i cittadini ucraini che si riversano anche sul territorio modenese, spesso ricongiungendosi a famigliari o conoscenti che già vivono da tempo nelle nostre zone.

Solo nelle ultime 24 ore ci sono stati circa 200 nuovi arrivi in provincia di Modena. A stamane il totale dei profughi ufficiamente già censiti era di 750. I bambini sono ben 369, mentre gli adulti sono 281, dei quali appena 38 sono uomini. Si conferma quindi una migrazione che riguarda in questo momento quasi esclusivamente le mamme con i figli.

L'accoglienza prosegue in modo diffuso tra strutture messe a disposizione da enti e privati, ma soprattutto attraverso l'alloggio diretto nelle abitazioni della famiglie ospitanti. Modena dispone di 79 posti nei cosiddetti Cas, i centri di accoglienza straordinaria individuati dalle prefetture e gestiti con fondi pubblici dedicati. Al momento nessun cittadino ucraino è ospitato nei Cas.

I profughi in Emilia-Romagna

Il numero di profughi più elevato è a Rimini (886), seguono Bologna (787), Modena (750), Reggio Emilia (717), Ferrara (418), Piacenza (364), Ravenna (323), Parma (257) e Forlì-Cesena (158).

Le informazioni utili per i cittadini ucraini in arrivo in Italia

"Benvenuto in Italia" è la scheda messa a disposizione dal Ministero dell'Interno in italiano, ucraino e inglese che illustra quali sono gli obblighi sanitari da rispettare per far fronte alla pandemia, a chi rivolgersi per usufruire di un alloggio, come regolarizzare la propria posizione in Italia. 

La scheda in italiano, inglese e ucranino

Screening sanitari

Nel caso di persone non vaccinate, per i minori si applicherà la L. n. 119 del 2017 che prevede una serie di vaccinazioni per prevenire malattie a rischio epidemico (anti-poliomielitica, anti-difterica, anti-tetanica, anti-epatite B, anti-pertosse, anti-Haemophilus influenzae tipo b, anti-morbillo, anti-rosolia, anti-parotite e anti-varicella).

Queste vaccinazioni sono indispensabili per la frequenza scolastica soprattutto nella fascia di età tra 0 e 5 anni.

Nel caso di maggiorenni non vaccinati, invece, le vaccinazioni saranno raccomandate, anche se non obbligatorie. Sono quelle contro difterite, tetano, pertosse, poliomielite, morbillo, parotite, rosolia (eccetto donne in gravidanza) e varicella, oltre che quella contro l’epatite B in caso di screening negativo.

Per i vaccinati, sarà previsto il completamento dei cicli già iniziati con i richiami se e quando necessari. 

Per ciò che riguarda invece l’emergenza legata alla pandemia Covid, non ci sono novità rispetto ai protocolli già attivati. Le persone in arrivo prese in carico dai dipartimenti di sanità pubblica verranno sottoposte a tamponi antigenici o molecolari, indipendentemente dallo stato vaccinale, secondo i protocolli vigenti. Naturalmente, a tutti, sarà raccomandato il completamento o l’avvio del ciclo vaccinale come previsto dai protocolli nazionali.

Il sistema scolastico

Durante la riunione della Cabina di regia regionale è stata condivisa la volontà di un inserimento, il più rapido possibile, dei minori nelle strutture scolastiche della Regione, d’accordo con quanto previsto dal Governo e dalle normative regionali e nazionali e in conformità con la circolare emanata dal Ministero dell’Istruzione il 4 marzo.

Il meccanismo dovrà innanzitutto prevedere a monte il censimento da parte delle Prefetture, per il tramite delle Questure, dei minori presenti nelle singole province. Il tutto in stretto coordinamento con l’Ufficio Scolastico Regionale che avrà il ruolo, d’intesa con i Comuni e gli enti locali, di definire le scuole di potenziale inserimento dei minori fino a 18 anni, il più possibile in prossimità della residenza temporanea.

In attesa di eventuali ulteriori indicazioni da parte del Governo, la frequenza nelle scuole dell’infanzia e nelle scuole di ogni ordine e grado è comunque subordinata al rispetto di quanto prevede la normativa nazionale e regionale in ambito sanitario. In particolare, dopo che i bambini e ragazzi provenienti dall’Ucraina avranno ricevuto le vaccinazioni previste, saranno individuate le scuole di potenziale inserimento presso gli istituti scolastici in base all’età.

Le scuole potranno poi attivare il supporto psicologico e quello linguistico. Per questo aspetto, il ministero dell’Istruzione ha già provveduto ad un primo stanziamento di 1 milione di euro a livello nazionale.

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