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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Unimore. Studio sull'efficacia della robotica nella chirurgia del carcinoma epatocellulare

Grazie a studi comparativi con interventi fatti a resezione epatica a cielo aperto, si evince che gli interventi con approccio robotico sono più sicuri e maggiormente efficaci

La Chirurgia robotica modenese si conferma all’avanguardia in Europa per la Resezione del fegato Robotica per tumore primitivo (Epatocarcinoma). Lo studio “Safety and Efficacy of Robotic vs Open Liver Resection for Hepatocellular Carcinoma”, condotto dal prof. Fabrizio Di Benedetto, Direttore della Struttura Complessa di Chirurgia Oncologica Epato-Bilio-Pancreatica e Chirurgia dei Trapianti di Fegato, e dal suo gruppo, evidenzia come la Resezione Robotica sia un sistema terapeutico sicuro ed efficace.

Lo studio è stato pubblicato su JAMA Surgery, una rivista molto prestigiosa, estremamente selettiva sui contenuti come dimostrato dal tasso di accettazione degli articoli sottomessi pari al 15%, e che attualmente è la rivista scientifica con più alto Impact Factor nel campo della Chirurgia, ovvero il rapporto annuale tra contenuti pubblicati e numero di citazioni.

Nel lavoro sono stati presi in esame circa 400 pazienti negli ultimi 10 anni ed ha confrontato, dopo corrispondenza del punteggio di propensione, 106 pazienti sottoposti a Resezione Epatica Robotica e 106 pazienti sottoposti a Resezione Epatica a cielo aperto per epatocarcinoma – HCC.

È emerso dalla ricerca, condotta in 5 centri, tre europei e due americani, tra i quali il Centro di Modena rappresenta quello a maggiore volume di casi robotici, che nei pazienti trattati con approccio robotico vi è una significativa riduzione delle complicanze perioperatorie. Il lavoro dimostra come l'approccio robotico sia in grado, in maniera statisticamente significativa, di ridurre la degenza ospedaliera post-operatoria e la degenza in terapia intensiva, di ridurre il rischio di insufficienza epatica post-resettiva e di garantire la medesima radicalità oncologica rispetto all'approccio tradizionale a cielo aperto, espresso in termini di sopravvivenza a lungo termine e libera da malattia. 

 “L'approccio chirurgico robotico, grazie alla precisione e alla delicatezza nella manipolazione dei tessuti, - afferma il prof. Fabrizio Di Benedetto del  Dipartimento Chirurgico, Medico, Odontoiatrico e di Scienze Morfologiche con interesse Trapiantologico, Oncologico e di Medicina Rigenerativa e Direttore Struttura Complessa di Chirurgia Oncologica, Epato-Bilio-Pancreatica e Chirurgia dei Trapianti di Fegato - permette di trattare pazienti affetti da epatocarcinoma anche con epatopatia avanzata, contribuendo quindi ad espandere il numero di pazienti che possono accedere ad un trattamento radicale, i quali non avrebbero alternative terapeutiche. Inoltre ha dimostrato sicurezza ed efficacia anche sul piano oncologico a lungo termine rispetto allo standard attuale a cielo aperto, riducendo inoltre il dolore post-operatorio e minimizzando le cicatrici chirurgiche. L’aspetto di grande rilevanza è che le cure offerte alla cittadinanza migliorano grazie alla ricerca clinica, che ha assunto negli anni un profilo di rilevanza internazionale, con numerosi medici che ogni anno da tutto il mondo vengono a visitare il nostro centro per apprendere le tecniche più avanzate”. Sono 442 gli interventi eseguiti con tecnologia robotica presso la Chirurgia Oncologica, Epato-Bilio-Pancreatica e Chirurgia dei Trapianti di Fegato dell’AOU di Modena dall’avvio del programma nel 2014, tra cui spiccano i due prelievi di emifegato destro a scopo di trapianto da donatore vivente, due trapianti di rene e ventitré prelievi di rene a scopo di trapianto da donatore vivente.

“Lo studio condotto dal prof. Fabrizio Di Benedetto e dalla sua equipe - afferma il Rettore di Unimore prof. Carlo Adolfo Porro - restituisce alla comunità internazionale dei dati solidi sulla sicurezza e sull'efficacia dell'approccio robotico per la resezione del carcinoma epatocellulare. Tali evidenze confermano il grande lavoro e l'importante livello di innovazione che da anni caratterizzano la struttura complessa di Chirurgia Epatobiliopancreatica e dei Trapianti. Al prof. Di Benedetto e a quanti e quante hanno lavorato a questa Ricerca, i miei più vivi complimenti anche a nome di tutto l'Ateneo”.

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