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I 7 campanelli d'allarme di comportamenti tossici in una relazione

Come capiamo se ci troviamo in un rapporto tossico e a quali aspetti poniamo la nostra attenzione? Le risposte del centro medico di psicoterapia online Serenis

Sempre di più, nella società come tra gli esperti, hanno preso piede termini quali "tossico" o "narcisista", in riferimento ad una relazione in cui ci si trova insieme al/la proprio/a partner. Un tipo di relazione che può trasformarsi in malsano e abusivo, nella quale vengono a mancare quelli che sono considerati i pilastri di una relazione: fiducia e rispetto delle libertà altrui. Dunque, come capiamo se ci troviamo in un rapporto tossico e a quali aspetti poniamo la nostra attenzione? Serenis, centro medico di psicoterapia online, ha redatto una lista di comportamenti e tendenza da non sottovalutare, in particolare se si teme di trovarsi in una relazione malsana, senza rischiare di cadere in diagnosi inappropriate, le quali spettano ad un professionista.

I 7 campanelli d'allarme di comportamenti tossici in una relazione

1. Comunicazione. Il tipo di comunicazione può rappresentare un primo segnale d’allarme. I comportamenti di invalidazione delle emozioni, di svalutazione, di gaslighting, soprattutto se rigidi e persistenti nonostante le discussioni volte a un loro cambiamento, possono suggerire l’esistenza di una persona chiusa, indisponibile alla discussione, a cui importa solo di sé, del proprio benessere e non dell’altra persona.

2. Controllo. La tendenza di uno, o entrambi i partner, al controllo dell’altro, spesso è ciò che definisce la relazione come tossica. Controllare i messaggi, gli spostamenti, i like ai post, il numero di followers - magari conteggiati prima o dopo un litigio dovuto a dubbi di tradimento -, sono azioni volte a controllare l’altra persona e ad assicurarsi che si conformi all’idea di amore di uno dei due individui. Questa idea di amore, però, può essere troppo rigida, utopistica, irrazionale, fino ad avvicinarsi al delirio, come nella gelosia definita ossessiva.

3. Svalutazione. Su questa scia, il fatto che i propri bisogni non vengano ascoltati ma anzi ridicolizzati, negati e sminuiti è un altro indizio che depone per un tipo di relazione abusante da un punto di vista psicologico. L’atteggiamento critico e svalutante di una persona rispetto all’altra è infatti un serio campanello d’allarme, che può portare uno dei due a sentirsi inferiore, nutrendo un sentimento di inadeguatezza che può sfociare in stress e sopraffazione.

4. Manipolazione. Un altro aspetto rilevante è la manipolazione e la più nota negli ultimi anni è proprio il gaslighting. Si tratta di una serie di espedienti sottili, volti a svalutare l’altra persona, invalidarne le emozioni, manipolarne persino i ricordi fino a farle credere che si sia inventata tutto o abbia esagerato. Si può, di questo passo, arrivare a vivere una relazione tossica in maniera traumatica e sviluppare così sintomi da stress post-traumatico.

5. Abuso. Il controllo può assumere forme di vero e proprio abuso. Al di là della più evidente violenza fisica, sono ormai tristemente noti degli schemi di comportamento psicologicamente abusanti, che si mettono in atto per assoggettare l’altra persona al proprio volere e renderla conforme alle aspettative. L’autore di questi comportamenti abusanti, la maggior parte delle volte, è identificato in narcisisti uomini, ma non bisogna cadere in una narrazione stereotipata perché non sono le uniche persone a mostrare tratti narcisisti o comportamenti abusanti e manipolatori.

6. Isolamento e rinuncia. Spesso, per non indisporre il partner, si finisce per accettare condizioni o capricci dettati in realtà da comportamenti manipolatori e di controllo, che man mano portano la vittima a isolarsi dalle amicizie, a rinunciare alla propria privacy o addirittura alle proprie passioni o sogni. Si vive così uno stress continuo che invade la quotidianità e fa stare sulle spine, con la costante apprensione di fare qualcosa di sbagliato o provocare reazioni spiacevoli nell’altro/a.

7. Disturbi psicologici. A complicare la situazione, c’è la possibilità che a incastrarsi con questi comportamenti siano persone con tratti di personalità borderline. A livello statistico e diagnostico, non ci sono differenze sostanziali tra uomini e donne, ma a livello clinico si tende ad assistere a una prevalenza di donne con tratti borderline che arrivano in terapia, coinvolte in relazioni tossiche con uomini dai tratti narcisistici. È molto raro vedere questi ultimi in terapia: può accadere laddove, a una certa età, le conseguenze negative dei loro comportamenti li hanno nel tempo portati a perdere persone significative, o a incorrere in guai legali, e per questo a cercare aiuto.

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