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A cura di Simone Grillini

Il Re Leone – L’imperfezione della perfezione

Una storia potente, una colonna sonora entusiasmante ed una CGI iperrealistica che rasenta la perfezione rendono questo remake un buon film, ma non basta per raggiungere il livello del classico Disney del 1994. Voto: 7

“Mentre gli altri cercano ciò che possono prendere, un vero re cerca ciò che può dare”

Mufasa, re delle terre del branco, cresce il proprio figlio Simba insegnandogli i principi su cui si basa un buon sovrano. Nel frattempo suo fratello Scar trama nell'oscurità un piano malvagio in grado di creare scompiglio nella savana.

Ennesimo remake Disney che però stavolta non si può definire live-action dato che su oltre 1490 inquadrature solo una, ovvero la prima, è girata veramente in Africa. Per il resto tutto il film, dagli animali alle numerose scenografie, è interamente ricreato mediante l'utilizzo della computer grafica. Da questo punto di vista non si può che lodare Disney per il lavoro svolto. Questa CGI iperrealistica, però, rappresenta nella sua perfezione anche uno dei maggiori difetti della pellicola. Infatti, con l'intento di avvicinarsi il più possibile alla realtà, gli animali non hanno espressione, a differenza del classico del 1994. Proprio a causa di ciò c'è un minor coinvolgimento da parte del pubblico e molto spesso il film non riesce ad emozionare quanto vorrebbe. Inoltre, per via della ricerca del realismo, mancano quasi totalmente le varie coreografie nelle parti cantate.

La regia di Jon Favreau, regista di “Iron Man” e de “Il Libro della Giungla”, è ben studiata e chiara e presenta uno stile quasi documentaristico caratterizzato da scenografie stupefacenti e molto suggestive. La storia raccontata, a parte qualche piccola differenza, è uguale a quella del cartoon e per tale ragione rimane sempre molto potente e profonda. Per lo stesso motivo anche la maggior parte delle canzoni e la colonna sonora di Hans Zimmer sono di altrettanto alto livello. Inoltre nella pellicola sono presenti le scene più ioniche del classico Disney, ma non sempre sono pienamente riuscite perché in diverse occasioni sono troppo veloci e ridotte. 

La sceneggiatura è scritta discretamente, anche perché è molto simile al cartoon, ma presenta un buco di trama non indifferente. Bene invece Luca Ward nel doppiaggio italiano di Mufasa e Vittorio Thermes e Simone Iuè per Simba piccolo. Bravi anche Stefano Fresi, Edoardo Leo e Massimo Popolizio nei corrispettivi ruoli di Pumbaa, Timon e Scar. Non male nemmeno Elisa nel prestare la voce a Nala adulta, mentre Marco Mengoni, escluso nelle parti cantante, non convince nei panni di Simba adulto.

Il Re Leone”, per via delle straordinarie canzoni e di una storia di grandissimo impatto e incredibilmente profonda, non può che non essere un buon film. Infatti sicuramente è in grado di emozionare sia chi non ha mai visto il classico del 1994, sia i più nostalgici per merito delle numerose citazioni al cartoon. Allo stesso tempo, però, questo remake non riesce a coinvolgere tanto quanto il capolavoro Disney da cui è tratto, ma rimane  comunque consigliata una sua visione. 

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