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Cronaca Via Divisione Acqui / Via Divisione Acqui

Portobello, prosegue la sfida anticrisi dell'emporio sociale

In 3 mesi sono state aiutate 222 famiglie, per un totale di 850 persone. Di queste però solo 50 si impegnano concretamente nel volontariato. Intanto si cercano nuovi fornitori per mantenere pieni gli scaffali

A poco più di tre mesi dall'apertura, avvenuta lo scorso 28 giugno, l'emporio solidale Portobello ha raggiunto 222 famiglie, per un totale di 856 persone, mentre sono 70 quelle in attesa. In gran parte sono persone che hanno perso il lavoro, che non si erano mai rivolte ai servizi, che povere lo sono da poco. Oltre la metà sono famiglie italiane e c'è anche qualche pensionato. Questo un primo bilancio dell'innovativo supermercato di via Divisione Acqui, che sopravvive grazie al volontariato e alle donazioni, non sempre facili da reperire, visto che la crisi si fa sentire non solo per i clienti che lo frequentano, ma anche per i potenziali fornitori.

“Era uno dei nostri obiettivi quello di raggiungere le famiglie in difficoltà che ancora non si erano fatte sentire - spiega Luigi Zironi del Centro servizi volontariato di Modena - i requisiti per entrare a Portobello sono verificati dai servizi sociali che però non le prendono in carico. Ora dobbiamo fare il possibile perchè non diventino assistiti”. Tra gli 856 clienti di Portobello sono una cinquantina quelli che sono diventati volontari, 21 prestano servizio nel market, mentre altri 28 nelle associazioni del territorio, dal canile alla mensa, fino al trasporto sociale. Alcuni di loro sono al lavoro nei frutteti per raccogliere la frutta rimasta sugli alberi o a terra dopo la raccolta e distribuirla ai clienti di Portobello e ad altre associazioni. 

“Si tratta di persone inserite in organizzazioni di volontariato, che rappresentano risorse tangibili”, spiega ancora Zironi. Il 19 ottobre in 11 punti vendita Conad ci sarà una raccolta alimentare, in cui i volontari dell'emporio chiederanno ai clienti del supermercato di acquistare alcuni prodotti da donare a Portobello. “Se va bene, dovremo decidere se aprire ad altre famiglie. Obiettivo? Arrivare a 300 famiglie entro la fine dell'anno, per un totale di un migliaio di persone. Speriamo che, tra loro, ci siano nuovi volontari”.

Oltre agli acquisti, chi entra a Portobello può trovare altri servizi come la consulenza delle associazioni dei consumatori (il martedì), quella sul budget familiare fatta da Progetto insieme, associazione costituita da ex bancari (il giovedì). “Al sabato sta per partire la consulenza dei sindacati su problemi e prospettive del lavoro”, continua Zironi che indica tra i prossimi progetti anche quello di realizzare all'interno dell'emporio attività culturali: “Per farlo diventare un luogo di relazione e di promozione culturale delle idee che stanno alla base di Portobello”.

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