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Cronaca

Incidenti stradali, in Italia diminuiscono ma Modena è in controtendenza

In Italia si registra una riduzione del 10% degli incidenti, ma rimane quota da bollettino di guerra (3.385). Modena in controtendenza con 8 morti in più dell'anno precedente

In Italia il tasso di incidenti e di morti sulla strada si è ridotto drasticamente, ma non così è avvenuto a Modena. In Italia si è passati dagli oltre 5 mila morti del 2007 ai 3.385 del 2013, e una riduzione del 3,5% dei feriti che oggi si ferma a quota 257.421, i dati più positivi sono la riduzione dei morti motociclisti (-14,5%) e dei ciclisti (-14%). Modena è ovviamente il comune con più incidenti (1.254), ma in proporzione al numero degli abitanti è Carpi a vincere la maglia nera (405), seguita a grande distanza da Vignola (115), Sassuolo (155) e Castelfranco Emilia (133). Carpi "vince" anche il record di morti, sempre in proporzione al numero di abitanti, con 7 su 67 mila cittadini, contro i 15 di Modena, che però conta 180 mila persone.

INTERVISTA AL DIRETTORE ACI, GIUSEPPE POTTOCAR

Il numero di morti sulla strada si riduce a livello nazionale, ma non a Modena, com'è possibile?
A livello nazionale i morti in incidenti stradali si sono ridotti del 10%, ma resta il fatto che 3.385 persone decedute sono ancora tante, si tratta di un piccolo comune italiano. Siamo ancora a numeri da bollettino da guerra. La Provincia di Modena ha registrato 59 morti stradali contro i 51 del 2012. Non so il perché di questo aumento, è comunque vero che il tratto autostradale più trafficato d'Italia è quello dell'A1 tra Modena e Bologna, e quei morti incidono sul totale della Provincia modenese.

Quali sono le cause di morte più comuni?
Si pensa che tutto nasca da situazioni climatiche o tecnologiche, ed invece il 90% degli incidenti ha causa soggettiva. Basti pensare che il 20% di questi nasce dalla distrazione, oltre che per l'uso del cellulare, l'assunzione di alcool e droghe o la sonnolenza. Un'altra causa sono le automobili con più di 10 anni che portano con sé, non solo alti costi d'inquinamento e di carburante, ma soprattutto il 50%  di possibilità in più di fare incidenti gravi o persino portare alla morte.

Come si può, in tempo di crisi, convincere il cittadino a cambiare auto?
E' un'ottimo interrogativo, perché la risposta non può arrivare da noi, ma dal Governo. Noi ci stiamo battendo per informare la gente dei rischi legati alle auto Euro 1 e 2. Perché siano sostituite con le Euro 4 o 5 servono incentivi, per altro non da campagna elettorale, ma sistematici e continuativi. Un'altra battaglia importante, che stiamo vincendo, è quella di distinguere auto storiche da auto vecchie. In Italia un auto con almeno 20 anni viene esentata da pagare il bollo, io credo che bisogna, invece, disincentivare queste auto e non aiutarle.

Hera sta portando avanti la campagna per le auto elettriche, queste come incideranno nella mobilità del domani?
Sicuramente porteranno a grandi vantaggi. Noi abbiamo una convenzione con alcune società di auto elettriche, perché l'obiettivo è quello di ridurre l'inquinamento e ridurre i consumi di carburanti dannosi. Per altro, questi carburanti sono un costo per l'autista, perché avere un Euro 1 o 2 costa molto di più che avere un Euro 4 o 5. Il problema è che oggi la proporzione tra auto elettriche e non, favorisce nel costo del mezzo quelle che non lo sono. 

Non crede sia uno spreco di denaro pubblico e un'esagerazione giuridica, l'imporre sanzioni penali per chi ha bevuto un determinato quantitativo dall'alcool approssimativamente basso?
Di fatto si tratta di una norma brutale. Le sanzioni pecuniarie, però, si è capito che non servivano a nulla. Credo che conoscere le conseguenze di un quantitativo d'alcool superiore allo 0,8 è un bene per far temere alla gente le sue conseguenze. Chi viene trovato con un tasso di quel tipo, che lei potrebbe dirmi basso, dovrà pagare 500 euro di multa, gli verrà confiscata l'auto, la patente verrà sospesa per 3 mesi o dovrà rifarla, e sarà considerato un malato alla stregua degli alcolisti anonimi. Noi non vogliamo far paura, ma se uno segue la nostra filosofia del "Se guido non bevo", tutto ciò non accadrà.

Come si fa a dire ad un giovane, che esce con gli amici, di non bere? 
E' vero anche questo, non vogliamo certo demonizzare l'alcool, perché il vino è parte integrante della nostra tradizione, però le alternative ci sono: noi stiamo studiando dei cocktail analcolici che siano attraenti per il giovane. All'estero sono ancora più avanti, per esempio in Francia e nei paesi Scandinavi, hanno compreso nel biglietto della discoteca anche il costo del taxi. 

Che progetti avete per sensibilizzare i cittadini? Crediamo sia importante far conoscere ai cittadini le conseguenze di una guida irresponsabile. Immagini ed esperienze forti, sono sicuramente più efficaci della legge stradale che è difficile, in certi casi, anche per noi operatori del diritto. Inoltre abbiamo attivato servizi online per velocizzare le attività dei nostri sportelli ACI. Attraverso il servizio Virtual Tour si potrà percorrere gli uffici dell'ACI, così come si fa con Street View su Google Maps, consentendo alle persone di conoscere in anticipo la collocazione degli uffici d'interesse. Abbiamo anche digitalizzato il sistema di rinnovo della patente, ora il fruitore del servizio potrà scattare la foto personale da casa e inviarcela, risparmiando sul fotografo e in termini di tempo. 

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