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Guercino trafugato: l'allarme c'era, ma non i fondi per tenerlo acceso

La Fondazione Cassa di Risparmio aveva finanziato il restauro di San Vincenzo, nel quale era stato predisposto anche un sistema antifurto, mai attivato. Andrea Landi: "Il rammarico non basta. Riflessione sulla custodia delle opere d'arte nei luoghi di culto"

“E’ un colpo gravissimo al patrimonio artistico della città. Mi auguro che gli investigatori sappiano individuare i responsabili in tempi rapidi e restituire ai modenesi questa opera straordinaria”. Questo il primo commento di Andrea Landi, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, alla notizia del furto della Madonna del Guercino nella chiesa di San Vincenzo, oggetto di un restauro finanziato dalla stessa Fondazione.

“Naturalmente – osserva Landi – il rammarico in questi casi non basta. Una riflessione s’impone sulle modalità del furto e sulla custodia delle opere d’arte nei luoghi di culto. E’ di tutta evidenza, infatti, che la mancanza di adeguati sistemi di sorveglianza imporrebbero il trasferimento delle opere di grande valore come quella trafugata a Modena in spazi meglio attrezzati, in primis nei musei”.

“La Fondazione – spiega il Presidente – ha finanziato all’inizio degli anni Duemila il restauro della Chiesa di San Vincenzo che prevedeva, tra l’altro, anche un sistema di allarme. Da allora non è mai giunta alla Fondazione alcuna ulteriore richiesta di finanziamento per il sistema di sorveglianza della cui gestione, evidentemente, la Fondazione non è in alcun modo responsabile. Mi auguro – conclude Landi – che questo episodio increscioso, purtroppo non isolato, serva finalmente a rendere tutti più consapevoli della necessità di una maggiore cura del nostro inestimabile patrimonio culturale”.

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