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Cronaca

Alluvione Modena, Enpa e Lav sulle barricate: "Nessuno tocchi le nutrie!"

Le associaizoni descrivono scenari di cementificazione totale in un'area abitata da vecchie case coloniche e aziende agricole: "Chi aveva responsabilità della manutenzione degli argini cerca di attribuire la colpa degli eventi a chi non ha la possibilità di difendersi"

La nutria sotto processo. Il roditore originario del sud America è stato indicato dall'Aipo come una delle cause del cedimento dell'argine e il geologo Gilberto Bonaga ha fornito un solido contributo nell'analisi problema che portato alla formazione di quella maledetta falla nell'argine nei pressi di San Matteo. Chiaro, non si può pensare di accusare di tutto ciò le nutrie che, del resto, fanno il loro sporco mestiere nei nostri canali da quando sono state importate in Italia negli anni '30 per realizzare pellicce. Se mai, qualche sospetto potrebbe essere mosso verso chi ha permesso che le nutrie arrivassero a fare quello che hanno fatto. In estrema sintesi, è questo il pensiero dell'Enpa, Ente Nazionale per la Protezione degli Animali, e della Lav, Lega antivivisezione che, però, si spingono oltre e descrivono uno scenario da "cementificazione totale" in una zona, quella ubicata in prossimità della falla, che è abitata per lo più da coltivazioni, aziende agricole e vecchie case coloniche: l'eccezione può essere rappresentata da una ditta di autotrasporti a poca distanza dal ponte dell'Uccellino che domenica ha fatto i salti mortali per mettere in sicurezza i propri mezzi.

"Dire che gli animali sono responsabili del gravissimo dissesto-idrogeologico, che da decenni ferisce il nostro territorio e che ha visto ben poche azioni di contrasto è semplicemente ridicolo  - afferma l'Enpa in una nota stampa - Si tratta di uno scaricabarile inaccettabile e molto pericoloso perché serve a sviare l'attenzione dai reali problemi, come la cementificazione del territorio, l'impermeabilizzazione del suolo, l'agricoltura intensiva, come evidenziato da dati scientifici".

Oltre a portare solidarietà alle popolazioni colpite, l'Enpa invita ad abbandonare velleità giacobine nei confronti degli animali:  "La scienza e il buonsenso ci dicono che non sono certo le nutrie né gli altri animali a cementificare; a sradicare colline e montagne (che a San Matteo non ci sono, ndr); a trascurare gli argini di fiumi e torrenti, talvolta ridotti a discariche (e questo potrebbe anche essere vero, ndr); a disboscare indiscriminatamente il territorio o a distruggere la biodiversità del nostro Paese un tempo noto come giardino d'Europa. A farlo sono invece sono gli interessi privati di quanti, invece di proteggere il territorio patrimonio comune di tutti noi, lucrano su di esso senza preoccuparsi delle ferite ad esso inferte".

A dare manforte accorre anche la Lav di Modena. "La nutria, animale da sempre oggetto di una autentica caccia alle streghe - recita una nota stampa - è nuovamente balzata agli onori delle cronache grazie all'operato di sedicenti esperti, sempre pronti ad enfatizzare i presunti danni provocati dalla bestiola, mentre le cause effettive vengono lasciate volutamente nell'ombra. Temiamo che anche in questo caso questo clima esacerbato si tradurrà in vere e proprie battute di caccia".

Nonostante si ignori completamente il fatto che la zona di San Matteo non abbia i tassi di urbanizzazione di altre aree modenesi, secondo l'associazione animalista, "è evidente che il cedimento degli argini  frutto del dissesto idrogeologico dovuto ad una dissennata antropizzazione del territorio e ad un'attività edilizia (sic!) scarsamente compatibile con l'equilibrio dell'ecosistema: additare le nutrie come responsabili appare quantomeno ridicolo. La questione è sempre quella: chi aveva responsabilità della manutenzione degli argini cerca di attribuire la colpa degli eventi a chi non ha la possibilità di difendersi".


 

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