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Cronaca

Osservatorio Appalti, due su tre vinti da imprese modenesi

Ma la “residenza” non basta: contro le mafie monitoraggio e controlli incrociati. Il rischio nei subappalti. Offerta economicamente vantaggiosa nei lavori più costosi

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ModenaToday

Tra gli appalti pubblici, due su tre (il 67 per cento) sono stati assegnati a imprese che hanno sede in provincia di Modena con un valore medio di 397 mila euro. Dai dati dell’Osservatorio, però, emerge anche che se si restringe l’analisi alle aggiudicazioni della fascia di importo superiore al milione di euro, alle imprese modenesi sono andati 35 appalti su 66 per un valore di 111 milioni di euro sui 548 milioni complessivi. Mentre a imprese non modenesi ma comunque della regione sono andati lavori per 387 milioni di euro, a quelle non emiliane lavori per 50 milioni, meno del 10 per cento del totale.

“Il dato della ‘residenza’, comunque, non è certo più sufficiente per sentirsi garantiti dal rischio di infiltrazioni della criminalità organizzata – sottolinea Egidio Pagani, assessore provinciale a Infrastrutture e Sviluppo delle città e del territorio – soprattutto di fronte a una vera e propria aggressione delle mafie al nostro territorio che, probabilmente, si è fatta ancora più forte in vista degli interventi per la ricostruzione post sisma. L’attività di monitoraggio per garantire trasparenza nelle procedure si è moltiplicata, così come sono stati incrementati i controlli, anche incrociando le banche dati, partendo proprio dall’esperienza dell’Osservatorio che in questi anni ha garantito ottimi risultati, grazie anche alla collaborazione delle associazioni economiche, dei sindacati e delle organizzazioni professionali. E dallo scorso anno – sottolinea Pagani – fanno parte dell’Osservatorio tutti i Comuni del territorio”.

Dall’analisi dell’Osservatorio emerge come le tipologie di subappalto dove è più alto il rischio di infiltrazioni della malavita sono diverse: dalla fornitura e posa in opera di ghiaia, sabbia, calcestruzzo, ferro; fino al nolo a freddo (del solo mezzo, cioè) trasformato senza autorizzazione in nolo a caldo (con operatore, quindi) per scavi, movimento terra e trasporti; per arrivare ai sondaggi, alle verifiche tecniche e ai lavori specialistici per finiture e impianti. “Serve un maggiore controllo dei cantieri da sviluppare attraverso tecnologie informatiche – sono le indicazioni del rapporto – in modo da garantire maggiormente la sicurezza di chi ci lavora e nello stesso tempo tenere sotto sorveglianza i movimenti sospetti, gli ingressi non autorizzati, le forniture e i mezzi di trasporto”.

Per l’assessore a Lavori pubblici e sicurezza del Comune di Modena Antonino Marino, inoltre, “accanto al rischio di infiltrazioni della criminalità organizzata, dove abbiamo moltiplicato gli sforzi sia nei controlli sia nell’attività di prevenzione, dobbiamo fare i conti anche con le difficoltà create dalla crisi economica alle imprese del settore senza nasconderci che i vincoli che pone il Patto di stabilità agli enti locali, soprattutto rispetto ai pagamenti, aggiungono un ulteriore elemento di debolezza”.

Nel corso del 2012 il Comune di Modena ha aggiudicato 56 appalti per quasi 34 milioni di euro, circa la metà per viabilità e sicurezza stradale; la Provincia 73 appalti per oltre 20 milioni, tre quarti dei quali su viabilità e sicurezza stradale. Per garantire qualità dei lavori e sicurezza nei cantieri “i promotori dell’Osservatorio – aggiunge l’assessore Marino – sollecitano per gli appalti di importo maggiore l’utilizzo del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, la cui procedura è più complessa rispetto al massimo ribasso perché, oltre al prezzo, prevede la valutazione di diversi parametri qualitativi, ma è in grado di assicurare un migliore controllo della concorrenza sleale tra le imprese che partecipano alla gare. Il criterio del massimo ribasso, invece, avvantaggia le imprese non strutturate a maggiore rischio di irregolarità”.

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