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Cronaca

Appennino: steso il documento per la riqualificazione degli impianti

L'Appennino emiliano, in particolare Cimone e Abetone, risentono di crisi e concorrenza tanto che, se non arriveranno gli aiuti sperati, si dovrà cominciare a chiudere le piste. Quattrini: "Non vogliamo solo soldi"

L’esigenza di rilanciare gli impianti sciistici dell’Appennino emiliano è di grande importanza, anche nelle nostre zone, a causa della crisi economica che ha ridotto le possibilità di utenza e della concorrenza offerta dall’arco alpino, specialmente dalle Dolomiti, che può offrire sia dal punto di vista ambientale e panoramico, sia dal punto di vista sciistico, il meglio che si possa trovare al mondo. Di conseguenza per Cimone e Abetone il compito è doppiamente arduo: non solo c’è da affrontare il problema uguale per tutti della crisi, ma è necessario anche offrire sempre il servizio migliore possibile per poter fronteggiare la concorrenza ‘scomoda’ delle Alpi.

I costi di mantenimento e manutenzione degli impianti sono altissimi, soprattutto per quanto riguarda il gasolio consumato dalle macchine che ogni sera battono le piste, l’energia per il funzionamento degli impianti di risalita e la preparazione delle piste, e attualmente la possibilità economica non esiste, essendo dovuti di recente intervenire sull’ammodernamento degli impianti. Per questo gli assessori al Turismo delle Province di Modena, Reggio Emilia, Bologna, Parma e Piacenza, i rappresentanti dell’Associazione nazionale esercenti funiviari e dei consorzi sciistici hanno stabilito un’Intesa di programma alla quale si cerca di lavorare congiuntamente per la riqualificazione dell’Appennino.

Le strategie elaborate da questo documento sono varie: la costituzione di una società in house della Regione che abbia in affidamento la realizzazione e gestione di impianti; l’estensione del circuito skipass ad una dimensione regionale e addirittura interregionale con la vicina Toscana; il maggiore coordinamento delle azioni tra operatori pubblici e privati per un miglior posizionamento sul mercato; la messa in sicurezza degli impianti e la conversione all’estivo quando, allo sci, si possono sostituire la mountain bike e le passeggiate.

Di grande importanza, come ha sottolineato Quattrini dell’Anef, è che si cominci a intendere l’impianto sciistico come primo elemento di richiamo del turismo e che quindi tutti gli esercizi (alberghi, negozi ecc.) e il contesto circostante collaborino. In questo senso, secondo il Sindaco di Sestola Bonucchi, tutto il contesto andrebbe riprogrammato: “I servizi collaterali vanno curati; da Modena c’è un’autostrada che porta alle piste del Trentino e una stradina degli anni ’60 che porta al Cimone”. Per poter fronteggiare tutte queste problematiche però è necessario che comincino ad arrivare gli aiuti economici sperati, nel frattempo dice Calvetti: “Dobbiamo tenere duro e non possiamo sottrarci al nostro lavoro nonostante il clima sia avverso e nonostante le spese. Dobbiamo continuare a darci da fare augurandoci solo che gli aiuti arrivino il prima possibile”.
 

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