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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Minacce della mafia libica a don Ferrari, la Procura chiede l'archiviazione

Il caso non avrebbe portato a conseguenze penalmente rilevanti. La sinistra non ci sta e critica la tesi del Pm

La Procura di Modena ha chiesto l’archiviazione nella vicenda legata alle minacce ricevute da don Mattia Ferrari, il sacerdote modenese cappellano della Ong ‘Mediterranea saving humans’. Fu intimidito per le sue posizioni a sostegno dell’impegno dei salvataggi dei migranti in mare.

Il caso è venuto a galla sul quotidiano Avvenire: "Il prete sia silenzioso" è il titolo dell'articolo che oggi accompagna ed esamina il caso e le motivazioni della richiesta di archiviare le minacce. Per sottrarsi a rischi di ripercussioni, è la tesi che emerge dal caso, il prete dovrebbe agire con modi "riservati e silenziosi".

Le minacce

"L'account Twitter portavoce della mafia libica, periodicamente minaccia persone impegnate accanto ai migranti in Libia, e il 31 maggio scorso hanno minacciato anche me. Questo è il motivo per cui sta indagando la Procura di Modena", aveva spiegato lo scorso aprile don Ferrari. I reati contestati sarebbero stati "diffamazione aggravata e minacce", che il sacerdote racconta essere state molto pesanti. 

"Chi sta dietro a questo account non è solamente portavoce della mafia libica. Giornalisti autorevoli come Nello Scavo infatti, definiscono tale fonte come portavoce della mafia libica, legata a servizi segreti di diversi paesi". Don Mattia infatti aveva  racconta che "questo account oltre a pubblicare materiale della mafia libica, è in grado di pubblicare foto dagli aerei militari di Frontex, materiali riservati che si trovano nelle sale operative degli alti livelli degli apparati statali e militari italiani, documenti della massima riservatezza".

Il sacerdote modenese non lasciava spazio all'interpretazione: "Le ipotesi sono due: o c’è qualcuno degli apparati statali che gli passa questi documenti, o peggio ancora non vorremmo che saltasse fuori che questo account è co-gestito da qualcuno degli alti livelli", per poi sottolineare quanto siano forti e pericolosi i legami tra mafia italiana e mafia libica. 

Le reazioni

“Quindi la prerogativa del ruolo di prete risolverebbe il tema delle minacce della mafia libica? Strana tesi onestamente che rischia di mettere in pericolo la sicurezza e l’incolumità di Mattia Ferrari impegnato in prima linea per i diritti dei migranti. Solidarietà e abbracci”, commenta il deputato modenese del Pd, Stefano Vaccari

Ulteriori chiarimenti vengono dati dal segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni: "Cosa fa la procura di Modena? Ritiene irrilevanti le minacce, chiede di archiviare il tutto, ma non si ferma qui e avanza una bizzarra e per quanto ci riguarda un’inaccettabile tesi: è evidente che ci possano essere reazioni se un sacerdote esercita il proprio magistero non in modo tradizionale, riservato e silenzioso.”

“Insomma per qualche giudice di Modena - prosegue il leader di SI - un prete deve stare in sacrestia, al massimo qualche preghiera, fare messa o poco più. Se invece si espone, magari  a difesa dei più deboli, è naturale che ci siano reazioni contrarie nei suoi confronti.
Da una parte trovo superficiale che si liquidi così una vicenda di intimidazioni che provengono da un mondo opaco e spero che il Gip permetta indagini approfondite.”

“Dall’altra parte mi auguro che ci sia un chiarimento netto su queste tesi, per questo - conclude Fratoianni - presenteremo un’interrogazione parlamentare al ministro Nordio per un intervento di Via Arenula. Davvero siamo ben oltre ogni immaginazione.”

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