rotate-mobile
Cronaca

Furti d'arte nelle chiese dell'appennino, finiscono in carcere 16 anni dopo

La Squadra Mobile di Modena in trasferta a Napoli per condurre in carcere tre campani, responsabili di almeno tre razzie in piccole chiese della nostra provincia. I fatti risalgono al lontano 1999. Mai ritrovate le opere trafugate

Eppur si muove. La giustizia italiana non brilla certo per celerità, ma non si può dire che non compia il proprio dovere. Lo sanno bene tre ladri d'arte, tutti originari e residenti a Napoli, che nei giorni scorsi si sono visti notificare l'ordine di carcerazione dagli uomini della Polizia di Stato di Modena, per alcuni fatti commessi nel lontano 1999.

Dopo 16 anni, infatti, si sono conclusi i processi a carico dei tre, che gli agenti della Squadra Mobile hanno accompagnato in carcere (uno si è presentato spontaneamente) a Napoli, dove sconteranno 3 anni e 3 mesi di reclusione.

Si tratta di Antonio Colella di 42 anni, di Giuseppe Gemito di 48 e del coetaneo Giovanni Varriale. I tre campani, già noti per altri reati, avevano preso di mira le pievi e le chiese isolate delle prime montagne modenesi, obbiettivi prediletti per ladri d'arte. I Carabinieri, che svolsero le indagini, hanno accertato tre colpi, a partire dal maggio 1999. Il primo presso la chiesa di Pazzano di Serramazzoni, dove sparirono un quadro e un crocefisso del '600, il secondo – sventato dal parroco – a San Dalmazio e un terno a Ospitaletto di Marano, dove vennero rubate due tele del '700.

Un bottino non sensazionale, ma di sicuro valore sul mercato nero dell'arte antica, che gli inquirenti non sono mai riusciti a recuperare. Un fenomeno, quello dei furti d'arte sacra, che non si è certo arrestato e che periodicamente continua a mietere vittime tra i piccoli e grandi capolavori custoditi – spesso senza adeguata protezione – nei luoghi sacri disseminati su tutto il territorio modenese.
 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Furti d'arte nelle chiese dell'appennino, finiscono in carcere 16 anni dopo

ModenaToday è in caricamento