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Cronaca

Operazione camici sporchi: soldi per esperimenti su pazienti ignari

Dodici aziende pagavano i medici con donazioni su onlus fittizie affinché conducessero esperimenti su pazienti tenuti all'oscuro con dispositivi sanitari difettosi. Sequestrato un milione di euro, Sangiorgi in carcere

L'idea l'aveva avuta lui. Giuseppe Massimo Sangiorgi, allora responsabile del laboratorio di emodinamica del reparto di cardiologia del policlinico di Modena. Eseguire esperimenti su pazienti assolutamente ignari, 66 quelli finora quantificati, con dispositivi medici di infima qualità (stent, palloncini medicati) privi di registrazione Ce, sperimentazioni “fantasma” prive di riscontri documentali. Mediante questo procedimento, il medico che eseguiva gli esperimenti non autorizzati riceveva denaro versato da dodici aziende (“Aziende importanti”, ha riferito l'Arma) su tre Onlus fittizie costituite per lo scopo, le stesse aziende che mettevano a disposizione i dispositivi medici.

INDAGINE - Questo la ricostruzione fatta dai Carabinieri nell'ambito dell'”Operazione camici sporchi” che ad oggi conta 67 indagati e 9 arrestati. Stando a quanto raccontato dai militari nel Comando Provinciale di viale Pico della Mirandola, gli esperimenti sono stati eseguiti dal 2009 al 2011. L'indagine ha potuto prendere piede nel 2011 grazie a una denuncia su due decessi sospetti formalizzata dall'associazione “Gli amici del cuore” (l'indagine però non ha appurato correlazioni tra questi decessi e gli esperimenti). Gli indagati, inoltre, avrebbero prodotto anche l'alterazione di cartelle cliniche con falsi prodotti ad-hoc per coprire errori sanitari affinché le sperimentazioni potessero essere concluse e potessero essere pubblicate su riviste scientifiche con evidente ritorno di immagine per i medici autori. Come spiegati dagli uomini dell'Arma, l'iter per l'approvazione degli esperimenti è molto complesso e deve comunque passare dal Comitato Etico e dal direttore generale: perciò è al vaglio degli inquirenti la posizione di Stefano Cencetti, allora dg, per ora non coinvolto nell'indagine.

IL VIDEO DELLE PERQUISIZIONI DEI CARABINIERI

ORGANIZZAZIONE - Iniziata ad aprile 2011, l'indagine è stata condotta dai militari del Nas di Parma con intercettazioni telefoniche, ambientali, informatiche e accertamenti documentali hanno portato in sostanza all'accertamento all'abusivo utilizzo di attrezzature sanitarie del Policlinico e di constatare la presenza a tutti gli effetti un'organizzazione con diramazione in diverse regioni italiane e paesi esteri dedita alla corruzione, la truffa ai danni del sistema sanitario nazionale. Messo in piedi dall'allora numero uno di emodinamica Giuseppe Massimo Sangiorgi, il sistema ha coinvolto otto medici tra i quali spicca quello di Maria Grazia Modena, oltre a quello di diversi altri camici bianchi che, all'epoca dei fatti contestati, erano studenti di master presso il reparto di cardiologia del Policlinico.

CONTI CORRENTI - Il guadagno veniva realizzato grazie alla costituzione di tre onlus fittizie “attive” nella ricerca scientifica: due avevano sede a Roma, una a San Lazzaro di Savena, Bologna. Le aziende coinvolte in questo progetto elargivano donazioni sui conti correnti relativi a Sangiorgi e alle tre onlus, donazioni alle onlus che tra l'altro potevano essere anche scaricate dalle tasse. Per questa ragione sono stati emessi sette decreti di sequestro ai fini della confisca di conti correnti per un valore complessivo di un milione di euro. In tal senso, il Gip di Modena ha disposto l'interdizione ad esercitare uffici direttivi a sei manager di ditte di dispositivi medici di cui tre straniere, mentre le restanti sono hanno sede nel centro-nord. Non solo: emessi anche un provvedimento di interdizione dell'esercizio della professione di commercialista (la sede di una delle onlus era la stessa del suo studio), dodici divieti di contrattare con la Pubblica Amministrazione a ditte di dispositivi medici di cui sei straniere e tre provvedimenti di interdizione dall'esercizio delle attività a carico delle onlus.

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