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Cronaca Guiglia

Blitz dei carabinieri a Guiglia, arrestata una banda di rapinatori di gioiellerie

Rapine in pieno giorno nelle gioiellerie del bolognese: armati di martello spaccavano le teche e razziavano i monili. Tre albanesi fermati nel modenese e un italiano rintracciato a Brindisi

Si erano specializzati nelle rapine alle gioiellerie del bolognese e ne stavano progettando in altre regioni. I Carabinieri hanno arrestato con le accuse di rapina aggravata e furto aggravato tre cittadini albanesi e un brindisino, rispettivamente di 24, 28, 24 e 23 anni, ritenuti responsabili di due rapine messe a segno a giugno e ad agosto scorsi presso le gioiellerie Stroili all'interno dei centri commerciali Meridiana di Casalecchio di Reno e Le Piazze di Castel Maggiore, per un totale di poco meno di 150mila euro, ma ci avevano già provato anche nel modenese e nel ternano. 

Tre dei rapinatori, i cittadini albanesi, avevano scelto Guiglia come loro base: dal comune dell'appennino modenese partivano le scorribande vero le gioiellerie. Il modus operandi era ormai collaudato: dopo aver rubato un'auto che utilizzavano per arrivare sul luogo dei colpi, in pieno giorno entravano incappucciati armati di martelli, spaccavano teche e vetrine e arraffavano i preziosi per poi darsi alla fuga a bordo di un furgone noleggiato nel brindisino, che li seguiva in tutti gli spostamenti. 

VIDEO | Le immagini delle rapine riprese dalla videosorveglianza

I G.I.P. di Brindisi (dott. Vilma Gilli) e Modena (dott. Andrea Scarpa) hanno convalidato i fermi del Pubblico Ministero e disposto la custodia cautelare in carcere per tutti gli indagati. Nell'inchiesta compare anche la figura di una 50enne di Guiglia, in relazione con i rapinatori, la quale avrebbe preso parte in fase organizzativa ai due colpi: la donna non è tuttavia stata oggetto di misure cautelari.

Le indagini 

Le attività investigative tra Bologna, Brindisi e Modena hanno preso avvio mettendo insieme le immagini delle telecamere di sorveglianza e il traffico telefonico dei soggetti, già noti alle forze dell'ordine, tra i luoghi dove erano avvenuti i furti dei veicoli e quelli delle rapine. 

Ricostruendo i movimenti dei quattro arrestati, i Carabinieri hanno appurato che avevano una sorta di "sede logistica" a Guiglia, in provincia di Modena, zona appenninica perfetta e isolata, ma erano in stretto collegamento con la città di Brindisi, dove sono cresciuti. Infatti commesse e personale dei negozi rapinati hanno riferito agli inquirenti di un accento meridionale-pugliese. 

La perquisizione nell'abitazione di Giuglia ha permesso di rinvenire le calzature utilizzate durante le rapine e riprese dalle telecamere, piedi di porco e passamontagna. Anche i rilievi su un'auto rubata e rinvenuta a Savignano sul Panaro ha dato esito positivo, benché fosse stata ripulita con la candeggina: è spuntata una etichetta di una delle gioiellerie rapinate.  Dopo i due colpi nel bolognese, i quattro si erano spostati in Germania. 

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