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Cronaca Mirandola / Via Lea Cazzuoli

Rapina a mano armata in un laboratorio tessile, commando cinese arrestato

Dopo un'indagine lunga e molto complessa, i Carabinieri della Compagnia di Carpi hanno identificato i 5 componenti della banda che aveva sequestrato e derubato i lavoratori di un'azienda mirandolese. Ci sono anche legami con la mafia orientale

Non ha nulla da invidiare ad una serie tv poliziesca l'indagine condotta dall'Arma di Carpi e Mirandola in merito ad una violenta rapina che si era verificata nel giugno 2013 in un laboratorio tessile cinese della frazione di San Giacomo Roncole. Dopo anni di ricerche, i militari hanno identificato i cinque componenti del commando e due di loro sono già finiti in carcere du ordine del Tribunale di Modena.

IL COLPO - Gli assalitori erano entrati dalla porta di ingresso principale e avevano fatto irruzione al piano superiore dove si trovavano i dodici operai ed il titolare. Dopo averli sorpresi e minacciati con pistole e macete, li avevano legati con del nastro adesivo e avevano rovistato in tutti gli ambienti. Per farsi dire dal proprietario dove avesse nascosto il denaro, i rapinatori lo avevano picchiato provocandogli lievi ferite al volto (la prognosi fu di 10 giorni) costringendolo a consegnargli 14mila euro in contanti e 20mila yuan. Inoltre, la banda aveva portato via bracciali e collanine di tutti i connazionali presenti in quel momento in casa, oltre a undici smartphone e nove personal computer portatili. I cinque, preso il bottino, erano usciti ed erano fuggiti a bordo di un'auto. La macchina era però stata intercettata diversi chilometri dopo a Castelmassa (RO) dai Carabinieri, che tuttavia non erano riusciti a bloccare la banda, fuggita a piedi nei campi.

LE INDAGINI – I Carabinieri hanno utilizzato tutti gli strumenti investigativi a loro disposizione, trovandosi a che fare con una comunità cinese particolarmente "ermetica" e pervasa da un senso di profonda paura verso i propri connazionali dediti al crimine. Tanti elementi sono emersi, a partire dalle impronte digitali parziali ritrovate sulla scena del crimine, dei campioni biologici, ma soprattutto i riferimenti emersi dall'analisi approfondita dei tabulati telefonici tra Mirandola e Castelmassa. Le indagini hanno spinto i militari carpigiani fino a Prato, dove hanno fatto i conti con la vasta comunità cinese, alla ricerca di sospettati. Incrociando tutti i dati, sono spuntati i nomi dei cinque membri della banda.

I PROTAGONISTI – Uomo chiave dell'inchiesta è stato uno dei membri del commando, noto tra i connazionali come "il biondo", per via dell'insolito colore di capelli. L'uomo aveva approcciato il titolare dell'azienda qualche tempo prima del colpo – di fatto battezzando così la vittima – in una sala giochi di Quistello (MN) dove molti cinesi del distretto tessile si ritrovano per giocare a poker. Seguendo le sue tracce, gli inquirenti hanno ricostruito la composizione del gruppo.

GLI ARRESTI – Ieri sono finiti in manette, a Prato, due dei cinque cittadini orientali. Non solo "il biondo", ma anche un volto noto della criminalità cinese, già arrestato dalla Dda di Firenze per associazione mafiosa. Tre rapinatori sono risultati irreperibili, in quanto nel frattempo hanno lasciato il territorio italiano. I Carabinieri contano però di arrestarli a breve grazie ai mandati di ricerca internazionali e accompagnarli in cella insieme ai complici.

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