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Cronaca

Quattro furti con spaccata in meno di un anno: 30enne in carcere

L'uomo è stato raggiunto da un provvedimento di custodia cautelare in carcere, dove già si trovava per la commissione di altri reati specifici

Quattro furti aggravati, tre dei quali con spaccata: di questi reati sembrerebbe essersi macchiato il 30enne tunisino raggiunto questa mattina da un provvedimento di custodia cautelare in carcere emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Modena. 

L'arco temporale entro il quale sono da ricondurre i fatti ascritti all'uomo, andrebbe da febbraio 2020 a gennaio 2021. Undici mesi di furti quindi, primo dei quali avvenuto ai danni di un negozio di via Rua Pioppa, dove dopo essere entrato durante la notte infrangendo il vetro sarebbe riuscito a scappare con un bottino di 700 euro. 

Il secondo episodio delittuoso sarebbe invece avvenuto il 22 novembre 2020, al Parco Pertini: dopo aver avvicinato una giovane donna, il 30enne le avrebbe strappato con violenza la borsa, contenente tutti i suoi averi. 

Gli altri due furti (uno tentato e uno andato a segno) invece, sarebbero avvenuti con lo stesso modus operandi, a poche ore di distanza l'uno dall'altro. Nella notte tra il 9 e il 10 di gennaio infatti, l'uomo avrebbe infranto, servendosi di un blocco dii cemento da cantiere, prima il vetro di una farmacia; poi quello di un negozio di via Selmi, a Modena. Nel primo caso non sarebbe riuscito a rubare nulla, mentre nel secondo sarebbe riuscito ad impossessarsi di 300 euro ed alcuni buoni pasto.

Gli agenti della Squadra Mobile, coordinati nella loro attività dalla Procura della Repubblica di Modena, sono riusciti ad inteficare il 30enne in seguito ad una scrupolosa indagine, il cui punto di partenza sarebbero state delle tracce ematiche rinvenute dalla Polizia Scientifica durante il sopralluogo di uno dei teatri dei furti con spaccata. Lo stesso DNA sarebbe stato poi trovato anche sulla borsa della donna, recuperata il giorno successivo al delitto. In seguito alle analisi comparatistiche sulla banca dati del DNA della sostanza ematica repertata, e grazie alla collaborazione con il Servizio di Polizia Scientifica di Roma, gli agenti sarebbero arrivati al nome del cittadino tunisino, che risultava compatibile anche con un’impronta papillare repertata sulla scena dell’ultimo furto. 

L'uomo è stato quindi raggiunto questa mattina dalla misura di custodia cautelare in carcere, dove l'uomo si trovava già per la commissione di un altro reato. Durante l'interrogatorio di garanzia, l'uomo si sarebbe assunto la responsabilità dei fatti a lui addebitati: la prima udienza del processo di primo grado è attesa in tempi brevi.
 

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