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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Furti nelle chiese modenesi, in manette due ladri specializzati

Grazie alle indagini dei Carabinieri del Nucleo di Tutela del Patrimonio artistico sono stati arrestati a Casale Monferrato due cittadini catanesi ritenuti responsabili del furto di oggetti d'arte e liturgici compiuti nelle chiese della nostra provincia. Si trovano in carcere a Vercelli

Se le indagini sul clamoroso furto del Guercino paiono ancora lontane da qualche svolta significativa, altrettanto non si può dire per quelle relative alle ruberie che hanno colpito diversi chiese e pievi del nostro territorio. I Carabinieri del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Bologna hanno infatti incastrato due persone che si ritengono a giusto titolo i responsabili di diversi furti nei mesi estivi, compiuti sia in provincia di Modena, che in altre località della regione.

I militari hanno infatti eseguito nei giorni scorsi due ordinanze di custodia cautelare in carcere per due italiani, originari di Catania, ma senza fissa dimora.  Si tratta nello specifico di S. R., classe 1984, e P. C., classe 1956, entrambi pregiudicati. I due sono stati raggiunti dai Carabinieri e tratti in arresto nel fine settimana a Casale Monferrato (AL) e condotti presso il carcere di Vercelli, in attesa del pronunciamento dei giudici.

I due malviventi sono ritenuti i responsabili del tentato furto nella chiesa di Santa Maria della Pomposa, e dei colpi messi a segno in San Bartolomeo di Formigine (MO), San Pietro Apostolo in Rometta di Sassuolo (MO) nonché Sant’Alessandro di Parma e Santa Maria del Fiore di Forlì, dalle quali sono stati trafugati diversi oggetti chiesastici tra cui catenine ex voto, candelabri e piccoli dipinti.

Gli inquirenti hanno accertato come i due pregiudicati agivano indisturbati durante gli orari di apertura delle Chiese ai fedeli, approfittando dei momenti di scarsa affluenza, appurando poi che gli autori dei fatti predatori fossero sempre due ed agissero con il medesimo modus operandi: mentre il più anziano svolgeva la funzione di “palo” all’esterno del luogo sacro, il più giovane entrava impossessandosi della refurtiva che poi nascondeva in uno zaino. Il quadro indiziario sottoposto all’Autorità Giudiziaria ha consentito al PM Marco Imperato di richiedere ed ottenere dal GIP Eleonora Pirillo l’emissione dei provvedimenti restrittivi.

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