Negoziante aggredita, arrestato due anni fa per lo stesso motivo. Ma niente carcere
Il 37enne nigeriano fermato la scorsa settimana in via Emilia è lo stesso che aveva abusato di una negoziante in largo Garibaldi a fine 2019. Era sottoposto all'obbligo di dimora e di firma, ma aveva evitato la cella
L'episodio avvenuto la settimana scorsa in via Emilia Est, quando la commessa di Onze Point era stata molestata e rapinata da uno straniero, poi inseguito da un passante e arrestato dalla Polizia, presentava molte analogie con un altro fatto, avvenuto nel dicembre 2019 ad appena 20 metri di distanza. In quella circostanza la negoziante della Profumeria Vaccari di Largo Garibaldi era stata minacciata, palpeggiata e poi rapinata da uno straniero, poi individuato alcuni giorni dopo e tratto in arresto sempre dalla Polizia di Stato.
Analogie ben motivate, dal momento che si tratta della stessa persona, un 37enne nigeriano. L'uomo era stato arrestato il 27 dicembre 2019 e chiamato a rispondere anche di una rapina avvenuta con modalità analoghe il 16 dicembre (un giorno prima che il largo Garibaldi), questa volta ai danni del Caddy's di via Vignolese, dove aveva colpito la commessa e rubato 600 euro di profumi.
Nonostante gli indizi sulla sua pericolosità sociale, tuttavia, l'uomo è riuscito in questi due anni ad evitare il carcere. Questo per una serie di motivazioni abbastanza articolate.
Il 27 dicembre la Procura aveva chiesto la custodia cautelare al Sant'Anna, ma il procedimento era stato sospeso in fase di udienza preliminare: l'avvocato difensore aveva sollevato un vizio formale, un difetto di notifica, ottenendo così l'annullamento del provvedimento. Il Gip aveva quindi disposto come misura l'obbligo di dimora nel comune di Modena - dove per altro il 37enne si trovava clandestinamente, vivendo abusivamente in uno stabile abbandonato in zona Tempio - e l'obbligo di firma quotidiano.
Per alcune volte, nei mesi successivi, il nigeriano aveva mancato l'appuntamento con la firma presso la caserma dei Carabinieri, facendo scattare da parte dei Pm la richiesta di un aggravamento della misura: ma anche in questo caso le porte del carcere erano rimaste chiuse. Accolta dal Gip, la misura era stata impugnata dall'avvocato e il 17 giugno di quest'anno il tribunale del Riesame di Bologna aveva dato ragione al difensore, ritenendo la violazione (le mancate firme) non tali da giustificare un aggravamento.
Questa volta, tuttavia, appare difficile che il 37enne possa uscire facilmente dal carcere, dove ora si trova recluso.