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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Maranello

Assolto l'autista del bus accusato di adescamento di minori. Ma la reputazione è rovinata

La gravità delle accuse aveva influito pesantemente sulla vita dell'uomo, tanto che ora la difesa valuta se procedere per il reato di calunnia

I fatti risalgono all’anno scolastico 2015-2016, durante il quale una ragazza, all’epoca 14enne, denunciò i comportamenti dell’autista dell’autobus che la riaccompagnava a casa dopo la scuola.

La giovane aveva raccontato di aver subito dall’uomo – all’epoca 31enne - pesanti avances, anche a sfondo sessuale. Parlava di una violenza verbale ripetuta nel tempo, accompagnata da messaggi sui social e pedinamenti sotto casa, che i genitori avevano provveduto a denunciare alle Forze dell’Ordine appena ne erano venuti a conoscenza.

A seguito delle indagini, si era aperto un procedimento penale davanti al Tribunale di Bologna, che aveva ravvisato nel comportamento dell’uomo il reato contravvenzionale di petulanza, emettendo un decreto penale di condanna. A causa di un conflitto tra procure però, consultato anche il Consiglio Superiore della Magistratura, il processo era passato alla competenza del Tribunale di Modena, dove l’ex autista era stato rinviato a giudizio con un’accusa ben più grave: quella di adescamento di minorenne.

La gravità del capo di imputazione aveva inciso profondamente sulla reputazione e sulla vita dell’uomo, che era stato costretto a cambiare lavoro. L’Avvocato Miras Athanassios, suo difensore, spiega come – a fronte di una gogna mediatica, e ancor di più sociale – questi siano stati anni difficili per l’imputato, che questa mattina in aula è stato assolto con formula piena.

“Ho sempre ritenuto che non ci fossero elementi per fondare un’accusa di quel tipo”, dichiara l’Avv. Athanassios, dicendosi soddisfatto dell’esito del giudizio e aggiungendo che stia valutando “l’ipotesi di una denuncia per calunnia” nei confronti della giovane. È stato rilevato in giudizio che “i pochi messaggi inviati non sono mai andati oltre al ‘Ciao, come stai?’” e che non ci sia stato alcun pedinamento: “la madre del mio assistito era la vicina di casa della ragazza: il bus talvolta era parcheggiato lì unicamente perché lui si fermava dalla madre in pausa pranzo” ha dichiarato il difensore.

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